“Guernica” denuncia le atrocità di tutte le guerre
Un fiore senza petali: questo genera la guerra e attraverso essa l’uomo ha dimostrato il suo male e la sua cattiveria. Come anche l’arte ha spesso testimoniato. “Guernica”, in particolare, è il quadro più celebre del pittore Pablo Picasso, artista che è riuscito a rappresentare su una tela bianca l’orrore e l’angoscia che ha provato di fronte alle atroci distruzioni dello scontro fratricida in Spagna. Attraverso “la pittura da bambino”, forme semplici e l’assenza di colore, egli ha infatti colto l’essenza stessa della guerra: il male degli uomini sugli uomini. E per farlo Picasso, nella sua opera, usa molte figure allegoriche per descrivere i terribili avvenimenti. Un cavallo, in particolare, è posto al centro della scena ed ha un’espressione quasi imbizzarrita: esso vuole simboleggiare il popolo spagnolo devastato dai bombardamenti. Vicino ad esso troviamo un toro, che guarda inerme lo spettacolo di fronte a sé e rappresenta i combattenti anti-repubblicani che hanno scatenato la guerra civile, e più in generale il male stesso. Sopra il cavallo è presente una semplicissima lampada, che sottolinea la violenza della furia omicida che ha coinvolto gli spazi quotidiani della cittadina basca che dà il titolo al dipinto. Le figure simboliche sono interamente circondate da frammenti di spazio in cui sono rappresentati segni di lotta e distruzione. Quasi impercettibile da notare, ma fatto volontariamente dall’autore, nella parte inferiore del quadro vediamo però un braccio mozzato che tiene in mano un fiore bianco: la speranza. Picasso ha infatti una piccolissima speranza che quelle atrocità non si ripetano e “Guernica, nella sua essenzialità e nel frantumarsi delle immagini proprie dell’arte cubista, è diventata un manifesto di storia universale, denuncia contro il male causato dalla guerra, da tutte le guerre, passate e presenti.
Federica Fazio
Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.
