venerdì, Marzo 29, 2024
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Essere o non essere “social”?

I social network sono dei siti Internet che forniscono agli utenti della rete un punto d’incontro virtuale per scambiarsi messaggi, chattare, condividere foto e video, ecc… Ormai, purtroppo, sono diventati quasi indispensabili per gli adolescenti , un po’ come i cellulari o la tecnologia in generale. Essi sono, del resto, un modo per parlare con gli altri anche quando si è molto lontani, per aggiornarsi su fatti appena accaduti dall’altra parte del mondo, per chiedere consigli, per dire la propria opinione su problemi che riguardano tutti e sentire cosa ne pensano gli altri.

Alle volte, se hai un profilo su qualche social (Instagram, Youtube,…) e quello che fai piace a molta gente, potresti anche diventare conosciuto e farti qualche spicciolo e molti addirittura ritengono che fare l’influencer sia ormai un vero e proprio lavoro, la professione del futuro.

A dire la verità su questo non sono molto d’accordo, perché non si sa mai… Per ora “va di moda” seguire certe cose/certe persone, ma non si può prevedere se domani piaceranno ancora. Inoltre, quando su questi social si esprime la propria opinione, non sempre si ricevono critiche positive, ma molto spesso si ricevono insulti, anche pesanti, sulla propria persona o sul proprio pensiero, e questo fenomeno, proprio degli “haters”, può anche trasformarsi in “cyberbullismo” quando avviene in forma anonima e persecutoria. Un altro aspetto negativo dei social è poi la dipendenza da essi. Gli adolescenti infatti passano ore e ore al telefono a guardare video, storie o a chattare con gli amici e trascurano tutto il resto.

In conclusione, come molte altre cose, i social hanno i loro aspetti negativi e positivi, sono un modo per tenersi in contatto con persone che abitano dall’altro capo del mondo, e io stessa sono una persona che ne usufruisce molto, ma sono anche una cosa che potrebbe causare dipendenza e allontanare dalla vita reale. Quindi sono utili, ma bisogna stare attenti a come e quanto si usano.  

Ivana Recupero

Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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