venerdì, Maggio 3, 2024
Comprensivo Foscolo Barcellona

Vincere a tutti i costi

Lo sport svolge un principale ruolo fin dal 776 a.C circa, quando istituirono le prime Olimpiadi. Nella società odierna esso è importante per la formazione, lo sviluppo e nell’educazione, e per molti è un’opportunità con cui tenere in allenamento il fisico e la mente, mentre per altri ancora consiste in una guida educativa che insegna fin da piccoli alcuni valori utili per affrontare la vita quotidiana al meglio. Altri, infine, vedono lo sport come una forma di sfogo che serve per scaricare le tensioni che si accumulano durante la giornata con la scuola o il lavoro, rendendo così la persona che lo pratica più serena e piena di gioia di vivere. Purtroppo tutti questi valori dello sport sono stati infamati dall’introduzione dell’uso di una sostanza o di una pratica medica a scopo non terapeutico, ma finalizzato al miglioramento dell’efficienza psico-fisica durante una prestazione sportiva (gara e/o allenamento), sia agonistica sia non agonistica, da parte di un atleta: il doping. Non biasimo gli atleti che ispirano alla vittoria e al successo, ma di sicuro non è il modo corretto usare tali sostanze per arrivare a tali obiettivi poichè come sinonimo di “successo” metterei “fatica”. Purtroppo l’ideologia della vittoria a tutti i costi, le esigenze di sponsor e tifosi, e la stessa ambizione degli sportivi, spinge gli atleti a ricorrere ad aiuti che vanno contro l’etica sportiva. L’insuccesso agonistico provoca frustrazione, mentre il successo provoca una gratificazione che con l’andare del tempo però non porterà ad un esito positivo.

Doping

Purtroppo il doping, molte volte, non è solo la conseguenza del desiderio di un esagerato successo, ma è causato anche dall’eccessivo stress a cui l’atleta è sottoposto, magari perché gli obiettivi che gli si pongono sono irraggiungibili o troppo alti. Bisogna anche ammettere che ci sono casi in cui gli atleti vengono dopati a loro insaputa, magari dai loro allenatori per interesse esclusivamente economico.
All’inizio può dare un risultato molto soddisfacente, che è quello che si desidera, possono sembrare utili perché, ad esempio grazie a degli steroidi anabolizzanti o antidolorifici, non sentono alcuna fatica durante la gara, ma tutto porta ad esiti negativi e possono presentarsi con l’andare del tempo l’aumento di rischi di traumi o l’ormone della crescita che favorisce lo sviluppo di tumori. Ad esempio una delle malattie più diffuse tra i calciatori è la Sclerosi Laterale Amiotrofica caratterizzata da rigidità muscolare, contrazioni muscolare e graduale debolezza a causa della diminuzione delle dimensioni dei muscoli. Purtroppo però il problema non riguarda il singolo atleta, ma riguarda tutta la società perché porta ai giovani d’oggi a pensare che per ottenere degli ottimi risultati in tempi brevi non bisogna faticare. Ma questo insegnamento è più che errato.

In conclusione, per poter eliminare o ridurre l’uso delle sostanze dopanti basterebbe innanzi tutto aumentare i controlli, rendendoli più frequenti e scoraggiando così gli atleti ad assumere farmaci che potrebbero allontanarli per sempre dalle gare e consegnarli al pubblico scherno. Soprattutto, però, occorre recuperare i veri valori dello sport che man mano stanno scomparendo: lealtà, correttezza e spirito di sacrificio.

Aurora La Rosa

Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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