sabato, Giugno 28, 2025
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Dal Palco delle Regionali al Podio delle Nazionali


Un Sogno a testa in giù… La mia avventura tra fatica, lacrime e gioia nella Danza Aerea

L’Associazione IPSF, “International Pole and Aerial Sport Federation”, ha organizzato il 24 e il 25 maggio le Nazionali di Pole Dance, Palo Aereo e Danza Aerea.

Il regolamento prevedeva che poteva partecipare solo chi aveva superato le Regionali che, in Sicilia, si sono svolte al Teatro Mandanici di Barcellona Pozzo di Gotto.

Io, l’8 marzo, ho partecipato alle Regionali, arrivando quarta e ottenendo il punteggio necessario per superarle e accedere alle Nazionali.

Posso andare alle Nazionali a Roma!”, pensavo tra me e me, quasi incredula.

Dopo un primo “NO” dei miei genitori, sono riuscita a convincerli grazie all’aiuto dei miei insegnanti.

Per circa due mesi ho intensificato gli allenamenti senza trascurare (SPERO!) gli impegni scolastici e le altre discipline di danza che pratico tutti i giorni (moderna, contemporanea, classica, coreografica/latina).

La sera, dopo cena, andavo in palestra per provare la coreografia di Danza Aerea (cerchio).

Finalmente sono pronta per la partenza… la mia valigia, piena di cose, speranze e paure, è stracolma, e così, giovedì 23 maggio, sono partita con il mio gruppo alla volta di Roma.
Ero molto tesa, come tutte le altre mie compagne, perché avevamo paura di dimenticare parte della coreografia o di scivolare, vanificando tutti i nostri sforzi.

Anche perché il regolamento di partecipazione era molto severo.

Infatti, dovevamo avere una tuta non volgare, piedi, mani e viso puliti, piedi a punta e gambe tese.

Quello stesso giorno, di pomeriggio, io e la mia squadra siamo andate al Palazzetto Federale di Roma, all’EUR, per le prove generali.

Quando toccava a me, sono salita sul cerchio, ma era diverso, più scivoloso rispetto a quello su cui mi ero allenata, e mi sono persa d’animo.

Ho pianto, forse per la paura di non farcela alla gara o forse per l’ansia.

Mia mamma, che mi ha accompagnata, mi ha rassicurata più volte.

Tuttavia, ho continuato a essere spaventata anche quando il mio coach si è procurato un gel che usavano le altre atlete, che garantiva una migliore aderenza al cerchio.

Prima di lasciare il palazzetto, io e tutte le atlete (eravamo davvero tantissime), anche quelle delle altre scuole, abbiamo provato la cerimonia di apertura… ancora non ci credevo di essere davvero lì, quello per me era un sogno!

Il giorno seguente, come previsto, ho partecipato alla cerimonia di apertura e abbiamo cantato l’Inno di Mameli… un’emozione fortissima!

Successivamente, si sono esibiti gli atleti di Pole Dance; le nostre esibizioni, invece, erano previste per il giorno seguente.

L’ansia cresceva… con difficoltà ho preso sonno e la mattina mi sono svegliata prestissimo per prepararmi. I capelli dovevano essere legati, perché avrei perso dei punti se, durante l’esibizione, mi avessero coperto il viso… lo chignon mi ha fatto avere una crisi… non mi piaceva!

Mia mamma ha dovuto rifarlo due volte!

Raggiungere il luogo della gara è stata un’avventura… due autobus e una passeggiata di oltre un chilometro… ma alle 11.00 del mattino ero lì, al palazzetto, in attesa del mio turno!
L’aria era densa, tutte eravamo elettrizzate per l’imminente esibizione, ma, al contempo, la tensione era a mille!

Secondo la tabella di marcia, avrei dovuto esibirmi alle 15:35.

Al momento giusto, ho indossato la mia tuta, blu con dei brillantini ma senza maniche.
Qualche atleta nel backstage mi aveva detto che, per regolamento, dovevo avere le braccia coperte… sono andata letteralmente in panico… ho pianto di nuovo!

Ho cercato una soluzione, ma non ce n’erano molte.

Magari indossare la tuta di una mia compagna…

No – avevo deciso – avrei indossato comunque quella che avevo scelto, anche perché era in linea con la musica e la coreografia che avevo preparato.

Finalmente era arrivato il mio turno… non ricordo cosa ho pensato prima di salire sul palco, ma avevo il cuore che mi batteva fortissimo.

C’era il pubblico, c’era mia mamma, i miei zii e i miei cugini venuti apposta per vedermi, le mie compagne… La presentatrice ha pronunciato il mio nome: “SOFIA ALIQUÒ”.

Sono entrata in scena, mi sono presentata alla giuria con l’inchino che mi hanno insegnato.
In attesa che cominciasse la musica, ho pensato alla mia prima insegnante di danza classica, alla sua leggerezza ed eleganza (penso sempre a lei prima di esibirmi!).

Così ho preso posto sul palco e ho eseguito a regola d’arte la mia coreografia.

Un passo, un altro passo, sul cerchio a testa in giù, in spaccata…

Mi inchino di nuovo davanti alla giuria e volo via a sedermi su quel divanetto che ci avevano indicato per aspettare la votazione.

Dieci minuti interminabili di pensieri, speranze e paure.

Pensavo: “Forse la ragazza prima di me è stata più brava, magari non sono stata all’altezza della situazione! Eppure i piedi li ho tenuti bene, non sono scivolata, ho fatto i rolles…”.

Guardo mia madre… le mimo con le dita due… la mamma sorride… allora le mimo il tre…
La giuria era stata impietosa con le altre che si erano esibite prima di me… voti bassissimi,

anche 0,5, 2…

Quindi, cosa potevo aspettarmi?

Ho trattenuto a stento le lacrime… mentre pensavo, ho sentito la presentatrice dire:

Abbiamo il punteggio totalizzato da Sofia Aliquò”.

Ho chiuso gli occhi, stavo per svenire… sento: “14,8”… mi giro a guardare il video… sorrido!

Penso: io??? Davvero???

Finalmente sono tranquilla e felice, tanto felice.

Corro via, nell’ordine: dalla mamma, dal coach, dalla zia… credo di aver danzato in quegli istanti dalla gioia! Tutti – le mie compagne, la mia mamma, l’insegnante – mi hanno detto “brava”, ma io già pensavo che qualcuna dopo di me poteva essere più brava!

Alla fine, potevo davvero aspirare a vincere!

Le sfidanti della mia categoria si esibivano una dopo l’altra – eravamo in tutto ventuno – una di loro, superlativa, mi supera!

Solo una però… e alla fine della manifestazione ho capito che ce l’avevo fatta… sarei salita sul podio… ero felicissima.

Ho seguito le esibizioni delle altre categorie: coreografie impegnative, ragazze che erano un tutt’uno con il cerchio. Chissà da quanto tempo si allenano, ho pensato, quanto sono brave!

E poi arriva lei… con il suo costume rosso e nero sgargiante… le “corna” da diavolo sulla fronte… ha iniziato a ballare sul cerchio: uno spettacolo!

Ero estasiata, al punto che io e una mia compagna ci siamo congratulate con lei!

Era circondata da parenti e amici che la osannavano… era stata davvero “super”!

Sono le ore 23.00 del 25 maggio 2025… chiamano le atlete sul palco per categoria.
La mia è una delle più numerose… siamo salite tutte… il podio è lì davanti con i suoi numeri

“1”, “2” e “3”… Hanno chiamato la terza classificata, poi chiamano me… Sofia Aliquò

Sono salita tutta orgogliosa sul gradino n. 2 del podio.

Ho abbassato la testa per farmi mettere la medaglia, ho ringraziato l’hostess che si è congratulata con me e ho dato un abbraccio alla vincitrice.

Lo posso dire che ero e sono felice di essermi classificata al secondo posto della mia categoria alle Nazionali di Danza Aerea?!?

Sì, sono orgogliosa di me…Questa classifica significa tanto per me.

Questa esperienza mi ha dato tanta gioia, ma anche la consapevolezza che là fuori ci sono tantissime ragazze strepitose che si impegnano ogni giorno per migliorarsi.

E questo è il mio obiettivo: migliorarmi e, perché no?!?

Diventare, se non la migliore, una delle migliori!

Laboratorio di Giornalismo, classe 1^A Zirilli

Articolo di Sofia Aliquò

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