martedì, Aprile 23, 2024
Costume e Società

Nel Diario di Anna Frank la speranza per un mondo migliore: il calcio dice no all’antisemitismo

<Utilizzare l’immagine di Anna Frank come segno di insulto o minaccia, oltre che disumano è allarmante per il nostro Paese, contagiato ottanta anni addietro, dall’ottusa crudeltà dell’antisemitismo>

Sono queste le parole con cui il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella commenta l’inqualificabile iniziativa di una parte della tifoseria laziale che ha suscitato l’immediata reazione della Figc ed è stato motivo di discussione e di riflessione in questi giorni.

A conclusione della partita con il Cagliari di domenica scorsa, i tifosi laziali della Curva Sud hanno diffuso degli adesivi con il volto di Anna Frank con la maglia della Roma.

Sono decenni, che le tifoserie utilizzano sia la parola “ebrei” come offesa, sia la persecuzione ebraica come augurio di pessimo gusto per l’avversario. L’idea di utilizzare l’immagine di Anna Frank per insultare è stata davvero grottesca e offende la memoria dei morti nei campi di concentramento così come infanga lo spirito dello sport.

Anna Frank è nella memoria collettiva l’emblema delle sofferenze patite dagli ebrei durante le persecuzioni naziste. Una ragazzina che dopo anni di clandestinità nel retro della sua casa ad Amsterdam, è stata scoperta e deportata prima al campo di transito di Westerbork fino al famigerato Auschwitz.

Ma Anna Frank ci ha resi partecipi del suo incubo attraverso un diario, il suo conforto, ciò che le ha permesso di sognare un futuro e al tempo stesso documentare la vita nel lager fino alla sua morte, avvenuta nel 1945.

Il padre, unico sopravvissuto ha deciso di pubblicare il Diario in cui la ragazzina ha raccontato la sua vita, i sogni, il futuro, le speranze che nutriva nonostante si trovasse nel cuore della morte e dell’oscurità per l’uomo. È stato anche grazie a lei e al suo diario che le nuove generazioni hanno compreso cosa sia stato veramente il nazismo e quali fossero le sensazioni dei deportati.

<Com’è meraviglioso che nessuno abbia bisogno di aspettare un solo attimo prima di iniziare a migliorare il mondo> scriveva Anna Frank nel suo diario.

E questo è il messaggio che viene anche dal mondo del calcio. Il calcio non è questo, il calcio è unione, è passione, è felicità; e sono gli sportivi stessi a volerlo dimostrare: a Roma i giocatori hanno   indossato le maglie con il volto di Anna Frank, a San Siro i capitani di ogni squadra sono scesi in campo con i libri “Se questo è un uomo” di Primo Levi e il “Diario”, omaggiandoli poi ai bambini che li hanno accompagnati. Un gesto, questo, che mira a condannare così ogni forma di razzismo.

< Verrà un tempo in cui saremo di nuovo persone e non solo ebrei>

Claudio Pizzuro IV C BS

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