mercoledì, Maggio 8, 2024
Comprensivo Milazzo 3

Quando la comunicazione offende…

Le conversazioni su internet sono spesso avvelenate da centinaia di disturbatori che usano un linguaggio violento, insulti, troll (un troll, nel gergo di internet e in particolare delle comunità virtuali, è un soggetto che interagisce con gli altri tramite messaggi violenti, provocatori e irritanti).

Personaggi famosi come Bebe Vio sono state vittime di messaggi tossici. Bebe Vio ha appena denunciato gli autori della pagina Facebook che l’avevano presa di mira e che invitavano a usare violenza contro la sua persona inneggiando a pratiche violente e sessuali.

La campionessa paralimpica di scherma ha dato una risposta decisa a questi comportamenti, raccontando all’Ansa la sua “amarezza e delusione” per l’ennesima, ignobile vicenda alimentata dalla Rete.

Tutti noi dovremmo riflettere e ponderare bene prima di lasciare un messaggio o un commento sui social media.

Per questo riteniamo che dovrebbe esserci un codice di comportamento etico da rispettare e che sia necessario fare proprie queste semplici regole.

  1. Virtuale vuol dire reale, dobbiamo scrivere solo le cose che abbiamo il coraggio di dire di persona.
  2. Quello che si scrive si è, le parole rappresentano la persona.
  3. Prima di scrivere bisogna pensare, prendiamo il tempo sufficiente per esprimere meglio ciò che pensiamo.
  4. Prima di parlare ascoltiamo, nessuno ha sempre ragione, perciò teniamo conto del parere altrui.
  5. Le parole sono un ponte, cerchiamo di comprendere le parole per entrare in relazione con gli altri.
  6. Le parole hanno conseguenze, ogni parola che scriviamo può avere delle conseguenze.
  7. Condividere è una responsabilità, bisogna condividere solo dopo aver capito il significato.
  8. Le idee vanno discusse, anche con chi ha delle idee che non condividiamo.
  9. Gli insulti non sono mai accettati e non meritano risposte.
  10. Anche il silenzio parla, alcune volte è meglio tacere.

Chi è tutto il giorno incollato ai social network e scrive cose senza senso o senza riflettere, causando gravi e, a volte, terribili disagi e sofferenze, dovrebbe riflettere sulle conseguenze che le sue parole o i suoi comportamenti possono causare.

Al malcostume social non si sottraggono neanche persone che per ruolo ed importanza dovrebbero essere molto più caute… pensiamo per esempio al nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha utilizzato i social per scagliarsi contro i suoi avversari politici, infiammando in modo rozzo e violento suoi supporters.

I social e la comunicazione 2.0 sono diventati oggi dominanti e nessuno può fare a meno di usarli, il problema è il “come”.  Si dovrebbe imporre o almeno sostenere un codice morale che difenda dal cyber bullismo, dal sessismo o da altre pratiche violente.

Un progetto sociale di sensibilizzazione contro le parole di odio e ignoranza che sono presenti sui social media, voluto da Gianni Morandi, un cantante molto popolare, diventato re dei social media, ha conquistato il pubblico dicendo: ‹‹L’autoironia è la chiave per controbattere gli insulti. Cerco di non arrabbiarmi mai ma le parole hanno un peso. Soprattutto quelle scritte››.

Il manifesto della comunicazione non ostile, ‹‹consta di una carta di dieci principi di stile per combattere i linguaggi negativi che si propagano facilmente in rete››, cui abbiamo fatto riferimento prima.

Anche noi ragazzi dovremmo avere maggiore consapevolezza e capire che le parole pesano davvero perché, come ha scritto Carlo Levi, “le parole sono pietre” e hanno spesso dolorose conseguenze.

Tocca a noi porgere l’altro tweet e non perdere la voglia di confrontarci e di portare rispetto perché forse questa è la migliore risposta ai tanti troll che vigliaccamente si nascondono nella Rete.

 

Francesco Foti, Stefano Lavinio classe 2^ A

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