sabato, Maggio 4, 2024
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“La scuola è aperta a tutti”, lettera aperta di una docente

Carissimi genitori degli alunni che non avrò,

noi non ci conosciamo. Allora perché scrivere questa lettera proprio a voi, vi chiederete. 

Proprio perché non ci conosciamo e invece mi sarebbe piaciuto tanto conoscervi e parlarvi. Allora mi presento:

mi chiamo Rosaria Fogliani e sarei dovuta essere l’insegnante di Lettere dei vostri figli.

Amo il mio lavoro e cerco di svolgerlo nel migliore dei modi, accompagnando i miei alunni con affetto e cura. Tutti!

Per me la scuola è il posto migliore in cui far crescere e germogliare le personalità uniche di coloro che saranno i cittadini di domani e che renderanno bella la società.

La scuola è il luogo dove si vive con gioia, si impara con leggerezza a vivere in modo armonico con noi stessi e con gli altri, luogo in cui cadono le barriere e si costruiscono relazioni.

Già gli altri… Ma chi sono gli altri? Il grande Andrea Camilleri diceva che “gli altri non sono altro che noi stessi allo specchio”.

Ma ci crediamo veramente, mi chiedo. Condividiamo appieno questo pensiero?

I giovani, vedete, imparano dagli esempi concreti, da ciò che ci vedono fare. I nostri gesti, le nostre azioni incidono in modo indelebile sull’educazione dei nostri figli, forgiando le loro personalità nel bene o nel male.

Vengo al dunque con molta schiettezza. La scuola in cui insegno, la storica scuola Verga, è caratterizzata da una importante presenza di alunni stranieri. Questo fatto è motivo di orgoglio per tutti noi docenti, in quanto fonte di ricchezza culturale e umana. Qualcuno sicuramente dirà con malcelato snobismo: “io non sono razzista, però non mi piace che mio figlio frequenti una classe piena di stranieri”.

A coloro che pensano in questo modo io dico di riflettere bene sulle parole. Le parole hanno un peso e possono diventare proiettili, cito ancora Camilleri.

Vedete, cari genitori, la verità sta proprio dopo il però. Perché chi pensa questo, razzista lo è davvero. Crede infatti che gli uomini possano essere classificati, che cioè ci siano persone che possono ambire a determinate cose e altre che devono accontentarsi in quanto inferiori, scarti insomma.

Trovo tutto questo raccapricciante perché cari genitori la scuola è aperta a tutti, come recita l’articolo 34 della nostra Carta costituzionale e non esiste un’istruzione di serie A ed una di serie B: l’istruzione deve essere garantita a tutti nello stesso modo. Sta poi ai docenti armonizzare il tutto e consentire ad ogni alunno di esprimere al meglio le proprie potenzialità.

E vengo al punto che maggiormente mi ha ferito: quale considerazione dei docenti ha un genitore che si permette di togliere da una classe il proprio figlio perché pensa che venga penalizzato dagli alunni stranieri? Quale rispetto per gli insegnanti e per i compagni trasmette al proprio figlio? Quale messaggio sta veicolando?

Cari genitori, sicuramente saprete che quest’anno ricorre il centenario dalla nascita di Don Lorenzo Milani, un modello rivoluzionario di pedagogia il cui messaggio è più che mai attuale. La scuola di Barbiana, da lui fondata e frequentata da alunni che non avevano alcuna possibilità di far valere la loro voce, è diventata un modello di quello che la scuola deve essere: luogo di promozione e non di selezione. Impariamo dunque dalla Storia, rivediamo il nostro modo di pensare, basato sull’egoismo e sul pregiudizio. Torniamo ad avere rispetto per la scuola e per chi vi lavora!

Con affetto 

Rosaria FOGLIANI

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