sabato, Aprile 20, 2024
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IL PALAZZO DI CNOSSO

Come già sappiamo il palazzo di Cnosso è famoso per la sua grandezza e per le leggende che lo contornano.

Costruito sulle alture di Kefala, il palazzo di Cnosso è stato innalzato vicino al monte Ida perché considerato luogo sacro per Zeus, dove venne nascosto per non essere mangiato dal padre Crono, come i suoi altri fratelli.                   La sua storia è però, piuttosto contorta e complicata, si dice infatti che il palazzo subì varie ricostruzioni, una nel 2000 a.C. causata da delle rovine ed un’altra nel 1628 a.C, da un’eruzione vulcanica del vulcano di Thera, l’attuale isola Santorini. Ogni volta che veniva distrutto però, il palazzo di Cnosso veniva ricostruito e vi si aggiungevano sale, di tutti i tipi, Cnosso infatti si ingrandì sempre più fino a diventare uno dei castelli più grandi del mondo antico, bello per l’estetica ma anche per la grandezza dei suoi interni.

Dopo le varie ricostruzioni il castello sembrava comprendere circa 20000m2, con 1300 stanze, cinque piani ed una capienza massima di 12000 persone. Il castello era ricco di affreschi come l’affresco “Le dame azzurre” e molti altri dipinti ritornanti spesso alle tecniche egiziane come con il “Principe dei gigli”, uno dei pochi quadri raffiguranti solo una figura maschile, intesa come il re Minosse.

A riportarci queste informazioni è il famoso archeologo che riscoprì Cnosso, Sir Arthur Evans. Evans usava metodi molto veloci, infatti non ci volle molto a riscoprire molte rovine, solo che lui per far sembrare il più reale possibile ciò che ricostruiva usava il cemento armato, si direbbe “perfetto” per risaltare i dettagli e la realisticità, ma allo stesso tempo non apprezzato da visitatori per l’utilizzo di materiali non usati in passato dalla civiltà minoica.

Ciò non scoraggiò Arthur, che continuò le sue ricerche nei minimi dettagli facendoci conoscere anche alcune particolarità del bagno della regina, creati con un sistema fognario ben evoluto, per la precisione il più evoluto dell’epoca antica, Evans ci riporta anche alcune leggende minoiche, risalenti ad un antico labirinto lì, nel palazzo di Cnosso.

Infatti, un’altra importante parte del castello è sicuramente il suo labirinto, custode di molti miti come “Teseo ed il filo di Arianna” o “Dedalo ed Icaro”. La storia di questo labirinto, secondo il mito narra che il re di Creta, Minosse, ebbe in dono da Poseidone un bellissimo toro bianco, solo che, quando a Minosse toccò restituirlo lui non lo fece, dando a Poseidone un altro toro e scatenando la sua ira. Poseidone per vendicarsi, fece in seguito innamorare la moglie di Minosse, Pasifae del toro bianco, e dalla loro unione nacque il “Minotauro”, creatura mitologica metà uomo (minos) e metà toro (tauro). Dopo questo terribile fatto Minosse non poté fare altro che chiamare Dedalo, il suo architetto di fiducia ed il figlio di Dedalo: Icaro. Chiese loro di costruire un immenso labirinto e di nascondere il minotauro al suo interno. La storia narra poi che padre e figlio riuscirono a uscire dal labirinto solo costruendosi un paio d’ali per volare fuori.

In seguito, per via della sua astuzia nei giochi, alcuni ateniesi uccisero Androgeo, figlio del re Minosse. Ciò fece scoppiare l’ira del re, condannando Atene, ogni 9 anni, ad inviare 14 ragazzi a Creta da dare in pasto al minotauro. Dopo vario tempo Teseo, figlio del re di Atene, chiese di entrare a far parte dei 14 ragazzi da dare impasto al minotauro. E così fece. Solo che arrivato lì, la principessa di Creta, figlia di Minosse, si innamorò di Teseo e gli donò un gomitolo di lana rossa (il famoso filo di Arianna), che lo salvò dal labirinto. Ma la storia continua, Teseo, tornando a casa dimenticò di innalzare le vele bianche (simbolo di vittoria) e lasciò quelle nere (simbolo che Teseo era morto), così che quando il padre, il re Egeo, in lontananza, vide le vele nere e capì che il figlio era morto si buttò in mare suicidandosi, in seguito lì nacque il Mare Egeo, dal nome del re.

Il palazzo di Cnosso ed il suo labirinto sono un miscuglio fra mito e realtà, Evans, Minosse, ti fanno volare via, in un altro mondo, in bilico fra fantasia e realtà…

Giulia Curcio

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