sabato, Aprile 20, 2024
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La felicità: riflessioni degli alunni I.C. Santa Lucia del Mela

Che cos’è per te la felicità?

È difficile spiegare cosa sia per me la felicità. Dal punto di vista scientifico la felicità è una molecola di miosina che trascina l’endorfina su un filamento neurale. Dal romanzo “Eppure cadiamo felici” di Enrico Galiano, scrittore e professore italiano, ho scoperto che esiste una frase in lingua tedesca intraducibile in altre lingue. Il suo significato in italiano, seppur non letteralmente, è “La felicità è una cosa che cade” ed io non poteri essere più d’accordo. È un sentimento così fragile che basta davvero poco a distruggerlo. Lo paragonerei ad un castello di sabbia: tu puoi impegnare molto tempo per costruirlo, puoi anche dedicarci tutta la vita ma, ad un certo punto, arriverà un’onda un po’ più forte e tutto crollerà. Secondo me bisogna esserne consapevoli e accettare che qualunque cosa, bella o brutta che sia, è destinata a finire. Per il celebre poeta Giovanni Pascoli la felicità risiede nelle piccole cose che con il passare degli anni non notiamo più, dandole per scontate. Per qualcuno la felicità è vincere alla lotteria o ricevere un aumento e per qualcun altro prendere un buon voto a scuola o vincere una partita di calcio. Per me la felicità è un insieme di cose. Per me la felicità è guardare un quadro e sentirmi parte di esso, sentire nel silenzio della domenica mattina gli uccellini cantare. Per me la felicità e vedere l’alba alle 05:30 del mattino quando tutti dormono, il sole spunta dalle montagne e il cielo si dipinge di mille colori. E quel momento diventa quasi intimo perché siamo solo io e il sole. E ancora più belli delle albe, se possibile, sono i tramonti. I tramonti che spesso non notiamo perché siamo troppo impegnati a lamentarci per cose stupide, invece che andare fuori e lasciarci investire dall’ultima luce del giorno. I tramonti, che sia estate o inverno, che io sia da sola o in compagnia, per me rimangono sempre mozzafiato. Per me la felicità sono gli occhi stanchi della mia mamma che acquistano una luce nuova quando incontrano quelli miei e dei miei fratelli. Ecco: per me la felicità è proprio la mia mamma, la donna più forte che io conosca, ed il suo bel viso intagliato da rughe sottili che si formano quando sorride. Per me la felicità è una tazza di cioccolata calda davanti ad un bel film in una fredda giornata d’inverno. Le felicità è la mia migliore amica, gli abbracci dopo i litigi con la consapevolezza di essere indispensabili l’una per l’altra, le carezze e i sorrisi sinceri. La felicità è sapere che con lei posso togliere la maschera ed essere semplicemente me stessa e sperare che anche per lei sia così. Per me la felicità è leggere un libro, immergermi in altre storie, in altre vite, in mondi lontani. Per me la felicità è aprire la finestra, dopo un brutto periodo, e rendermi conto che la vita continua, che non esiste solo quel dolore e, da questa consapevolezza, trarre la forza per ricominciare. Per me la felicità è il mare, il rumore delle onde quando si scagliano contro gli scogli e la voglia di immergersi e sparire diventando semplicemente schiuma bianca. Per me la felicità è quando una persona, che neanche conosci, ti sorride. L’adrenalina prima di un viaggio, quando sei talmente emozionata che ti tremano le gambe e ti sudano le mani. Per me la felicità è prendere l’aereo, sorvolare il mondo dall’alto perché sembra tutto migliore e i difetti, le crepe non si vedono. Per me la felicità è la pioggia, l’incessante rumore di minuscole gocce d’acqua che si schiantano al suolo, o ancora i fulmini, il loro essere incontrollabili, il modo in cui squarciano il cielo. Per me la felicità è passare il proprio tempo con le persone giuste e sentirsi parte di qualcosa, qualcosa di vero. Ridere a crepapelle fino alle lacrime al mal di pancia. La felicità per me è una canzone che ti fa sentire capita. La felicità per me è stendersi su un prato di notte mentre l’erba ti fa il solletico e guardare le stelle, quei puntini luminosi appesi al cielo. Per me la felicità sono gli occhietti vispi del mio fratellino, il modo in cui sorride, il suo essere così ingenuo e voler conservare per sempre questa parte di lui, proteggendolo delle cattiverie del mondo esterno. Queste sono le cose che più si avvicinano all’idea che mi sono fatta della felicità. Non mi auguro di essere sempre felice perché ho imparato molto più dal dolore che dalla gioia. Mi concedo di smarrirmi nella vita, di perdere completamente la strada. Mi concedo anche di rinchiudermi in me stessa e toccare il fondo, ma non solo con un dito, di schiantarmici contro. Mi concedo e mi auguro tutto ciò perché solo dopo aver attraversato il buio potrò davvero gioire della luce.

Soad Bassyoni Sharaf lllB

La felicità: riflessioni degli alunni I.C. Santa Lucia del Mela

….felicità

Ho sempre pensato che la felicità è un attimo che passa, si ferma solo un momento, e tu devi essere bravo a coglierla. Perché, senza felicità, il mondo non avrebbe più sorrisi e saremmo tutti uguali. Ognuno ha il proprio ideale di felicità, per alcuni individui essa è un sentimento qualunque,  per altri è stare da soli non proprio mondo. Io ritrovo la felicità in piccoli istanti, in cose o gesti che agli occhi altrui potrebbero sembrare banali, ma per me sono davvero importanti. Essere felici a parer mio è gettare la maschera che indossiamo ogni giorno, ed essere davvero noi stessi come direbbe Luigi Pirandello “Ogni uomo indossa una maschera che cambia di volta in volta per come la gente vuole che siamo, e solo la felicità ci fa liberare di quella maschera che ci opprime”, essa è sentire un sorriso che si forma sul viso senza sapere concretamente il perché, la felicità è sentire il battito cardiaco accelerare sprovvisti di una ragione. Per me essere felice è stare con i miei amici, perché con loro so che posso essere me stessa senza nessun retroscena, sono contenta quando devo fare un viaggio perché sto andando a conoscere una cultura diversa dalla mia, sono soddisfatta quando vado a fare lezione di danza e riesco a fare un passo nuovo, mentre sono sul palco di un teatro e sento il cuore in gola, vedere il sorriso sul volto delle persone a me care, scrutare l’orizzonte con la certezza che dall’altra parte del mondo c’è qualcuno che sta facendo la stessa cosa, la felicità è essere liberi dai pensieri, dalle guerre e dalle cose brutte che succedono nel mondo. Ho passato un periodo della mia vita a cercare di dare una spiegazione scientifica alla felicità, perché essa è sfuggente e a volte incomprensibile,  ma sono giunta alla conclusione che essa varia da persona a persona. Se a un individuo ascoltare il canto degli uccellini non provoca gioia, a un altro la provocherà. La felicità non è qualcosa che si può fotografare e toccare è uno dei sentimenti più belli che esistono, perché ci fa sentire bene e in pace con noi stessi, lontano dalle barriere dei social che ci danno l’impressione di vivere la vita altrui senza averne una propria , dovremmo essere tutti un po’ più distaccati da essi e vivere la nostra vita perché essa come la felicità è sfuggente e dura solo un minuto.

PAGANO ELISA lll B

La felicità: riflessioni degli alunni I.C. Santa Lucia del Mela

……ancora felicità

Non so dare una definizione alla parola felicità, ma credo che essa sia come un tassello facente parte di un puzzle in questo caso il “puzzle della nostra vita”, e che ci permette di completarlo donandogli colori nuovi e più vivaci che si distaccano dai colori tenui e scuri della quotidianità. Credo, inoltre, che essa sia un intervallo tra gli eventi ordinari e che, grazie a questa, riusciamo a distaccarcene e, poi, ad affrontare il succedersi dei nuovi eventi. Come quando, al cinema, c’è la pausa tra la prima e la seconda parte del film e, in quel frangente di tempo, seppur minimo rispetto alla durata della vicenda, riusciamo a rilassarci scambiando le prime impressioni con i nostri amici, sgranocchiando dei popcorn e sorseggiando una bibita fresca e, poi a ricominciare la visione. La felicità può essere un bel dipinto, un regalo inaspettato o la partecipazione al concerto del cantante che tanto ci piace e che incessantemente ascoltiamo. Possiamo però ritrovarla anche in un padre che tende la mano al figlio per rassicurarlo, nell’affetto che solo una madre può donare e che, quando manca, lo senti, nella lettura di un libro, talmente bello, che ti tiene col fiato sospeso fino alla fine e che, quando finisce, ti lascia un vuoto dentro, nella visione di un film dove ti affezioni ai personaggi e gioisci o, viceversa, ti rattristi con loro. La felicità può essere inoltre la visione di un temporale mentre si è tristi, che ti fa sentire capito, di un prato fiorito in primavera, delle onde del mare che si infrangono sugli scogli d’inverno o dello stesso mare, però d’estate, quando non è più sormontato da onde, bensì è quiete e limpido, così tanto che si vede attraverso. Durante il giorno, nel sole che ci avvolge, ci illumina, ci riscalda e si riflette imponente nel mare; alla sera, nella luna e nelle stelle che, mentre il buio ci travolge sembrano dei puntini d’oro nel blu immenso della notte e ci permettono di sentirci al sicuro. La cura ad una grave malattia che, anche se sembra tanto lontana da noi, potrebbe arrivare in qualunque momento e farci sentire frastornati ed impauriti come quando ricevi un brusco schiaffo: non si ha il tempo di riflettere su ciò che ha causato una simile reazione che arrivano, in contemporanea, la paura, il bruciore della parte interessata e la speranza che tutto passi in fretta. Così è la malattia: non ci permette di realizzare l’accaduto perché sono la paura e la sfilza di dottori con le proprie diagnosi ad arrivare prima. Ci si sente in un tunnel privo di una via d’uscita e, consapevoli di non poter far nulla per risolvere la situazione, ci si ritrova a sperare. Quando, però, finalmente noti lo spiraglio di luce e la malattia è guarita, è felicità pura!

Credo, infine, che il compito di cogliere la felicità spetti solo a noi.

Katia Impalà   lll B

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