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La “Fonte di Venere”, una risorsa del territorio che scorre via

La storia della “Fonte di Venere”, nel territorio oggi di Terme Vigliatore in provincia di Messina, risale al I secolo a.C., come gli storici hanno potuto capire dopo il ritrovamento, nel 1953, della villa romana di San Biagio, in cui un sistema di tubature portava queste acque negli alloggi degli aristocratici. La fonte viene citata anche da Plinio il Vecchio nel I secolo a.C. e da Marco Arezio. Nel 1643 il re Filippo III di Spagna dona al feudo di Castroreale delle vasche da poter utilizzare per i bagni beneficiari nelle acque della “Fonte di Venere”, ma verranno utilizzate solo nell’Ottocento, quando si costruirono i primi stabilimenti termali, frequentati da numerosi malati, sotto consiglio dei loro medici.

FONTE DI VENERE,

Nel 1847 lo stabilimento era composto da due piani: al piano terra si trovavano 15 camerini con 24 vasche in tutto, di cui alcune erano riservate ai poveri e a chi era affetto da dermatosi contagiose; al primo piano, invece, si trovavano gli alloggi ed un grande terrazzo.

Poco dopo Francesco Bianchi, proprietario dello stabilimento termale, annesse alla struttura la “sorgenta d’acqua Ciappazzi”, la quale fino a quel momento veniva usata per usi domestici, dato che non se ne conoscevano i benefici. Bianchi la fece poi analizzare e, scoperte le sue qualità, iniziò a farla imbottigliare.

Nei primi decenni del XX secolo migliorarono le attrezzature e il turismo crebbe sempre di più. Dopo la Seconda Guerra mondiale lo stabilimento fu ristrutturato, venne ricostruito il “Grand Hotel Terme”, ingranditi gli impianti termali e furono costruite delle aree sportive e ricreative per i visitatori. Nello stesso periodo lo stabilimento “Ciappazzi” venne anch’esso ingrandito e perfezionato, tanto che si riuscivano a vendere venti milioni di bottiglie d’acqua e altre bibite all’anno.

NeI primi anni del Duemila, però, lo stabilimento dell’acqua “Ciappazzi” venne venduto ad una nota azienda italiana per distaccarsi completamente dal complesso termale, e da qui l’inizio della crisi.

Lo stabilimento termale, negli anni Novanta, con l’arrivo di nuovi proprietari si avviò invece verso una nuova rinascita: l’albergo venne rimodernato e, annessa alla zona termale, venne affiancata una Spa con saune, bagno turco e piscina termale. Per diversi anni la struttura ritornò agli antichi splendori, portando al paese benefici economici evidenti, in quanto buona parte del personale che vi lavorava era cittadino di Terme Vigliatore.

Purtroppo, però, qualche anno fa il complesso termale dichiarò fallimento e il tutto venne venduto all’asta, smembrato in modo irreversibile. Fu la fine di un’attività storica. E quelle acque tanto benefiche continuano sì ora a sgorgare ancora dall’inesauribile sorgente, ma vanno, aimè, a perdersi nelle acque bianche.

Gilda Parmaliana

Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G. (ME)

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