domenica, Maggio 5, 2024
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La prima sigaretta non sarà mai l’unica

La dipendenza dal fumo, se una volta si manifestava su persone quantomeno maggiorenni, oggi comprende anche molti giovani minorenni. Oramai fumare è diventato infatti un modo per trasgredire, per vantarsi e per credersi più grandi. In realtà tutto ciò non è vero, e fumare causa solo problemi alla salute.

Ogni tanto l’amico che fuma ti offre una sigaretta, e tu pensi che sia solo una, quindi accetti senza problemi. Però poi ti rendi conto che ti è piaciuto, quindi inizi a comprarne un pacchetto e ne inizi a fumare una sigaretta al giorno, poi due al giorno, poi tre, poi quattro, finché diventa un’ossessione e non riesci a smettere. Diventa una dipendenza. Oppure, spesso, i genitori sono fumatori e si segue, errando, la loro strada da quando si è nel periodo adolescenziale, come se fosse naturale farlo.

Questi sono alcuni esempi per cui i giovani iniziano fumare. Smettere può sembrare una cosa da niente, ma un fumatore, quando decide, sente l’astinenza da nicotina, sente un vuoto dentro di sé. Inoltre chi fuma afferma spesso che farlo lo ha aiutato e che si sente molto più rilassato rispetto a quando non lo fumava, quindi continua e, quando si sente stressato, riprende un’altra sigaretta, senza rendersi conto che man mano non riesce a smettere. Il tabagismo, secondo questo aspetto, si può definire quindi come una dipendenza mentale e psicologica, dipendenza pericolosa perché la sigaretta contiene anche catrame, nicotina e monossido di carbonio, insieme a tante altre sostanze dannose. La nicotina è la sostanza psicotropa e si trova nelle foglie di tabacco, è paragonabile alle altre droghe e agisce su zone del cervello che ne alterano il funzionamento, riducendo lo stress per un determinato periodo. Il fumatore, però, dopo un po’ non riuscirà a smettere e si possono manifestare alcuni sintomi come insonnia, ansia, irritabilità. Questi si manifestano soprattutto i primi giorni di astinenza e dopo un po’ svaniscono; subito dopo subentra però la dipendenza psicologica, che si manifesta sia in situazioni di felicità, sia in momenti di tristezza, per “annullare” la malinconia e vivere il momento senza preoccupazioni.

La gravità dei danni creati dal fumo dipendono comunque da diversi fattori, tra cui l’età di quando si è iniziato a fumare e quanti anni sono passati, il numero di sigarette fumate al giorno, il modo di fumare. Ci sono casi, invece, in cui una persona non fuma ma sta sempre con chi lo fa, inalandone il “fumo passivo”, non meno dannoso. In generale, comunque, fumare fa molto male alla salute e possono essere colpite diverse parti del corpo con: patologie respiratorie e infezioni broncopolmonari; malattie cardio-circolatorie; aumento di tumori, infarti e ictus; invecchiamento della pelle… Se si confrontano, ad esempio, i polmoni di un fumatore e quelli di un non-fumatore, possiamo notare subito l’incredibile differenza, poichè quelli del fumatore risultano molto più scuri, quasi neri, a causa dei residui della nicotina e del catrame.

Bisogna aggiungere, riflettendo sul fumo in età precoce, anche che le sigarette non dovrebbero essere MAI vendute ai ragazzi con età inferiore ai 16 anni, ma spesso i rivenditori lo fanno senza accertarsi dell’età anagrafica oppure, per aumentarne la vendita, vengono installate delle macchinette distributrici difficili da controllare.

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Nuove tipologie di approccio al fumo, inoltre, si stanno diffondendo soprattutto tra gli adolescenti, che oggi preferiscono le sigarette elettroniche o le “puff”. Anzi, queste ultime sono ormai le sigarette più diffuse tra i ragazzi e hanno diversi gusti, venendo purtroppo utilizzate anche da ragazzini di 11 anni perché si crede ingenuamente che non facciano danni o che comunque ne facciano di meno. Ma questo non è, perché esse contengono dal 2% al 5% di nicotina, quindi i danni ci sono lo stesso. Invece su pacchetti di sigarette normali, spesso sono presenti immagini raccapriccianti che rappresentano le conseguenze del fumo, come per dire ”io te le vendo, ma tu sai il rischio”. Non serve a molto però, e secondo i dati dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), muoiono ogni anno più di 4 milioni di persone nel mondo, di cui 650.000 in Europa, circa 80.000 in Italia, per le conseguenze indirette del tabagismo. Ogni sigaretta fumata, secondo le stime, accorcia la vita del fumatore di circa dieci minuti. E se si considera che la maggior parte dei fumatori inizia in età adolescenziale, con l’80% prima della maggiore età, si capisce come il fumo sia un vero e proprio killer silenzioso e la prima causa di morte correlata per infarti e tumori polmonari.

E’ importante, a mio avviso, una corretta informazione, anche nelle scuole, perché spesso è anche l’ignoranza dei rischi a fare nascere nuovi fumatori. Da parte mia penso che fumare non serva a nulla e non porti a niente di buono. Anche se i giovani spesso, per sopprimere gli stati di insoddisfazione, prendono questa strada e si rifugiano nell’alcol, nella droga e nel fumo, come se avessero il potere di cambiare il mondo, non è mai una scelta priva di conseguenze. Meglio restare lucidi di mente e non farsi coinvolgere da amici che fumano, perché il tutto potrebbe sfociare in una dipendenza da cui non sarà facile uscire.

La vera forza, la vera maturità per chi vuole sentirsi grande infatti non è fumare, bensì avere la determinazione di dire “NO, grazie” a chi ti offre una sigaretta che non sarà mai l’unica, solo la prima di tante.

Elisa Cambria Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G. (ME)

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