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Elisabetta I, la “Regina vergine”

È il 15 gennaio del 1559 ed è appena stata incoronata la più grande regina che l’Inghilterra abbia mai avuto. Ma come inizia questa storia? Non troppo bene, a dire il vero… Elisabetta nasce infatti il 7 settembre 1533 dal re Enrico VIII e la sua seconda moglie, Anna Bolena, ma appena aprì gli occhi non vide certo visi felici, poichè sia il padre che la madre avrebbero voluto un erede maschio. Dopo la delusione della nascita della prima figlia femmina, ovvero Maria Tudor, Enrico VIII, determinato ad avere un erede maschio, risposandosi aveva addirittura provocato lo scisma tra chiesa Cattolica e chiesa Anglicana. La nascita di un’altra femmina, quindi, lo deluse talmente tanto che, sentendosi “tradito” anche da questa seconda moglie, per punirla e liberarsene, la fece condannare a morte. Il re si sposerà sei volte e solo alla terza occasione riuscirà ad avere il figlio tanto agognato, il piccolo Edoardo. Morirà poi a 56 anni, nel 1547, dopo aver dettato le sue volontà: primo erede Edoardo, seconda Maria, terza Elisabetta. Purtroppo pochi anni dopo morirà a soli quindici anni anche il giovane re Edoardo VI e a ricevere la corona sarà Maria, passata alla storia come “Bloody Mary”, in italiano “Maria la sanguinaria”, per il suo essere stata molto vendicativa e soprattutto per aver ripristinato la morte sul rogo per eresia poiché, fortemente cristiana, voleva far tornare l’Inghilterra cattolica.

Elisabetta I, la “Regina vergine”
ElisabettaI

Il diverso credo delle due sorelle causerà un conflitto così forte che Elisabetta sarà costretta a trascorrere i cinque anni di regno della sorella imprigionata nella Torre di Londra perché accusata di fomentare un colpo di stato mirato a strappare il titolo di regina a Maria e offrirlo alla giovane Elisabetta. Si sa che la regina arrivò a torturare il capo di questa rivolta, Thomas Wyatt, un giovane protestante che si opponeva alla restaurazione del cattolicesimo e ai relativi roghi; arrivò anche a imporgli di mentire e dichiarare pubblicamente che alla rivolta aveva partecipato pure Elisabetta, ma non riuscì nel suo intento e decise di punire il malcapitato che, impiccato e successivamente squartato nelle membra, fece una fine orribile.

Maria Stuarda

Se questi motivi non fossero bastati a farsi odiare dal suo popolo, Maria decise di sposare un re cattolico per consolidare la religione che lei imponeva, e decise unirsi proprio a colui che in futuro si rivelerà un grande nemico per Elisabetta e l’Inghilterra tutta: Filippo II, re di Spagna e figlio dell’Imperatore Carlo V. Maria avrebbe voluto avere un erede, per continuare una dinastia cattolica, ma purtroppo ebbe due “false” gravidanze. Una di queste si rivelerà essere un brutto male, che la porterà alla morte nel 1558 dopo solo cinque anni di regno, morte per la quale tutto il popolo inglese fece grosso un sospiro di sollievo. Maria, tuttavia, ormai in fin di vita, nel rispetto del volere del padre, quando le venne chiesto chi volesse che le succedesse, pronunciò il nome che mai avrebbe voluto pronunciare: quello della sorellastra Elisabetta. Così, dopo aver dovuto superare molteplici prove e aver vissuto anche la prigionia, Elisabetta Tudor salì al trono il 15 gennaio 1559, all’età di venticinque anni. La prima cosa che fece, appena diventata regnante, fu quella di riportare e mantenere la religione anglicana su tutta l’Inghilterra. Per tutto il suo regno, tuttavia, grandi congiure e tentativi di sottrarle il trono da parte dei cattolici metteranno a repentaglio il suo operato. E sarà soprattutto Papa Pio V ad andare contro la regina, considerata da lui e tutta la comunità cattolica “illegittima” ed “eretica”, preferendo sul trono d’Inghilterra la cugina Maria Stuart, meglio conosciuta come “Maria Stuarda”, fervente cattolica e regina di Scozia, destinata comunque a succederle in mancanza di eredi. Proprio per questo tutti i suoi consiglieri e il Parlamento cercarono in tutti i modi di fare sposare Elisabetta, ma lei, pronunciando una delle sue frasi più famose passata alla storia, rispondeva sempre “Il mio sposo è l’Inghilterra”. e rifiuterà categoricamente qualsiasi proposta… tranne quella del cognato Filippo II. Infatti, per evitare una guerra impari, terrà con quest’ultimo un atteggiamento ambiguo di sospensione, non prendendo mai una posizione. Il vero motivo per cui Elisabetta non volle mai sposarsi, del resto, era che ciò le avrebbe fatto chiaramente perdere il suo potere, poichè l’effettivo regnante sarebbe stato il marito. Scelse quindi di sopprimere e nascondere il più possibile a tutti il suo profondo amore per un uomo che amò per tutta la vita, il conte Robert Dudley e diede origine al mito della regina “vergine, il modello di regina perfetta che ha a cuore solo il bene del suo popolo. Maria Stuart, intanto, con scelte avventate dettate più dal cuore che dalla testa, firmerà la sua condanna e intreccerà le sue vicende con quelle della cugina Elisabetta. Costretta a rifugiarsi dalla rivale dopo aver lasciato, anche se costretta, il trono scozzese al figlio Giacomo, durante il suo soggiorno in Inghilterra, Maria divenne un punto di riferimento per gli oppositori cattolici che miravano a deporre Elisabetta in suo favore. Per evitare che questo consenso si potesse trasformare in fanatismo, diventando un pericolo per la regnante, quest’ultima venne rinchiusa nella Torre di Londra dove, purtroppo riuscivano a giungerle continue lettere dai suoi alleati cattolici, che la convinsero a sottoscrivere la sua adesione volontaria alla congiura che si stava organizzando ai danni di Elisabetta. La missiva firmata da Maria fu portata fuori dalla Torre nascosta in un barile di birra, ma fu scoperta dalle guardie della corona ed Elisabetta, venutane a conoscenza, esausta dei problemi che la cugina le causava ormai da anni, decise di porre fine a questi continui tentativi di sopraffazione e firmarne la condanna a morte. Quella di Maria Stuarda fu la prima testa coronata cattolica a venire mozzata sul ceppo del boia per ordine di una regina protestante. Il conflitto tra le due regine divenne una leggenda, raccontato in modi diversi e con interpretazioni sempre differenti, spesso lontani da ciò che è realmente successo. Infatti quello che a noi è spesso giunto attraverso i documenti è che Elisabetta, pur nella sua grande intelligenza e lungimiranza, sia stata una sovrana spietata e senza cuore, capace di far decapitare la cugina Maria la quale, per aver subito una così grave condanna, venne considerata quasi come una martire cattolica. Ma la storia, quella più attendibile e analitica, ci racconta invece i fatti nel loro reale svolgimento.

Elisabetta I, la “Regina vergine”
Filippo II di Spagna

Dopo la morte di Maria, inoltre, Filippo II re di Spagna capì che le navi corsare che depredavano la flotta portoghese e spagnola con la merce proveniente dal Nuovo Mondo erano sotto il controllo inglese e che la stessa Elisabetta non aveva alcuna intenzione di sposarlo. La morte di Maria Stuarda, uccisa in modo così violento, fu quindi solo la goccia che face traboccare il vaso e per il quale la Spagna dichiarò guerra all’Inghilterra. Pur possedendo un’immensa flotta di proprietà della corona, gli spagnoli dovettero far i conti con un’Inghilterra che, pur debole dal punto di vista navale, riuscì a opporsi con abilità e coraggio.

Elisabetta I, la “Regina vergine”
Francis Drake

Infatti l’unico appoggio su cui la flotta inglese poteva contare era quello dei corsari di Francis Drake, un capace navigatore e politico inglese. Elisabetta, perspicace e di acuta intelligenza, chiese il suo sostegno. Primo inglese a circumnavigare il globo dal 1577 al 1580, al suo ritorno Drake fu insignito del titolo di cavaliere dalla regina, che così conquistò la sua fiducia e la sua collaborazione. Drake non solo combatté contro l’Invincibile Armata ma, effettuando un colpo preventivo, diresse dapprima una flotta su Cadice, una delle principali porte d’ingresso in Spagna, occupando la città per tre giorni e distruggendo 27 navi nemiche insieme a una grande quantità di scorte. Questo attacco ritardò l’invasione spagnola di un anno.

Elisabetta I, la “Regina vergine”
Invincibile armata

Nominato vice ammiraglio in capo della flotta inglese, l’abile comandante nella notte del 29 luglio 1588 organizzò le navi incendiarie che costrinsero la maggior parte dei capitani spagnoli a rompere la formazione e a far vela attraverso il passo di Calais verso il mare aperto. Grazie a questo intervento, le navi nemiche furono costrette a circumnavigare le isole britanniche per ritornare in patria ma, durante questa operazione, una serie di tempeste decimò la flotta. Le navi spagnole che erano partite erano ben 138 vascelli contro solo i 34 inglesi, ma a tornare furono solo 76 per colpa delle avverse condizioni atmosferiche. Il popolo inglese non si accorse subito di aver vinto e arrivò la notizia solo quando sulle coste approdarono pezzi di navi distrutte e cadaveri ormai in fase di putrefazione. L’Invincibile Armata spagnola ora era diventa “la vincibile armata”. Un altro grande successo di Elisabetta è quindi da considerare la conquista della supremazia navale sui mari. In quest’epoca la padrona era la Spagna, che possedeva un’immensa flotta di stato, ma Elisabetta sceglie un’altra soluzione: appoggia e finanzia le iniziative dei corsari e i guadagni delle loro imprese vengono equamente divisi con le casse inglesi In breve tempo, così, centinaia di navi portanti bandiera inglese solcarono tutti i mari del globo e l’Inghilterra diventa una delle più grandi forze navali. Elisabetta I morì il 24 marzo 1603 nel Palazzo di Richmond pronunciando la famosa frase “Chiamatemi un prete: ho deciso che devo morire”. Prossima ai settant’anni, un’età che nel XVII secolo quasi nessuno arrivava a raggiungere, era la più anziana sovrana sino ad allora vissuta e non fu superata fino a che Giorgio II non morì all’età di settantasette anni nel 1760 e l’odierna Elisabetta II, ancora viva all’età di novantadue anni, non l’ha superata anche come regno più longevo. Con la morte di Elisabetta I si chiude un’era di rinascita per gli inglesi, di fioritura e di ricchezza, era chiamata “età Elisabettiana” in onore della regina e che sarà anche ricordata come un’età di sviluppo culturale, gli anni della grande letteratura di Marlowe e Shakespeare e del filosofo Francesco Bacone. Elisabetta Tudor fu sicuramente una delle più grandi regine non solo inglesi ed è ricordata dal suo paese come la regina che ricambiò l’amore dei suoi sudditi dedicando la propria esistenza all’Inghilterra.

Santi Scarpaci

Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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