martedì, Aprile 30, 2024
Eventi e Spettacoli

Omaggio all’ambasciatore Luca Attanasio

Un episodio di cronaca molto discusso in questi ultimi giorni è sicuramente l’attentato in Congo subito dall’ambasciatore Attanasio. Il giovane diplomatico viveva in Congo dal 2017, originario della provincia di Varese, aveva “sposato” l’Africa, nel senso che era sposato con una donna di origine africana e al contempo la causa delle donne africane, grazie all’associazione umanitaria presieduta proprio dalla moglie. Si è trattato di un’imboscata in piena regola, probabilmente a scopo di sequestro, finita in tragedia.

L’ambasciatore italiano Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci

L’ambasciatore italiano Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e il loro autista congolese, sono stati uccisi in un agguato mentre viaggiavano a bordo di un’auto dell’Onu in una regione della Repubblica democratica del Congo, da anni teatro di violenti scontri tra decine di milizie che si contendono il controllo del territorio e delle sue risorse naturali. Il governo di Kinshasa ha subito puntato il dito contro le Forze democratiche di liberazione del Ruanda (Fdlr), che hanno stabilito la loro roccaforte nell’area dell’agguato, mentre l’Italia ha immediatamente chiesto un rapporto dettagliato alle Nazioni Unite. Il convoglio, composto da due vetture del Programma alimentare mondiale (Pam-Wfp), stava viaggiando verso nord, sulla strada tra Goma e Rutshuru, dove il diplomatico italiano avrebbe dovuto visionare un programma di distribuzione di cibo nelle scuole dell’agenzia dell’Onu.

Alle 10.15 (le 9.15 in Italia), le due auto vengono fermate a circa 15 km da Goma, nel parco nazionale di Virunga, da un commando di 6 persone che apre il fuoco, prima sparando in aria, poi uccidendo l’autista. Secondo le prime ricostruzioni riferite dal governatore del Nord, gli assalitori portano il diplomatico e il carabiniere della scorta nella foresta. Scattato l’allarme, sul posto si precipita una pattuglia di ranger dell’Istituto Congolese per la Conservazione della Natura che si trova nelle vicinanze, seguita da forze dell’esercito locale. Esplode un conflitto a fuoco nel quale gli aggressori uccidono Iacovacci. Anche Attanasio viene colpito dagli spari: di chi, ancora non è chiaro. Il corpo esangue dell’ambasciatore viene caricato su un pick-up dai primi soccorritori, per poi essere trasferito all’ospedale di Goma “in condizioni critiche”. Lì è deceduto. Pare che l’obiettivo fosse proprio il diplomatico.

Non ci sono parole per descrivere una tragedia come questa, un giovane ambasciatore il cui obiettivo era quello di operare nelle aree più difficili del Congo salvando la vita ogni anno a centinaia di bambini e giovani madri oltre che ricoprire diversi incarichi diplomatici, sicuramente non meritava di morire in questo modo, e proprio per questo oggi deve essere ricordato come merita. Non oso immaginare il dolore dei familiari, ma non passa in secondo piano che ovviamente è una grave perdita per tutti noi.

Attanasio raccontava sempre che tutto ciò che noi in Italia diamo per scontato, non lo è in Congo dove purtroppo ci sono ancora tanti problemi da risolvere. “Il ruolo dell’ambasciata è innanzitutto quello di stare vicino agli italiani ma anche contribuire per il raggiungimento della pace” queste sono le parole di un uomo che lavorava per un obiettivo nobile, con umiltà, tra difficoltà di tutti i tipi, ma con la soddisfazione di fare qualcosa di utile. Insomma una persona di grande spessore e ciò che resta dopo questa tragedia è il sacrificio di un brillante e coraggioso diplomatico italiano in servizio in una delle sedi estere disagiate e rischiose dunque un esempio di vita e coraggio.

Chiara Abate IV A BS

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