giovedì, Maggio 2, 2024
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Il relitto più antico del Mediterraneo

Il relitto di una nave fenicia, risalente a più di 2500 anni fa, è stata ritrovato a 110 metri di profondità, vicino a Malta, dove un professore dell’Università del luogo conduceva degli studi da oltre dieci anni.

A settembre, il professor Gambin, archeologo, ha guidato un team costituito da professionisti maltesi, francesi e di altre nazionalità per effettuare ricerche più approfondite nel tratto di mare a nord-ovest da malta.

Grazie a questo team, poco tempo fa, è stato appunto rintracciato il relitto.

Sembra essere quello che già si preannuncia un ritrovamento senza precedenti: anche perché si pensa possano esserci anche altri elementi di notevole interesse come monete e anfore.

“Bisogna considerare che la nave è molto antica, è molto insabbiata, ma abbiamo in previsione che per il prossimo anno uno scavo farà emergere, se presente, il fasciame ed eventuali reperti.” Ha affermato L’archeologo nell’annunciare il ritrovamento.

Continua poi dicendo che toccare quelle anfore e trasportarle nella terra ferma, cioè muoverle da dove non si spostavano da millenni, è stata un’emozione indescrivibile, nella consapevolezza di poter toccare un pezzo unico e mai scoperto fino ad oggi.

Il ritrovamento si deve anche a un italiano, l’unico presente nel team, un sub, che attraverso le sue immersioni ha contribuito all’importante ritrovamento.

La squadra ovviamente ha potuto usufruire di molti aiuti come quello offerto dai russi che hanno fornito due sottomarini e molte altre apparecchiature.

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Questa nave sembra essere affondata per via di un temporale mentre seguiva la sua rotta commerciale: infatti i Fenici sono famosi per essere stati abili navigatori e commercianti marittimi.

Effettivamente la parola “Fenici”, con cui venivano designati dagli altri popoli, deriva dal termine greco che indica il colore rosso porpora. Questo pigmento, infatti, era ottenuto da un mollusco marino che presenta delle lunghe protuberanze appuntite sul guscio, il murice; il colorante, usato per i tessuti, si formava con la frantumazione del guscio e della polpa dei molluschi che poi si faceva bollire per giorni.

L’esportazione della porpora era dunque uno dei punti cardine delle attività commerciali dei fenici.

Altra attività strettamente legata a questo popolo di navigatori è l’uso dell’acqua marina per ottenere del sale. Usavano infatti prelevare dell’acqua e metterla dentro una ciotola al sole, affinché l’acqua potesse evaporare e lasciare sul fondo il sale.

Un popolo, quello dei Fenici, che non ha mai smesso di affascinarci e di stupirci, così ricco di navi e così avanti nelle tecniche e negli strumenti di navigazione. Adesso, grazie al ritrovamento del relitto, potrà essere l’oggetto di nuovi e ulteriori studi.

 

Riccardo Crisafulli III D BA

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