mercoledì, Maggio 1, 2024
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Da Dante a Michelangelo… fino a noi

Il 25 Marzo ricorre la giornata nominata Dantedì in cui si festeggia uno dei poeti più famosi della letteratura italiana, colui che ha scritto il poema intitolato “La Divina Commedia” e cioè Dante Alighieri.
Appunto per celebrare il sommo poeta in questa particolare giornata a noi alunni della classe 2^ D della Scuola Secondaria di 1 grado “Zirilli” è stato proposto dalle prof.  di Arte e di Italiano un interessante lavoro interdisciplinare che da Dante ci ha condotto fino a Michelangelo: la nostra attenzione è stata rivolta in modo particolare al nocchiero dell’Inferno che traghetta Dante e la sua guida Virgilio verso la sponda opposta del fiume Acheronte; mi sembra scontato dire che questo personaggio famosissimo sia Caronte.
Caronte, il nocchiero “de la livida palude”, viene rappresentato da Dante come un vecchio con la barba lunga e incolta e i capelli bianchi per l’età avanzata, ma non è un vecchio qualunque, è un demone con gli occhi rossi fuoco come brace, implacabile verso i dannati che si accumulano sulla riva del fiume infernale in attesa di salire sulla sua barca per poter raggiungere la sede definitiva della pena che sono costretti a scontare in eterno.

Caronte viene anche rappresentato, ma in modo diverso, due secoli dopo in pieno Rinascimento da Michelangelo nella famosissima opera pittorica del Giudizio Universale, dipinto realizzato dietro l’altare della Cappella Sistina in Vaticano.
Grazie a questo lavoro di approfondimento ho letto e riletto i versi scritti da Dante con molto interesse e non ho avuto difficoltà ad immaginare chi fosse Caronte, descritto dal poeta fiorentino in maniera così fortemente realistica e neppure ad interpretarlo a livello grafico osservando i particolari dell’affresco di Michelangelo.
Ma, guardando  bene l’opera del Giudizio Universale, è stato ancor più chiaro per me riconoscere le differenze esistenti tra la rappresentazione del demone infernale fatta dal poeta Dante e la rielaborazione pittorica di Michelangelo che di certo si è ispirato ai famosi versi del poeta fiorentino riuscendo a creare una figura unica e straordinaria.

La poesia di Dante è così forte e intensa che attraversa i secoli e da Michelangelo arriva sino a noi ragazzi che, leggendo i versi più significativi del suo straordinario capolavoro, restiamo ancora affascinati e meravigliati  da tanta grandezza.

Shabaj Samanta
classe 2^ D Scuola Secondaria di primo grado “Zirilli”

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