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Alla “Foscolo” cresce il “Giardino dei Giusti”

I.C. “Foscolo” di Barcellona Pozzo di Gotto ogni anno, in occasione della “Giornata della Memoria, dedica un albero ai “Giusti tra le Nazioni”,cioè i non-ebrei che hanno compiuto azioni a rischio della propria vita e senza alcun interesse personale per salvare anche un solo ebreo dal genocidio nazista della Shoah.

Alla “Foscolo” cresce il “Giardino dei Giusti”

Il riconoscimento di “Giusto” avviene da parte di una commissione, e la persona alla quale viene conferito questo titolo onorifico riceve una medaglia con inciso il suo nome, un certificato d’onore, gli viene conferita la cittadinanza onoraria dello Stato di Israele e il suo nome viene inserito nel “Giardino dei Giusti”, che trova sede nel memoriale dello Yad Vashem di Gerusalemme. In passato veniva piantato un albero per ogni “Giusto”, un albero di carrubo, pianta-simbolo nella cultura ebraica, di crescita lentissima che impiega circa settanta anni per fruttificare, ma poi i suoi frutti arrivano copiosi, che simboleggia la solidarietà gratuita, i gesti di solidarietà che diventano esempi fecondi per le generazioni future e portano frutti di pace nel mondo.

Ma lo spazio del Monte della Rimembranza è stato completamente ricoperto di alberi, e ora il nome dei “Giusti” viene inciso sul Muro d’Onore eretto a tale scopo nel perimetro del Memoriale, nel “Giardino dei Giusti”.

A partire dal 2013, presso la “Foscolo” è sorto un piccolo “Giardino dei Giusti” e, per ogni anno è stato scelto un “Giusto tra le nazioni” italiano. Dopo Giorgio Perlasca, Carlo Angela, Gino Bartali, Adele Zara, Calogero Marrone, Don Aldo Brunacci e il paese di Nonantola, in particolare quest’anno è stata scelta una donna, insegnante residente in veneto: Clelia Caligiuri. Quest’ultima, rimasta vedova con tre figli, pur di origini sorrentine durante la seconda guerra mondiale decide di rimanere in Veneto e si dedica al sostegno psicologico e all’aiuto burocratico delle altre vedove di guerra. Nel 1943, su consiglio medico, manda la figlia con la sorella in soggiorno sulle Prealpi venete, affittando una stanza in una casa del piccolo centro di Follina. Qui Clelia conosce Sara Karliner, ebrea jugoslava scappata da Zagabria e confinata in paese dalle forze dell’ordine a causa delle leggi razziali fasciste. Tra le due si instaura un forte legame al punto che, all’indomani dei fatti dell’8 settembre 1943, a seguito del clima creatosi dopo l’occupazione tedesca, Clelia aiuta Sara ad “evadere” clandestinamente dal suo confino di Follina, iniziando ad ospitarla clandestinamente nella propria casa di Piavon.

Alla “Foscolo” cresce il “Giardino dei Giusti”
Clelia Caligiuri

In seguito, a causa della folta presenza di truppe tedesche di stanza a Villa Reichsteiner, edificio situato a poca distanza dal centro del paese, Clelia decide di rivolgersi a don Giovanni Casagrande, parroco di Lutrano di Fontanelle, in quel periodo attivo nell’aiuto ai rifugiati. Sara, quindi, nel luglio del 1944 viene nascosta per prudenza presso la parrocchia di quest’ultimo, fino alla fine della guerra. Al termine del conflitto, Clelia viene eletta consigliere comunale di Oderzo, candidandosi nelle file della Democrazia cristiana in occasione delle Elezioni politiche italiane del 1946, le prime alle quali poterono partecipare le donne. In seguito chiede e ottiene il trasferimento in una scuola elementare di Napoli e nel 1948 insieme ai figli si trasferisce definitivamente nella città partenopea dove vivrà fino alla morte. Sara Karliner invece prende residenza in Israele e la sua storia spinge lo Yad Vashem a conferire a Clelia il titolo di “Giusta tra le nazioni”. La cerimonia di conferimento dell’onorificenza si tenne a Gerusalemme il 18 ottobre 1966 e nell’occasione a Clelia venne pure concesso di piantare l’albero di rito nel “Giardino dei Giusti”.

Dedicare a lei quest’anno l’albero del suo ancora piccolo “Giardino dei Giusti” per l’Istituto Comprensivo “Foscolo” ha quindi un doppio significato: ricordare una donna e ricordare il bene che, a rischio della vita, molti hanno esercitato nonostante la barbarie in cui l’umanità era precipitata.

Francesca Giunta

Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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