venerdì, Aprile 26, 2024
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Bullismo

Definizione di bullismo sul dizionario: “Per bullismo si intende una condotta lesiva che un soggetto più forte, il bullo, tiene – in maniera sistematica e continuativa – nei confronti di un soggetto più debole, la vittima.“

Navigando in rete e leggendo libri, sicuramente troveremo un’infinità di definizioni sul bullismo, tuttavia a me piace questa definizione perché riassume in una sola frase gli elementi principali che caratterizzano questo fenomeno.

La condotta lesiva può essere attuata attraverso prevaricazioni fisiche, psicologiche, sociali, materiali. Le prepotenze possono protrarsi per periodi moderatamente brevi, fino a durare anni. La vittima può subire violenza fisica, minacce, intimidazioni, furti, rottura di oggetti personali, emarginazione sociale, derisione, calunnie. La maggior parte delle vittime reagisce alle prevaricazioni con forti stati di disagio, ansia e paura. Subire bullismo può minare seriamente la stabilità psico-fisica di un bambino, fino a provocare forti traumi che possono portare conseguenze anche in età adulta.

Perché si possa parlare di bullismo è importante che vi siano quattro fattori:

  1. Ci sia un soggetto più forte, il bullo, che reca danno ad un soggetto più debole, la vittima, in modo diretto o indiretto.
  2. Che i soggetti, bullo e vittima, siano sempre gli stessi (mentre possono variare gli altri protagonisti)
  3. Che le azioni di prevaricazione si protraggano nel tempo.
  4. Che gli atti di prevaricazione non siano estremamente violenti o infrangano la legge.

L’ultimo punto è necessario per chiarire che il bullismo non va confuso con quello che impropriamente si può definire bullismo degenerato. Quando ci troviamo di fronte a casi di violenza estrema o gravi furti, o ancora a danni alle strutture private e pubbliche, non possiamo parlare di bullismo, ma di veri e propri atti criminali, che vanno annoverati sotto il termine di criminalità o delinquenza minorile. Ma, pur essendo due problematiche molto gravi, bullismo e criminalità non sono strettamente correlate.

I principali tipi di bullismo sono:

Bullismo fisico

Si può parlare di bullismo fisico quando le prevaricazioni avvengono attraverso il contatto fisico, cioè quando il bullo aggredisce la vittima con: spintoni, sgambetti, schiaffi, calci, pugni, strattoni, afferrando la vittima per i vestisti, sbattendola al muro, mettendola alle strette in un angolo, introdurla in altri luoghi con la forza, cercare di spogliarala etc.!

 

Bullismo verbale

Il bullismo verbale è quando le prevaricazioni avvengono solo ed esclusivamente attraverso il linguaggio: insulti, prese in giro, fastidiosi nomignoli, piccole minacce.

 

Bullismo psicologico

Il bullismo psicologico si differenzia dal bullismo verbale per l’intenzionalità di ferire la vittima nei sentimenti. L’obiettivo non è quello di prendere in giro o insultare la vittima, ma di suscitare in essa un forte disagio psicologico. Si tratta di vere e proprie offese sul piano personale con la volontarietà di ferire la vittima nei suoi punti più deboli: handicap, difetti fisici, sessualità, religione, ma anche situazioni personali come nel caso di bambini adottati, stranieri, figli di genitori separati. Inoltre vengono indirizzate alla vittima pesanti offese dirette a persone care e familiari, come per esempio screditare la situazione socio-economica della famiglia o il lavoro dei genitori. Infine fanno parte di questa categoria anche l’utilizzo di minacce gravi che tendono a terrorizzare la vittima.

Cyber-bullismo

È il bullismo di questo secolo e viene attuato sui social network, su internet o sulla telefonia mobile, attraverso l’uso di strumenti elettronici come: telefonini, PC, tablet e phone.

Il cyber-bullismo viene messo in pratica mediante mms, sms, e-mail offensivi, minacciosi, volgari o porno, spediti alla vittima o di persecuzione con squilli anonimi e continui. Inoltre viene perpetrato attraverso la condivisione e la diffusione di immagini, filmati e informazioni che riguardano la vittima, possono essere condivise con amici comuni, ma anche pubblicate sulle chat, sui forum, sui blog, sui social-network e su portali che mostrano immagini e filmati.

I cyberbulli possono arrivare perfino ad impossessarsi dell’account e delle password della vittima o creare un falso account a suo nome per poi utilizzarlo sempre per fini impropri.

Da quanto detto sopra si capisce che il bullismo è un problema molto serio e frequente e sia la scuola che le organizzazioni giovanili devono affrontare il problema in maniera attiva. La scuola infatti è la prima istituzione sociale che deve incoraggiare i giovani a denunciare  precocemente episodi di bullismo alle autorità, avendo fiducia in esse e nella loro capacità di proteggere. Anche la famiglia può fare molto, ascoltando di più i propri figli, osservando eventuali cambi d’umore, cambiamenti nelle abitudini di studio  o altro, rafforzare l’autostima dei propri figli ecc. Un altro ruolo importante deve essere svolto dai “Media” che ne devono parlare nel giusto modo e nello stesso tempo non proporre o esaltare miti , simboli o persone dello spettacolo dai comportamenti e stili di vita discutibili.

 

Erman Gentile

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