Il C.N.R. di Messina ospita il Majorana
Ancora un incontro di grande interesse scientifico per gli alunni dell’Istituto Tecnico Majorana: giovedì 27 ottobre le classi quarte degli indirizzi Elettrotecnica e Meccanica, Meccatronica ed Energia, accompagnate dai docenti Chillemi, Correri, La Fauci e Sorrenti, hanno avuto l’opportunità di visitare l’Istituto per i Processi Chimico Fisici di Messina.
La struttura, situata in c/da Papardo, è una delle sedi del più grande ente di ricerca in Italia (C.N.R.). La sua mission è quella di promuovere l’innovazione, fornendo tecnologie che rispondano ai bisogni emergenti nel settore pubblico e privato relativamente alle seguenti tematiche: soft matter, sistemi complessi, compositi nanostrutturati, metodologie e applicazioni multidisciplinari.
Le classi, ben accolte e coordinate dal direttore di ricerca Franco Aliotta, hanno vissuto la loro esperienza all’I.P.C.F. sul doppio binario del duro lavoro pratico e del piacere dell’invenzione, che fa apparire l’operato semplice quasi giocoso.
La visita didattica è stata suddivisa in due momenti: la presentazione dell’Istituto e la conferenza riguardante i progetti svolti e quelli in corso di elaborazione.
Gli alunni hanno avuto ripercorso, tramite slide e filmati, alle tappe che hanno condotto alla nascita di ROV (acronimo di Remotely Operated Vehicle), un sottomarino a comando remoto, progettato e costruito seguendo i criteri “green” nel massimo della eco sostenibilità. Il robot è dotato di telecamera e nasce dalla necessità di esplorare i fondali marini fino ad una profondità massima di 75m.
Esso è pilotato da una postazione remota, che può essere un’imbarcazione o una piattaforma sopraelevata fissa. Questo strumento può essere utilizzato sia in acqua dolce che in acqua salata. In acqua dolce può ispezionare dighe, condotte immerse o gallerie di congiunzione tra dighe, mentre in acqua salata le applicazioni sono molto più vaste: si va dalla geologia per visionare e filmare vulcani sommersi, fughe di gas sottomarine, rilievi rocciosi, alla biologia per documentare e filmare la fauna sottomarina anche a profondità considerevoli, spaziando persino nel campo dell’archeologia per relitti e ordigni bellici, opere di interesse storico, anfore, colonne ecc. fino ad arrivare a impieghi di tipo ingegneristici.
Poiché la ricerca non si ferma mai, l’IPCF sta studiando un modo per migliorare la “sua creatura” evitando l’utilizzo di cavi per la trasmissione di dati e in tal modo ridurre gli incidenti durante la navigazione.
Antonio Lucca IV C ET