domenica, Aprile 28, 2024
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“NEL MEZZO DEL CAMMIN DI NOSTRA VITA”… MI RITROVAI IN UN’ADOLESCENZA PERDUTA.

«Stiamo imponendo agli adolescenti una distorsione evolutiva tragica. Li stiamo inchiodando nel nido materno, rendendo impossibile oggi fare l’adolescente. Dal punto di vista psicologico è molto rischioso», dice il pedagogista Daniele Novara, che continua dicendo;

«Se chiudono le scuole, ci diano almeno i numeri in base da cui hanno preso questa decisione. Per me è una decisione sbagliata, ma almeno avremmo qualcosa che ci aiuti a capire la scelta, che oggi invece risulta incomprensibile. Magari hanno dati che noi non abbiamo, che li diano».

Per molti di noi ragazzi un mini-lockdown è già iniziato. Di fatti, con la DAD, che non riuscirà mai a prendere il posto della scuola fisica, sport eliminati, e molte altre attività ludiche, niente incontri nei bar o nei parchi, niente più contatto sociale con i propri pari, ma almeno a scuola speriamo di tornarci.

Rispetto a marzo, per lo meno, c’è più sensibilità sull’argomento e tante altre persone si mettono in discussione per i nostri diritti, come il presidente dell’associazione nazionale presidi Giannelli, psicologi e neuropsichiatri.

La politica e le opinioni pubbliche non si rendono conto del sacrificio che ci stanno chiedendo. Ci stanno chiedendo distanziamento sociale, DAD, annullamento psichico, ci stanno plagiando mentalmente.

Perché chiamarlo distanziamento sociale? Perché prima ci additate che la tecnologia ci rende freddi e asociali e ora ce la imponete? Perché ci chiedete di crescere così in fretta? Fin dallo scorso anno, è stato impossibile un abbraccio, una carezza dai nonni, ci hanno vietato di toccarci, e magari per prevenzione era ed è totalmente corretto, ma perché chiamarlo distanziamento sociale e non distanziamento fisico?

Dobbiamo stare lontani l’uno dall’altro fisicamente, non socialmente, va infatti, incentivato il più possibile il rafforzamento dei legami sociali, promuovendo al contempo la socialità come concetto positivo in grado di mantenere e aumentare il benessere psicofisico.

Con la DAD abbiamo creato una distanza sia sociale che fisica, da professori e compagni. Ma la DAD non può e non potrà mai sostituire la scuola fisica. Nelle lezioni online non si ha lo stesso apprendimento che si può avere di presenza, c’è chi fa il furbo e quindi si adagia sul fatto che la professoressa o il professore è all’interno di uno schermo e quindi non può vedere ciò che succede nella tua stanza, c’è chi invece, si impegna lo stesso ma non riporterà gli stessi risultati.

La trasmissione pura e semplice dei contenuti a livello di DAD non porta apprendimento, dal momento che la relazione, lo sappiamo, è sostanziale al processo di apprendimento, non è un elemento marginale. E’ forse il peggior abominio di quest’ultimo periodo, l’assenza di attenzione alla metodologia pedagogica. Ci state chiedendo solo di ascoltare, non ti interagire, e ci dobbiamo sentire in pericolo.

Quando finisce un’ora di lezione, auguri al professore una buona giornata e clicchi quella X sullo schermo che ti fa sparire davanti la tua classe virtuale, e allora togli gli occhi dallo schermo, ti giri alla ricerca dello sguardo rassicurante dei tuoi compagni e in realtà ti senti solo e triste e l’unica cosa che vedi sono quelle quattro mura di quella stanza dove ci passi tutta la tua giornata, perché anche se la mattina devi fare lezione, il pomeriggio devi comunque studiare per l’indomani, e non hai più neanche lo sfogo di una o due ore che ti dava il tuo allenamento di calcio, di pallavolo, la palestra.

Tutto questo è un’occlusione mentale che lo Stato ci sta creando, ci chiedono di essere forti e responsabili, ci stanno chiedendo di crescere troppo in fretta. La nostra adolescenza non la stiamo vivendo appieno, anzi, non la stiamo vivendo e basta.

Jody Bertino V C BS

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