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L’otto marzo: dalla mimosa alle attuali battaglie per la parità

L’otto marzo si celebra la “Giornata internazionale della donna”, per la quale la parola “festa” non è il termine più corretto, visto che in questo giorno dobbiamo soprattutto ricordare le battaglie affrontate dalle donne in passato e, purtroppo, anche nel presente. Storicamente per la prima volta questa giornata è stata celebrata il 28 febbraio 1909 negli Stati Uniti grazie all’iniziativa del partito socialista americano, che scelse questa data in memoria di uno sciopero da parte delle camicie newyorkesi, avvenuto l’anno prima per aver rivendicato con forza migliori condizioni di lavoro. Negli anni successivi essa fu celebrata anche in Europa e il 22 marzo 1922 per la prima volta anche in Italia. La mimosa, invece, è diventata il simbolo tipicamente italiano di questa ricorrenza dopo la proposta, nel 1946, da parte di Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei. E’ stato scelto questo fiore sia per la stagione di fioritura, a marzo, sia perché il giallo rappresenta il passaggio dalla vita alla morte, diventando il simbolo delle donne che si sono battute per l’uguaglianza dei loro diritti.

Ma quali sono state le battaglie che il genere femminile ha affrontato negli anni in Italia? Primo fra tutti il diritto al voto, che le donne riuscirono ad ottenere solo nel 1945, dopo la seconda guerra mondiale. Il 31 gennaio del 1945 il Consiglio dei Ministri emanò infatti un decreto che riconosceva il diritto di voto alle donne sopra i 21 anni. Però esse avevano il diritto di votare ma non quello di essere votate, e solo il decreto legge del 10 marzo 1946 diede loro la possibilità di candidarsi alle elezioni e di essere votate.

Anche l’indipendenza economica fu una delle battaglie per cui le donne hanno dovuto lottare, perché purtroppo non avevano accesso alle professioni pubbliche. Nel 1948 la Costituzione Repubblicana ha dato loro il diritto di accedere agli uffici pubblici, ma esse non avevano ancora il diritto di famiglia, gli asili nido e i consultori, che negli anni ’70 divennero oggetto di diverse leggi. In quegli anni sono state inoltre approvate due leggi significative: l’interruzione di gravidanza e il divorzio.

Nonostante tutte queste battaglie, però, ancora oggi le donne vengono discriminate, hanno meno possibilità di carriera e solo una su quattro riesce a ricoprire una posizione dirigenziale. Esse, inoltre, subiscono fenomeni di violenza, fisica, psicologica e verbale, e numerosi sono i fatti di cronaca che ogni giorno vengono trasmessi dai mezzi di comunicazione: donne sottoposte a stalking che spesso sono costrette a cambiare abitudini di vita e perdere la fiducia in se stesse, episodi di violenza tra le mura domestiche che vanno dalla mancanza di rispetto verbale a veri e propri episodi di femminicidio. Troppi sono gli abusi che le donne non denunciano per paura.

Oggi più che mai, nonostante il cambiamento dei tempi, tutti indistintamente dobbiamo invece educarci al rispetto, anche verbale, a non dire che le vittime “se la sono cercata” solo per un atteggiamento o un abito. E non basta sicuramente più, secondo me, solo un mazzo di mimose come simbolo per tutte le rappresentanti del genere femminile, ma è importante fare campagna di sensibilizzazione nelle scuole, coinvolgendo tutti gli alunni, ragazze e ragazzi, affinché già dalla giovane età capiscano il vero significato di questa ricorrenza, che ha senso solo se intesa come occasione di riflessione.

Ezio Demetrio Mammola

Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G. (ME)

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