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SENSIBILITA’ E RISPETTO PER LE DONNE E NON SOLO…

Giorno 7 marzo 2019 le classi quarte dell’Istituto Tecnico Tecnologico “Ettore Majorana” di Milazzo hanno tenuto un incontro in Aula Magna con la dott. Federica Paiola, magistrato della Procura di Barcellona Pozzo di Gotto, e con la dott. Monica Di Stefano, neuropsichiatra e consulente del Tribunale.

Ad aprire la mattinata, come ormai di consuetudine, il Dirigente Scolastico, prof. Stello Vadalà, il quale ha ringraziato la dottoressa Paiola per i bellissimi complimenti rivolti agli alunni che, come sempre, sanno ascoltare e disporsi all’ascolto. La manifestazione è stata curata dalla prof. Franca Genovese, referente del progetto Legalità che, per il terzo anno consecutivo ha offerto l’opportunità ai ragazzi di affrontare vari argomenti proprio con il magistrato Paiola. E’ stata concordata proprio una data a ridosso dell’8 marzo, festa della donna, per cercare di promuovere la sensibilità ed il rispetto e la non violenza nei confronti delle donne, in quanto esseri umani, insomma, un momento di riflessione per la tutela della donna e non solo.

Dott.ssa Federica Paiola e la Dott.ssa Monica Di Stefano

L’intervento e la relazione della dottoressa Paiola ha chiarito a tutti i presenti come il ruolo della donna entri nel processo penale, poichè, quando si parla di reati contro fasce deboli o soggetti vulnerabili, si parla tendenzialmente di donne, nonostante non sempre sia così; vi sono meccanismi purtroppo criminali che hanno terreno fertile e che trovano manifestazione prendendo come vittima generalmente la donna.

Normalmente gli strumenti normativi disponibili rispondono alle esigenze della popolazione: il processo penale è un processo fondato sulla tutela dell’imputato, sul principio di non colpevolezza, in quanto l’imputato nel processo è ritenuto soggetto debole. Ma, nei processi che hanno a che vedere con i reati di genere, con violenza di genere, normalmente c’è un occhio particolare da parte del legislatore alla vittima del reato che negli altri reati non esiste, nei reati di violenza di genere la persona offesa è pertanto fondamentale nel processo ed è tutelata dall’inizio alla fine del percorso.

Ci sono delle regole nel codice penale che impongono al pubblico ministero di avere un certo comportamento con la persona offesa dal reato di genere sin dal primo contatto con l’autorità giudiziaria e addirittura con le forze di polizia. L’ ultimo decreto approvato è quello del codice rosso, cioè l’obbligo per un pubblico ministero di sentire personalmente la persona offesa del reato di genere entro tre giorni dalla denuncia, quindi un rapporto stretto e immediato che il legislatore stabilisce con la persona offesa.

Il pubblico ministero quando deve assumere informazioni da persone minori si avvale dell’aiuto di un esperto in psicologia o in psichiatria infantile, allo stesso modo provvede quando deve assumere informazioni dalla persona offesa di particolare vulnerabilità, cercando di sentirlo il minor numero possibile. La presenza di un consulente esterno quindi è prevista dalla legge, soprattutto per far sentire la persona a proprio agio; è quindi importante il modo di porre le domande e di assumere informazioni, così come assume particolare importanza il luogo in cui viene sentita la persona, cercando di creare degli ambienti confortevoli. In alcune caserme, come Messina e Milazzo, ha precisato nel suo intervento la dottoressa neuropsichiatra infantile  Di Stefano, sono state create delle stanze protette dedicate alle audizioni dei minori con videocamere o videoregistratori in modo da cristallizzare la registrazione in tutela delle vittime. È inoltre fondamentale vedere come interagisce la persona facendo delle prove per capire se il minore o la persona vulnerabile si orienta in termini di spazio, della realtà e del quotidiano. Il pubblico ministero deve essere anche istruito dalla consulente su come relazionarsi, e non suggestionarsi.

Il processo penale è, precisa ancora la dottoressa Paiola, uno strumento a garanzia della collettività ma può essere un dramma sia per l’imputato sia per la vittima, che si trova a dover raccontare dei fatti della propria sfera intima.

Durante la mattinata le due specialiste hanno fatto vedere ai ragazzi dei filmati di audizioni, spiegando i vari casi, inoltre è stato possibile interagire con i ragazzi per capire cosa pensavano al riguardo.

Di particolare spessore il momento in cui la dottoressa Paiola ha affermato che il diritto non è soltanto applicazione della legge, ma essenzialmente un fenomeno umano: la vittima è un essere uman, anche il delinquente è un essere umano, sono fenomeni umani, quindi il diritto per piegarsi alla realtà ha bisogno spesso di interferenze con altri ambiti più “reali”.

La mattinata si è conclusa con varie domande da parte di alcuni ragazzi, successivamente l’intervento del Dirigente Scolastico per i saluti e la consegna degli omaggi floreali.

Marica Genovese III C BS

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