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27 gennaio 1945: l’orrore del genocidio nazista rivelato al mondo.

Non esiste persona al mondo che non ricordi il 27 gennaio, che non abbia versato lacrime di commozione, scosso da un incontrollabile fremito d’indignazione, per il triste destino di milioni di persone che, nel corso della seconda guerra mondiale, furono oggetto di una disumana persecuzione, culminata in quell’ orrore tristemente famoso col nome di olocausto, che rappresenta senza alcun dubbio il più orribile peccato di cui l’umanità si sia macchiata, la pagina più vergognosa della nostra storia.

Il culmine di tale macchia è racchiuso nel triste vocabolo “SHOAH”, in ebraico “tempesta devastante”, utilizzato per descrivere lo sterminio avvenuto in Europa tra 1939 e il 1945 quando vennero trucidati milioni di esseri umani e, tra questi, sei milioni di ebrei. L’ odio antisemitico scoppiò in tutta sua violenza e, con lui, la paura del diverso. Il nazismo, con l’olocausto ha riassunto in sé tutte le tipologie di odio nei confronti dell’altro, fu la “soluzione finale” nei confronti della diversità. Vari tipi di antisemitismo hanno creato il clima adatto a che il folle progetto hitleriano potesse essere avviato. Perché i sentimenti antisemiti sono sempre stati usati dai diversi poteri, civili e religiosi per controllare e organizzare le masse secondo la volontà dei governanti. L’ antisemitismo è purtroppo un germe facile da inoculare tra i popoli. L’odio antisemitico scoppiò in tutta la sua violenza in Russia, fornendo ad Hitler lo strumento della sua farneticante campagna elettorale, basata sulla rigorosa preservazione della “pura razza ariana” dalla contaminazione ebraica, eliminando ogni possibile fonte di “contagi” come malattie invalidanti, handicap, omosessualità e altre considerate debolezze umane. Tale decisione prevedeva la soppressione della razza ebraica, degli zingari e di ogni individuo dichiarato fisicamente imperfetto e quindi indegno di far parte di quella nazione eletta, chiamata a dominare il mondo, qual era la Germania. Sorsero “campi di lavoro”, numerosi come funghi, in diversi stati sotto il dominio tedesco, i “lager”, i famigerati campi di sterminio, che miravano non solo alla distruzione fisica, ma anche all’ annullamento della personalità. Presso i quali, dopo giorni e giorni di patimenti indicibili, tra lavori forzati, sofferenze, percosse, offese, mortificazioni, fame, sete, sporcizia e pidocchi, trovarono la morte centinaia di migliaia d’ innocenti nelle camere a gas; i forni crematori completavano l’opera annientatrice, facendo sparire dal mondo ogni traccia dei poveri infelici eliminati. Neanche per i bambini esisteva la pietà, solo la morte leniva le loro sofferenze. Su questo argomento ho visto tanti documentari, e letto tante poesie. Ho guardato film drammatici come <<La vita è bella>> di Roberto Benigni e <<Il bambino con il pigiama a righe>>, sono rimasta affascinata quando ho letto parte del <<Diario di Anna Frank>>. Scrisse il celeberrimo diario nel quale spiega in tutta la sua drammaticità il genocidio degli ebrei, dalla sua vita che scorreva normalmente ai giorni in cui dovette nascondersi con la sua famiglia fino alla deportazione nel campo di concentramento di Auschwitz e successivamente a Bergen-Belsen dove morì. Le sembrava impossibile erigere tutto sull’odio, sulla morte, sull’orrore, sulla miseria, sulla confusione. Nonostante le difficoltà della crudele realtà, non perse mai le radiose speranze. Ciò che oggi ci sembra solo frutto della storia, una storia folle, certo, ma ormai pagina del passato, potrebbe tornare vivo presente; oggi più che mai, oggi che ci sentiamo attaccati dal terrorismo, insicuri per un’eventuale guerra nucleare, invasi dallo “straniero”, offesi dal “diverso”. Il virus dell’indifferenza deve essere debellato. Basta guerre per il petrolio, basta guerre di religione, basta sofferenze e fame, facciamo in modo che questa utopia diventi realtà e che tutto il mondo viva all’unisono in pace come nella splendida e famosissima canzone “Imagine” di John Lennon. “Noi siamo il vento giusto, prendiamo in mano la nostra vita, mano nella mano uniamo il mondo sino a renderlo migliore”. Noi giovani dobbiamo essere portavoce di uno scempio che non si deve mai più ripetere!

AURORA FOTI CL. 2 A    SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO “E. FERMI” SAN FILIPPO DEL MELA

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