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Mahmood come Obama

Sanremo 2019. Tutti conoscono il festival di Sanremo, che accompagna la musica italiana da ben sessantanove anni. Ed è proprio Mahmood, pseudonimo di Alessandro Mahmoud, a vincere la sessantanovesima edizione di questo celebre e importante festival. La sua vittoria è stata possibile grazie soprattutto alla benevolenza della giuria d’onore e della stampa che hanno completamente ribaltato la classifica, portando l’avversario Ultimo al secondo posto e facendo così vincere il giovane artista milanese.

Dai social arriva il malumore del pubblico, dal momento che proprio la votazione popolare coronava Ultimo vincitore con il 46% delle preferenze contro il 14% di Mahmood.

C’è stato chi, inoltre, ha affermato che Mahmood non meritasse di vincere per via delle sue origini egiziane. Com’è possibile allora che possa arrivare al primo posto in un festival esclusivamente italiano? È proprio questa la domanda che è immediatamente affiorata alla mente di molti.

Ma il cantante ha subito ribattuto, esclamando con un certo tono di serietà: “Sono nato a Milano. Sono italiano al 100%. Ogni volta che sento parlare di differenze mi fa strano. Per la mia generazione, sono nato nel 1992, è normale. Sin dalle elementari sono stato abituato ad avere compagni di tante nazionalità diverse. Non parlerei nemmeno di un’Italia che cambia: per me è stata così sin da piccolo”. Ma di cosa ci stupiamo? Non è stata la prima volta e non sarà nemmeno l’ultima. Notizie di come gente con origini straniere possa arrivare in alto ha sempre fatto scalpore, e non solamente nel continente europeo.

Questo accade anche in America, considerata il luogo dove tutto è possibile, insomma dove i sogni possono diventare realtà. Andiamo indietro di 10 anni, quando Barack Obama è stato eletto presidente degli Stati Uniti d’America, colui che è stata la prima persona di origini afroamericane a ricoprire tale carica. Ma ciò nonostante è riuscito a fare molto per il suo Paese perché in fondo cosa lo rende diverso dai suoi quarantatré predecessori? Molti risponderebbero “il colore della pelle”. Ma chi afferma ciò dovrebbe prima riflettere su quello che sostiene.

Da quando le qualità, le capacità e l’intelligenza di un individuo dipendono dal colore della sua pelle? Purtroppo al mondo persone che la pensano in questa maniera insensata ci sono sempre state e sempre ce ne saranno. Tuttavia Barack Obama ha messo uno straordinario impegno per rafforzare la diplomazia e la collaborazione tra i popoli, tant’è che ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace nel 2009, che non può essere considerato cosa da niente. Sono i cittadini che formano un Paese ed essi non possono e non potranno mai essere tutti uguali perché la diversità fa parte della storia dell’umanità.

L’ex presidente americano ha infatti detto una frase che nessun altro suo predecessore ha mai pronunciato, ovvero: “L’America è di bianchi e di neri, di nativi americani e di ispanici, di giovani e di vecchi, di abili e di disabili, di etero e di gay”. Gli uomini hanno fatto straordinarie cose, alcune ritenute anche impossibili, ma non hanno ancora imparato a vivere come fratelli e perciò a rispettare e ad apprezzare anche chi è “diverso”.

Mahmood rappresenterà l’Italia al prossimo Eurovision Song Contest che si terrà dal 14 maggio al 18 maggio in Israele, più precisamente all’Expo di Tel Aviv.

Maria Bucca 3°A Istituto Bastiano Genovese

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