sabato, Aprile 27, 2024
Cultura

I PUPI IN TRASFERTA

Davanti all’antico non c’è moderno che tiene!

 

 

L’opera dei pupi, riconosciuta dall’Unesco come Patrimonio orale e immateriale dell’umanità, ha fatto ingresso al Quirinale lunedì 6 novembre. La mostra curata da Mimmo Cuticchio, attore e “cuntista”, erede di una delle famiglie storiche palermitane di “operanti”, è stata esibita al Quirinale davanti ad un’ampia folla alla quale il puparo siciliano mostrerà fino al 3 dicembre parte integrante della tradizione siciliana.

Questo particolare tipo di teatro che ha come protagonisti delle marionette è tipico della tradizione siciliana. I protagonisti dell’opera sono ispirati ai paladini di Carlo Magno e non solo, ogni personaggio si distingue dagli altri in base alla corazza e alla scuola d’appartenenza che poteva essere palermitana o catanese: la prima si differenzia dalla seconda poiché le marionette sono leggere e molto più snodabili.

L’Opera dei pupi – Una tradizione in viaggio” è il titolo della mostra e vuole essere un percorso dentro 50 anni di vita, spettacoli, pupi e testimonianza. Un viaggio nella meraviglia attraverso cui il “cuntista” ha fatto e fa rivivere paladini, saraceni, paggi, diavoli, angeli, figure mitologiche nuove, epopee, racconti di banditi o fatti di cronaca, macchine sceniche.

Mimmo Cuticchio ha rilasciato alla stampa alcune dichiarazioni importanti, egli infatti racconta che pur avendo portato l’opera dei pupi in giro per il mondo l’emozione di esibire il frutto del suo lavoro al Quirinale è grandissima. Molteplici sono state le autorità di rilievo che hanno assistito alla rappresentazione teatrale e a queste, cosi come a tutti gli spettatori, Cuticchio rivolge una sorta di richiesta riguardante la creazione di sedi stabili per il teatro dei pupi: sarebbe necessario, come lui stesso spiega, una sala adatta agli spettacoli per la grande scena teatrale. In Sicilia sono molti i ragazzi, gli studenti e i turisti che vanno a vedere l’opera diffusa a livello mondiale e pertanto si fa sempre più esigente il bisogno di un luogo di maggior importanza diverso dal “piccolo teatrino” situato nel centro storico di Palermo.

Non è il solito lamento di un artista incompreso, aggiunge Cuticchio, ma è compito suo pensare allo sviluppo di quest’arte e al futuro di essa. Proprio in Sicilia si tende a sperperare quella che è l’importanza di questo patrimonio anziché difenderlo e valorizzarlo in tutti i modi possibili.

L’opera dei pupi può essere considerata una tradizione in viaggio che consente di avere accesso ad un universo straordinario e corale nel quale la ricerca teatrale non si è mai fermata a dispetto del mutamento dei tempi e delle “crisi” che hanno interessato il pubblico di paesi e città.

 

Giuseppe Conte, Alessandro Bambaci II C BS

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