venerdì, Aprile 26, 2024
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AVVENTURE NEL TEMPO

Intervista a Cavour  seconda guerra d’ indipendenza.

“Siamo di nuovo qui. Dopo l’intervista a Napoleone e Mazzini, oggi intervisteremo Camillo Benso, Conte di Cavour, quindi andremo in Piemonte, l’isola dei… Ops! Ho sbagliato di nuovo!” Esclamai.

Poi dissi:” Antonio, non sono pronta! lo sai che io ho sempre stimato Cavour! “Il mio collega mi tranquillizzò dicendo:” Tranquilla, fai come hai fatto con Napoleone e Mazzini, calma e perfetta… Fai finta di fare l’intervista a tua sorella”. Subito dopo, nella piazza dove lo stavamo aspettando, arrivò Cavour.

Antonio chiese: “Signor Camillo Benso, Le volevamo fare una intervista, se non le dispiace.”

E Cavour disse: “Non vi preoccupate.  Ponetemi tutte le domande che volete!”.

Antonio iniziò a riprendere ed io cominciai: “Siamo di nuovo qui, dopo l’intervista a Napoleone e a Mazzini, oggi intervisteremo Camillo Benso, Conte di Cavour, quindi andremo in Piemonte. Iniziamo con la prima domanda: perché avete sempre desiderato un’Italia unita, libera e indipendente dallo straniero?”.

Ed egli rispose: “Perché l’Italia è un unico paese. Ha secoli di gloriosa storia alle spalle, il suo passato è costellato di eroi e uomini di grande fama. Abbiamo diritto a chela nostra patria sia unita, perché gli altri paesi ci devono conquistare e sottomettere? Solo perché vogliono un paese più esteso? Noi Italiani non siamo in vendita! “.

Poi chiesi: “Quali sono state le vostre prime mosse? “Egli rispose: “In politica interna ho cercato di migliorare il regno, renderlo più bello, moderno e sviluppato, in tutti i campi dell’economia, infatti per questo ho fatto bonificare le paludi, costruire canali, ho favorito lo sviluppo di industrie e vie di comunicazione. In politica estera volevo combattere contro l’Austria, ma quel paese era troppo forte per noi…piccolo regno italiano. Inoltre non fidavo più degli altri paesi italiani, perché ritenevo sarebbe finita come per la prima guerra di indipendenza nella quale, dopo le prime vittorie qualche regno aveva ritirato le proprie truppe…

Poi chiesi: “Terza domanda: con quale paese si alleò? Quale fu l’occasione più propizia per stringere quest’alleanza?” E Cavour rispose: “Ho deciso di chiedere aiuto agli Inglesi ed ai Francesi perché sono paesi molto forti. L’occasione fu la guerra di Crimea contro la Russia. Io ho inviato 15.000 soldati a combattere insieme a loro e la guerra fu vinta dalla nostra coalizione. Così io fui invitato a sedermi al tavolo dei vincitori. Quella fu l’occasione per raccontare a tutti i paesi europei la brutta situazione italiana e cercare alleati.”

Ed io domandai:” E loro, sentendo la brutta situazione in Italia, che cosa hanno detto?”

E Cavour rispose: “Fortunatamente mi hanno ascoltato e non si sono messi a ridere. Dopo incontri fatti in gran segretezza finalmente giungemmo ad un accordo con Napoleone III, re di Francia. Il sovrano francese ci avrebbe concesso il suo aiuto ad una condizione: dovevano essere gli Austriaci a dichiarare guerra. Ma io ho fatto in modo che essi si arrabbiassero così tanto da dichiarare guerra perché ho mandato al confine con il Lombardo Veneto i cacciatori delle Alpi, guidati da Garibaldi a provocare il nemico.  Subito l’Austria ci ha posto un ultimatum: se entro tre giorni non avremmo ritirato le truppe ci avrebbe dichiarato guerra. Io non aspettavo altro! Così tra breve tempo ci sarà la seconda guerra di Indipendenza e voi siete invitati a fare i cronisti, se volete venire con noi. Ma attenzione, la guerra non è mai una cosa bella…!”

Io sapevo che guerra era sanguinosa e dissi:” Noi verremmo volentieri, ma non abbiamo il permesso di fare le riprese. Un saluto e a dopo!”. Antonio chiuse la telecamera e corremmo a più non posso perché stava iniziando la guerra.

Salimmo sulla terrazza di un palazzo per vedere dall’alto cosa succedeva. Vedemmo da lontano i piemontesi che allagavano le loro campagne per ritardare l’arrivo degli austriaci e attendere i rinforzi dalla Francia. Ma c’era così tanto sangue che si vedeva solo il rosso! Accanto a noi c’era un distinto signore, uno svizzero. Si presentò con il nome di Henry Dunant.  Anche lui rimase sconvolto dal gran numero di morti e ferito e ci disse che sarebbe stato giusto, in futuro, fare qualcosa per loro, nelle prossime battaglie. Dopo alcuni anni sentimmo parlare di lui e scoprimmo che aveva fondato l’associazione di volontariato famosa ancora oggi: “La Croce Rossa”

Dopo un po’ abbiamo visto Napoleone III andarsene. Purtroppo non siamo arrivati in tempo per fargli cambiare idea… chissà perché: avrà avuto i suoi buoni motivi… Qualche giorno dopo tornammo in diretta e feci l’ultima domanda a Cavour: “Com’è finita la seconda Guerra di Indipendenza?” Ed egli rispose: “Male e bene. Male perché Napoleone III, come sapete si è ritirato ed ha firmato l’armistizio di Villafranca con il re austriaco…. Bene perché abbiamo conquistato il Lombardo-Veneto anche se abbiamo ceduto alla Francia Nizza e Savoia, due nostre bellissime città a noi molto care: una città natale di Garibaldi e l’altra luogo d’origine della famiglia Savoia. Ma tutto sommato possiamo dire di aver fatto un passo in avanti, anche perché diversi regni del centro-nord, con plebisciti, si sono uniti al regno di Savoia…ma c’è ancora tanto da fare. Adesso vi lascio…sono davvero molto occupato” Ed io dissi: “Grazie Cavour per questa meravigliosa intervista! Grazie a voi per averci seguito e a presto con le nostre avventure nel passato!”.

Io ringraziai Cavour per l’intervista. Quando tornai a casa mi fecero i complimenti, di nuovo!

CHIARA PALELLA 1C MILITI

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