venerdì, Aprile 26, 2024
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I più grandi fuochi d’artificio cosmici ripresi dal telescopio Hubble (ansa.it)

da redazione ansa.it

Generati dall’esplosione della stella Eta Carinae

I più grandi fuochi d'artificio cosmici ripresi dal telescopio Hubble
La nebulosa generata dall’esplosione di Eta Carinae (fonte: NASA, ESA, N. Smith – Università dell’Arizona a Tucson, J. Morse-Boldly Go Institute, New York)

Un fuoco d’artificio cosmico al rallentatore: è quello che ha immortalato il telescopio spaziale Hubble osservando nell’ultravioletto la Nebulosa Omuncolo, generata dalla violentissima esplosione che quasi due secoli fa rese la stella Eta Carinae una delle più brillanti del firmamento, tanto da essere usata come punto di riferimento per la navigazione. L’immagine, la più dettagliata della stella ripresa in oltre 25 anni di attività dal telescopio di Nasa e Agenzia Spaziale Europea (Esa), potrà fornire dettagli inediti molto preziosi per risolvere il mistero dell’innesco della ‘Grande eruzione’.

Hubble ha infatti immortalato la rapida ed energetica emissione di materiale che è stato espulso dalla stella poco prima del resto della nebulosa. “Abbiamo scoperto una grande quantità di gas caldo che è stato emesso durante la Grande eruzione ma che ancora non è andato a collidere con l’altro materiale che circonda Eta Carinae”, spiega il responsabile scientifico del programma Hubble Nathan Smith, che lavora presso lo Steward Observatory dell’Università dell’Arizona.

“Gran parte dell’emissione è localizzata dove ci aspettavamo di trovare uno spazio vuoto: questo materiale extra è veloce e alza la posta in gioco in termini di energia totale in un’esplosione stellare già di per sé potente”. Il prossimo passo dei ricercatori sarà quello di fare nuove osservazioni per misurare esattamente la velocità a cui si sta muovendo il materiale in modo da capire quando è stato emesso.

Non esclude inoltre di poter applicare la tecnica usata per cercare il gas caldo nell’ultravioletto anche ad altre stelle e nebulose gassose. “Solo Hubble – conclude Smith – può produrre questo genere di immagini”.

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