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Il coraggio di Rosa Parks

Disobbedire per difendere i diritti civili

Rosa Parks era una donna afroamericana nata a Tuskegee, in Alabama, negli Stati Uniti, il 4 febbraio 1913. A partire dal 1943, Rosa aderì al Movimento per i diritti civili statunitensi e divenne segretaria della sezione di Montgomery della National Association for the Advancement of Colored People (NAACP). A metà del 1955 iniziò a frequentare un centro educativo per i diritti dei lavoratori e l’uguaglianza razziale, la Highlander Folk School.

In quel periodo Martin Luther King lottava per difendere i diritti dei neri, che venivano oppressi dai bianchi. Rosa Parks il primo dicembre del 1955, terminata la giornata lavorativa, prende l’autobus 2857 per dirigersi a casa. Si siede in una fila centrale, ma quando dopo poche fermate sale un passeggero bianco, il conducente le chiede di alzarsi per lasciargli il posto, come impongono le regole: i neri siedono dietro, i bianchi davanti, mentre i posti centrali sono misti e si possono usare solo se tutti gli altri sono occupati, ma la precedenza spetta sempre ai bianchi.

African Americans boarding an integrated bus through the once-forbidden front door, following Supreme Court ruling ending successful 381 day boycott of segragated buses. (Photo by Don Cravens/The LIFE Images Collection via Getty Images/Getty Images)

«Non stavolta», pensa Rosa, e senza rifletterci troppo risponde «NO!», non intende alzarsi. Quel rifiuto la trasforma all’improvviso in un’eroina dei diritti dei neri, impegnati nella lotta contro la segregazione che opprimeva l’Alabama e altri Stati del Sud, divenendo il propellente di una storica protesta che fu tanto rabbiosa quanto non violenta.

Pochi mesi prima Claudette Colvin era stata protagonista di un episodio molto simile, venne arrestata il 2 marzo 1955 per aver rifiutato di rinunciare al suo posto su un autobus durante la segregazione razziale negli Stati Uniti d’America. Questa volta l’arresto di una donna nera che si era rifiutata di cedere il posto sull’autobus a un uomo bianco innesta reazioni nuove. Il giorno stesso alcuni leader del movimento, tra i quali Martin Luther King, si riuniscono per organizzare azioni di protesta. Il risultato è il Montgomery Bus Boycott: i cittadini di colore si rifiutano di salire sui mezzi pubblici. Nel 1956 i casi di Rosa Parks e Claudette Colvin spingono i bus di Montgomery fino alla Corte Suprema che giudica la segregazione incostituzionale e conferma la decisione dopo il ricorso dello Stato dell’Alabama e del comune di Montgomery. Da quel momento, Rosa Parks diventò un’icona del movimento per i diritti civili.

Sebbene Rosa Park non fosse una leader del movimento per i diritti civili che si stava sviluppando nell’ultima parte degli anni Cinquanta, la figura di Rosa Parks divenne un simbolo importantissimo per gli attivisti e di conseguenza, divenne malvista dagli ambienti segregazionisti bianchi contrari alla protesta nera. Ricevette numerose minacce di morte e, non riuscendo più a trovare lavoro, decise di trasferirsi a Detroit, nel Michigan, all’inizio degli anni Sessanta, dove ricominciò a lavorare come sarta. Successivamente, dal 1965 al 1988 fu assunta come segretaria per il membro del Congresso John Conyers.

Nel febbraio del 1987 Parks fondò il Rosa and Raymond Parks Institute for Self Development insieme a Elaine Eason Steele in onore del marito Raymond Parks.

Nel 1999 ottenne la Medaglia d’oro del Congresso. È morta per cause naturali a Detroit il 24 ottobre 2005, all’età di 92 anni.

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