lunedì, Aprile 29, 2024
Cultura

Discriminazione o ignoranza?

È accaduto poco tempo fa a Viterbo in una scuola media:

Una bambina musulmana si è rifiutata di studiare gli argomenti di storia riguardanti la nascita e lo sviluppo del cristianesimo perché appunto, musulmana. Un evento, questo, che offre spunti di riflessione su temi importanti come la discriminazione e il razzismo. Dopo il diniego orale della studentessa, la professoressa ne riceve un altro ma stavolta per iscritto e da parte della madre sul diario dell’alunna che evidenziava il rifiuto dello studio della cultura cristiana, adducendo motivazioni religiose. Il preside ha appoggiato la professoressa rispondendo che l’argomento di studio in questione doveva essere comunque trattato perché appunto fa parte dei regolari programmi di studio.

Si pone un interrogativo, se i ragazzi musulmani si rifiutano di studiare gli argomenti riguardanti il cristianesimo, di conseguenza i cristiani che studiano la cultura musulmana devono anch’essi rifiutarsi ?

La professoressa ha aggiunto inoltre che deve comunque interrogare la ragazza sugli argomenti richiesti perché appunto elementi di programma.

Tutto ciò è il risultato di una discriminazione nei confronti del diverso che può essere più propriamente definita una forma di razzismo. La discriminazione è una “brutta bestia” che domina la società contemporanea e comprende ogni atteggiamento di intolleranza verso gruppi di persone che si identificano in base a cultura, religione, lingua, etnia, sesso, aspetto fisico e idee. L’esempio più significativo di discriminazione oggi è rivolto agli immigrati -rifugiati cioè a coloro che scappano dal loro paese per cercare fortuna e scappare dalle guerre, dalla fame e dalla povertà. Si discrimina quindi per il colore della pelle, per le tradizioni che riteniamo “diverse” dalle nostre. Molti purtroppo gli episodi di intolleranza nelle scuole dove in altri casi si è dibattuto sulla presenza del Crocifisso, simbolo della religione cristiana. Sono tutti atteggiamenti di discriminazione in una società divenuta un “melting pot” (mescolamento) di etnie, culture e tradizioni che dovrebbero rappresentare una ricchezza delle moderne società ma in realtà è tutto il contrario.

Si potrebbe dire che la discriminazione in senso tradizionale sia ormai un capitolo chiuso ma purtroppo non è così, è un mostro che continua a vagare nelle menti e nelle bocche delle persone. Basti pensare a tutti gli episodi che ogni giorno vediamo sui telegiornali soprattutto riguardanti la discriminazione femminile che dimostrano che i traguardi di parità dei diritti non sono stati ancora del tutto raggiunti, nonostante ogni forma di discriminazione sia vietata nella “Carta fondamentale di diritti dell’Unione Europea” e nella Costituzione Italiana.

Qualcuno potrebbe ancora obiettare parlando degli aspetti dell’immigrazione e di conseguenza degli immigrati. Molte volte con superficialità ed arroganza molti si permettono di parlare male di loro. Ancora più da condannare chi ascolta e tace, e non ha il coraggio delle proprie idee. All’ignoranza, si risponde solo con l’intelligenza, la consapevolezza e la cultura. Non è la prima volta che sentiamo frasi come “Dovrebbero tornare nel loro paese”, oppure “Hanno rovinato l’Italia!” o ancora “I centri d’accoglienza dovrebbero aiutare gli Italiani non loro.

C’è gente che muore di freddo e di fame” come ci hanno mostrato brutalmente i media .Ultimamente, più di un uomo è morto di freddo perché i centri di accoglienza  non hanno voluto dargli assistenza.

Altro luogo comune : “sono tutti delinquenti”.

Queste affermazioni sono proprio il frutto di discriminazione e ignoranza perché purtroppo la gente dà poco peso a ciò che dice e non vi sono regolo contro la violenza verbale o che impazza sul web .

Quelli che noi chiamiamo “IMMIGRATI” sono UMANI, proprio come noi e dovremmo imparare ad avere il reciproco rispetto. Bisogna agire con intelligenza senza “fare di tutta l’erba un fascio”

Bisogna combattere la xenofobia ovvero la paura dello straniero, della diversità in sé stessa. In conclusione come cita Martin H. Fischer: ”Le lacrime di un uomo rosso, giallo, nero, marrone o bianco sono tutte uguali“

Pino Silvia 3EBS

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