lunedì, Maggio 6, 2024
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“NO ALLA GUERRA” DAGLI ALUNNI DELL’I.C. CAPUANA

Flashmob al Capuana per dire NO alla guerra.

Venerdì 18 marzo, alcune classi, rappresentanti la scuola primaria e secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo Luigi Capuana di Barcellona Pozzo di Gotto, hanno organizzato un flash mob per la pace. Gli studenti, accompagnati dai docenti e dalla Dirigente, Dott.ssa Carmen Pino, si sono radunati intorno alle 10.30 davanti il Teatro Mandanici per dire “no alla guerra”.

La manifestazione si è svolta in   circa un’ora. È stato un Consigliere Comunale  a introdurre il flash mob: “Abbiamo scelto il Teatro Mandanici per manifestare il dissenso alla guerra, perché è stato bombardato proprio un teatro d’arte drammatica «nel cuore di Mariupol», che era stato convertito in rifugio per centinaia di civili, nonostante sulle piazze antistanti l’edificio ci fosse dipinto a caratteri giganti in russo la scritta “bambini”(“дети”  ). Un tentativo per salvare il luogo dai bombardamenti.” ha spiegato l’assessore.  Accanto alla scalinata del Teatro sono stati riposti a terra quattro grandi cartelloni: uno bianco con scritto in lingua russa “bambini” e altri tre sui quali sono stati disegnati, dai ragazzi della classe III B della scuola secondaria, una colomba sulla quale è stato inciso un messaggio univoco, Pace.

In modo coreografico e ordinato, gli studenti coordinati da un‘ insegnante si sono disposti sulla scalinata tenendo fra le mani ciascuno un cartoncino con i colori azzurro e giallo, i colori della bandiera dell’ Ucraina.

Commovente soprattutto il momento in cui, in coro, i ragazzi hanno inneggiato alla pace con il grido: “No alla Guerra”.

Davvero complimenti a tutti gli insegnanti della primaria, ai professori della secondaria per l’impegno e la sensibilità con i quali hanno saputo trattare l’argomento, facendo esprimere gli studenti attraverso l’arte e le parole. “Si alla pace no alla guerra” – un grido solidale nei confronti dei loro coetanei ucraini a cui viene rubato il futuro. È stata una manifestazione di sensibilizzazione su quanto sta accadendo in questi giorni e un modo per unirsi al coro di quanti vogliono testimoniare la loro esortazione a chiudere il conflitto militare in corso in Ucraina e sostenere la speranza in concrete iniziative di pace.

Emanuele Catalfamo III B “Verga”

La pace, il bene più grande a cui l’umanità possa aspirare, ininterrottamente calpestata

Tutto il sangue versato dagli uomini in nome della guerra, ancora oggi, evidentemente non è abbastanza; le guerre continuano a lacerare imperterrite la società. Facendo un breve excursus storico, posso dire che la guerra ha sempre caratterizzato la vita dell’uomo e sono stati relativamente brevi i periodi di pace; il fattore scatenante è sempre stato la smania di conquista e di possesso di nuovi territori, che avrebbero portato ricchezze. I Romani fondarono un vero e proprio impero sulla guerra, la quale era indispensabile per la sopravvivenza stessa del regno, in quanto apportava denaro nelle casse di Roma. Vi furono, poi, le Guerre Sante, le cosiddette Crociate indette dai Papi per la riconquista di Gerusalemme e dei luoghi sacri, ma sempre con il secondo fine di accaparrarsi nuovi territori. Per giungere, infine, alle due guerre che nel ‘900 sconvolsero tutti per le modalità con le quali furono combattute e per le atrocità commesse, che vennero giudicate come crimini contro l’umanità. Purtroppo, non è ancora abbastanza, non è ancora finita perché, benché si aspiri sempre alla pace, si continua a fare la guerra; l’uomo non ha capito niente in ben duemila anni. Oggi se ne stanno combattendo diverse e per diversi motivi, come le varie guerre nei territori africani tra popoli di etnie diverse o anche la guerra che contrappone l’Occidente ad una frangia estremista di musulmani dove, questi ultimi provano un cieco odio che li spinge a combattere, commettendo atti di efferata violenza, in nome della religione. E poi, una fra tutte, il conflitto Russia – Ucraina, che sta mettendo a repentaglio la pace nel mondo, proprio in queste ore. Sono quasi cento anni che Stati Uniti e Russia si guardano “storto” e oggi Stati Uniti, Nato e Unione Europea sono in allarme, e questo è ben fondato, dati gli ultimi sviluppi. Il più grande paese dell’Europa dell’Est avrebbe voluto liberarsi dalle interferenze russe fin dal 1991, ma il Presidente Putin non è assolutamente d’accordo, e ora con la forza vuole imporre all’Ucraina di rimanere neutrale solo per continuare a dettare legge e ad imporsi per proseguire il suo predominio; non vuole permettere che l’Ucraina alzi la testa e decida da che parte stare. Per cercare di non scatenare un conflitto che potrebbe avere risvolti drammatici, si sta cercando il dialogo con la Russia, anche se pare sia difficile. Già da molti giorni si cerca di mediare con il Presidente russo per trovare un’intesa ma fino a questo momento, 9 Marzo 2022, non si è arrivati a nulla. Migliaia di civili hanno già perso la vita e anche gli aiuti sono difficili persino per i beni di prima necessità; per ben due volte sono stati fatti saltare i corridoi umanitari che avrebbero permesso l’entrata dei viveri per la sopravvivenza. Sono strazianti i video postati da uomini, donne e bambini dai bunker sotterranei; sembra un incubo invece, purtroppo, è tutto vero, è tutto reale.

Secondo me, se dovesse scoppiare un nuovo conflitto di dimensioni globali, esso porterebbe alla distruzione dell’umanità, proprio perché ormai le guerre si combattono con armi di distruzione di massa e non più con fucili e carri armati, in modo da sterminare intere città fatte di gente che non ha colpa ma che però è sacrificabile. A farne le spese siamo noi tutti, poveri ignari, che veniamo travolti delle decisioni dei “potenti”, dei “governanti” cioè di coloro che hanno solo voglia di potere e bramosia di denaro.  Forse un giorno si riuscirà a raggiungere la pace nel mondo, anche se a parer mio è utopia. La pace è senz’altro il bene più grande a cui l’umanità possa aspirare; la pace è quella condizione che consente all’umanità di ambire anche ad altri importanti valori come la libertà, la giustizia e la democrazia ed è infatti impossibile poter godere della libertà, senza che vi sia la concordia fra gli uomini. Credo che ormai sia giunta l’ora di riflettere, perché tutti noi siamo stanchi del sangue versato ingiustamente e delle atrocità subite, che non possono esistere in un mondo progredito come il nostro; il valore immenso della pace viene compreso dagli uomini, quasi sempre, quando questa irrimediabilmente viene perduta; quindi, non bisognerebbe mai smarrire la via della ragione in modo che il negoziato e la dialettica aiutino a sanare tutti i contrasti.

Simone Paratore IIIB Verga

Docente Melina Presti

La pace: la più sicura dimostrazione del progresso civile della società

Il 24 febbraio le forze russe hanno invaso l’Ucraina dopo anni di minaccioso potenziamento militare e 30 anni di indipendenza dell’Ucraina che sono seguiti al disgregamento dell’Unione Sovietica nel dicembre 1991. E mentre in Italia e nel resto del mondo le piazze si riempiono per manifestare contro la guerra, I carri armati russi  schiacciano nel sangue la libertà e il cielo sopra a Kiev continua a essere illuminato dai bagliori delle esplosioni. L’ invasione russa giunge ai nostri occhi con immagini terribili di distruzioni e massacri di povera gente, di lunghe code di profughi, anziani donne e bambini che fuggono dagli orrori della guerra che ricompare con gli scenari di crudeltà gratuite e di sfrenate violenze. Alcune volte si parla della guerra in maniera distaccata, come qualcosa di lontano che non ci riguarda e non ci intacca minimamente e più passano i giorni, più il tutto si riduce ad un semplice fatto di cronaca o, peggio, ci si focalizza solamente sulle conseguenze che può avere sul nostro Paese, sulla nostra vita senza vedere quali atrocità ha già causato e continua a causare. Per un attimo, pensiamo a tutte quelle persone, quei bambini la cui vita è letteralmente cambiata in una settimana: si è passati dalle case ai rifugi antiaerei di fortuna come quelli nella metropolitana della capitale ucraina dove pochi giorni prima, giorni che adesso sembrano così lontani, passavano i treni e scorreva il normale ritmo che scandiva la vita di Kiev uguale a quello che scandisce la vita di tutte le altre metropoli.

Proviamo a immaginare cosa voglia dire per una madre o un padre dover spiegare ai propri figli che improvvisamente c’è qualcuno là fuori che li potrebbe uccidere, che improvvisamente la guerra accompagnata dai carri armati e dalle bombe è venuta a bussare alle loro porte, che non si sa quando finirà né se ci sarà un domani per loro. Proviamo solamente a immaginare la reazione dei troppi bambini strappati alla loro quotidianità, da un’invasione di qualcuno che dall’oggi al domani in virtù della sua ferocia, ha deciso che l’Ucraina non è mai stata una Nazione, alle loro scuole, ai loro giochi, alle feste in maschera nella settimana di carnevale, alla loro infanzia e catapultati dentro una guerra, dentro a dei sotterranei in mezzo al freddo e ai boati sempre d’intensità maggiori. Le guerre scoppiano ma al termine non ci sono vincitori perché tutti perdono qualcosa: la casa, la vita, i parenti, gli amici…

Premettendo di non essere esperto di geopolitica e di trattative diplomatiche, voglio esprimere ugualmente una mia riflessione: non si può non dire che ogni guerra è assurda, perché uccide, ferisce le persone e provoca un disastro generale ed è, dunque sempre doveroso partire dalle vittime per ogni considerazione.  Questa escalation, che la Russia ha descritto come un’“operazione militare speciale” e gli Stati Uniti hanno chiamato “guerra premeditata” è diventata la maggiore minaccia alla pace in Europa dalla Seconda guerra mondiale. Dovremmo invece impegnarci affinché le guerre non abbiano mai luogo, per evitare grandi catastrofi che, a causa della potenza delle armi nucleari o biologiche dell’era moderna, potrebbero assumere proporzioni enormi e sfuggire al controllo dell’umanità stessa. La pace è la più sicura dimostrazione del progresso civile della società; bisogna combattere l’odio, il razzismo, le discriminazioni religiose, la sete di potere; l’operato di ognuno di noi, per quanto piccolo, può contribuire in modo positivo e costruttivo a dare sicuramente un mondo migliore.

Emanuele Catalfamo 3B Verga

Docente Melina Presti

RIFLESSIONI SULLA GUERRA

Quanto sta accadendo in questi giorni tra la Russia e l’Ucraina ci impone delle riflessioni sulla guerra e sul valore della pace.

Da sempre l’uomo ha dovuto combattere. Nelle società del passato le guerre erano legate a motivi per lo più territoriali e di conquista, ma con l’evoluzione delle società guerre e scontri sono scoppiati per motivi ideologici, religiosi e anche per motivi politici ed economici.

La guerra non è mai una soluzione giusta o accettabile. Una società davvero evoluta e civile dovrebbe difendere la pace sempre e comunque e cercare qualunque strategia per risolvere i dissidi senza il ricorso alle armi. Questo perché se è vero che le guerre vengono decise dai potenti, dai governanti, da chi sta in vetta alla società’, è il popolo, la gente normale, i lavoratori che ne pagano le conseguenze. In questi giorni stiamo vedendo in televisione migliaia di persone costrette a lasciare la propria casa e la propria terra sotto il fuoco dei bombardamenti, bambini e quante stanno fuggendo per salvare la propria vita. Hanno i volti trasformati dalla sofferenza e dal terrore. Parlano di azioni di guerra effettuate con precisione chirurgica su obiettivi specifici per limitare le vittime tra i civili, ma in realtà le vittime ci sono e sono veramente tante. In TV vengono diffuse notizie terribile, raccontano di ospedali dove non arrivano più farmaci, dove non c’è energia elettrica e quindi non si ha la possibilità di curare chi sta male, i feriti, i malati oncologici. Alle vittime dei bombardamenti si aggiungono, quindi, le vittime della miseria e della distruzione operata dal conflitto…

La pace è un bene inestimabile che bisogna sempre desiderare e preservare. La pace è una conquista, ma è anche un diritto che ciascuno ha il dovere di mantenere. Solo diffondendo la cultura della non violenza, della tolleranza e del rispetto reciproco si può sperare di andare avanti e di convivere, pur nelle diversità di pensiero e di ideologia, liberamente e pacificamente.

MARTA SANT’ANGELO III B “Verga” Barcellona P.G.

Docente Melina Presti

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