venerdì, Aprile 19, 2024
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Con il Progetto cineforum I.C. D’Alcontres ricorda le vittime della Shoah

Con il Progetto cineforum I.C. D'Alcontres ricorda le vittime della Shoah

Il 27 gennaio di ogni anno si commemorano le vittime della Shoah. Grazie al “Progetto cineforum”, che l’Istituto Comprensivo D’Alcontres ha realizzato in collaborazione con il Cinema Corallo di Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, noi studenti del suddetto Istituto, lo scorso 27 Gennaio, abbiamo commemorato le vittime della Shoah attraverso la visione del film: “Anna Frank , vite parallele”. Durante la visione di questo film-documentario, noi studenti abbiamo avuto modo di conoscere, attraverso i filmati storici inseriti all’interno di questo docu-film, la tragedia della Shoah, raccontata mediante la lettura di alcuni brani del diario di Anna Frank, recitati dall’attrice Helen Mirren e per mezzo delle testimonianze di 5 donne sopravvissute alla Shoah: Arianna Azorenyl,  Sarah Lichtszteejn, Helga Weiss e le sorelle Andra e Tatiana Bucci.

Con il Progetto cineforum I.C. D'Alcontres ricorda le vittime della Shoah

Il film inizia con le immagini di una coetanea di Anna Frank dei nostri giorni che vuole conoscere e capire la vita di Anna Frank ripercorrendo i luoghi nei quali lei ha vissuto e ha sofferto: i campi di concentramento
di Bergen-Belsen (dove una lapide commemorativa nera è stata eretta in ricordo di Anne e della sorella maggiore Margot), di Auschwitz ed, infine, la soffitta ad Amsterdam in cui Anna si rifugiò dal nazi-fascismo.
Abbiamo trovato particolarmente indovinato il parallelismo tra Anna Frank e questa sua coetanea dei nostri giorni, Kat, perché questo espediente ci ha fatto entrare in grande empatia con Anna, facendoci immedesimare in lei, nei suoi pensieri, nelle sue paure, nelle sue angosce e nelle sue speranze purtroppo deluse.

Anna Frank nacque il 12 giugno 1929 in Germania nella città di Francoforte. In quegli anni la Germania viveva una grave crisi economica. Quando nel 1933 l’antisemita Adolf Hitler salì al potere, addossò sugli ebrei la colpa di tutti i problemi del paese, di conseguenza i genitori di Anna, Otto ed Edith Frank, decisero di trasferirsi ad Amsterdam dove il padre avviò un’impresa commerciale. Ad Amsterdam Anne frequentò una scuola olandese. Il primo settembre del 1939, quando Anna aveva 10 anni, la Germania invase la Polonia e iniziò la seconda guerra mondiale. Poco dopo, nel Maggio del’ 40, i nazisti invasero anche i Paesi Bassi, conquistandoli e introducendo anche qui le leggi razziali che vietavano agli Ebrei di frequentare parchi, cinema, negozi e uffici pubblici. A causa di queste norme Anna, insieme a tutti i ragazzi ed insegnanti ebrei, fu costretta ad abbandonare la scuola e frequentarne una ebraica.

Con il Progetto cineforum I.C. D'Alcontres ricorda le vittime della Shoah


Suo padre perse la sua attività commerciale, perché gli Ebrei non potevano essere proprietari di aziende; inoltre vennero costretti a cucire sopra i propri indumenti una stella giudaica, per essere immediatamente riconoscibili in quanto Ebrei. Nel luglio del 1942 i genitori di Anna decisero di nascondersi e di vivere clandestinamente in una soffitta ad Amsterdam per sfuggire alla persecuzione. In questa soffitta i Frank vissero per 2 anni, insieme ad altri 4 clandestini. Per il suo tredicesimo compleanno Anna, che in quel momento non viveva ancora nel nascondiglio, ricevette in dono un diario che scrisse durante i 2 anni della clandestinità. Anna considerò questo diario una vera a propria amica, alla quale diede il nome di Kitty,a questo amica lei affidò tutti i suoi pensieri più intimi, le sue speranze, i suoi dubbi e le sue angosce. A questo diario Anna rivelò ogni suo stato d’animo: a volte si lasciva andare a qualche commento divertito, come quando scrisse che gli occupanti della soffitta non riuscivano ad abituarsi ad una porta particolarmente bassa e vi sbattevano regolarmente con la testa; altre volte, invece, troviamo commenti più angosciosi, come quando scrisse che non sapeva quale futuro sarebbe stato riservato a lei e agli Ebrei.
Quando dall’Inghilterra il ministro dell’istruzione olandese lanciò alla radio un appello chiedendo agli Ebrei di conservare tutti i diari e i documenti della guerra, Anna decise di elaborare tutti gli appunti del suo diario in un’unica storia, alla quale assegnò il titolo “La casa sul retro”; ma prima di riuscire a completare il lavoro, il 4 agosto del 1944, un’ irruzione dei tedeschi nel nascondiglio, pose fine ad ogni suo sogno: Tutti gli ex clandestini furono deportati nel campo di concentramento e sterminio di Auschwitz-Birkenau, trasportati sopra un treno merci. Il viaggio durò 3 giorni e Anna e più di altre 1000 persone viaggiarono stipati in vagoni per il trasporto di bestiame, con poco cibo e acqua. All’arrivo Ad Auschwitz i medici nazisti selezionarono chi fosse  adatto a svolgere il lavoro forzato e chi no, 150 persone vennero uccise nelle camere a gas subito dopo il loro arrivo. Anna, insieme alla sorella e alla madre, giunse nel campo di lavoro femminile. Otto venne mandato nel campo di lavoro maschile. Nel  1944 Anna e sua sorella furono nuovamente deportate e trasferite nel campo di concentramento di Bergen-Belsen; mentre i loro genitori rimasero ad Auschwitz. Anche a Bergen-Belsen le condizioni di vita erano terribili: non c’era quasi niente da mangiare, faceva freddo e Anna, come la sorella, contrasse il tifo esantematico. Morirono entrambe nel febbraio del 1945
affette dal morbo, prima Margot, poco dopo Anna. Otto fu l’unico dei clandestini della casa a sopravvivere alla guerra. Venne liberato dai russi.

Con il Progetto cineforum I.C. D'Alcontres ricorda le vittime della Shoah

Durante il viaggio di ritorno nei Paesi Bassi seppe che sua moglie era morta. Arrivato nei Paesi Bassi apprese anche la notizia della morte di Anna e Margot. Egli si recò nuovamente nella soffitta e trovò il diario di Anne nel quale lesse che Anna desiderava diventare scrittrice o giornalista e che intendeva pubblicare le storie sulla vita nella casa sul retro. Otto, di conseguenza, decise di pubblicare il diario il 25 giugno del 1947. Mentre il diario ci racconta la vita di Anna prima che venisse deportata; grazie alla voce che il film documentario dà alle sopravvissute ai campi di sterminio, scopriamo episodi dolorosissimi, che ci descrivono l’orrore nei lager. Fra i vari episodi che esse hanno riferito, ci è rimasto particolarmente impressa la testiminianza delle sorelle Andra e Tatiana Bucci che raccontano che durante la loro permanenza nel campo di concentramento  di Bergen-Belsen, una guardia che si era affezionata loro, rivelò che a breve sarebbe arrivato Mengele, conosciuto come il “dottor morte” e le avvisò che Mengele avrebbe detto a tutti i bambini di fare un passo avanti se volevano vedere la mamma,ma in realtà chiunque lo avesse fatto, sarebbe divenuto una cavia per i suoi atroci esperimenti. Esse fecero la stessa raccomandazione anche al loro cuginetto di appena sette anni, Sergio, ma egli purtroppo non seppe resistere al falso invito a vedere la mamma e, insieme ad altri 20 bambini,  divenne vittima degli esperimenti.
Questo film ci ha emozionati tantissimo perchè ci ha dato modo di  vedere i filmati girati dagli alleati al loro arrivo nei campi di concentramento: vedere tutti quei cadaveri ammassati, i corpi scheletrici e inespressivi dei sopravvissuti ci ha procurato un’immensa tristezza e ci siamo chiesti come possa  l’essere umano aver compiuto queste atrocità. Ciò che ancor meno riusciamo a comprendere è come possano, ancora oggi, esistere  gruppi neo-nazisti e neo-fascisti che continuano a compiere azioni antisemite come deturpare cimiteri ebraici o imbrattare con scritte infamanti le porte di alcuni Ebrei. Tutto questo ci fa pensare che oggi più che mai sia ancora fondamentale la giornata della memoria, affinché tutti noi possiamo sensibilizzarci e imparare dagli errori del passato e a fare in modo che queste tragedie non accadano più in futuro.
Speriamo fortemente  che anche le persone che ancora oggi sono antisemite possano capire questa grande lezione.

Desideriamo concludere questo nostro elaborato ricordando alcune frasi che Anna ha scritto nel suo diario: “Quello che è accaduto non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo”.
“Prova, una volta che ti senti solo, o infelice, o di cattivo umore, a guardare fuori quando il tempo è così bello. Non le case e i tetti, ma il cielo. Finché potrai guardare il cielo senza timori, saprai di essere puro dentro e  che tornerai ad essere felice”.

“Fuori è spaventoso. Di giorno e di notte quei poveretti vengono trascinati via senza poter portare con sé che un sacco da montagna è un po’ di denaro. Durante il viaggio gli tolgono anche quel po’di roba. Le famiglie vengono divise, gli uomini di qua, le donne di là, i bambini da un’altra parte.

I bambini venendo a casa da scuola non trovano più i loro genitori. Le donne, tornando dal far le spese, trovano la casa sigillata e la famiglia scomparsa”.

“C’è negli uomini un impulso alla distruzione, alla strage, all’assassinio, alla furia, e fino a quando tutta l’umanità, senza eccezioni, non avrà subìto una grande metamorfosi, la guerra imperverserà: tutto ciò che è stato ricostruito o coltivato sarà distrutto e rovinato di nuovo e si dovrà ricominciare da capo”.

II D ISTITUTO COMPRENSIVO D’ALCONTRES

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