venerdì, Aprile 19, 2024
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TANGO E’ LIBERTA’

L’identità degli argentini si riassume nel tango e nelle milongues, i locali dove si balla, e il tango è l’Argentina. Il tango per l’Argentina è stato strumento di resistenza e simbolo di libertà nell’esilio per gli oppositori, rifugio e fuga per gli argentini in patria e contemporaneamente oggetto di propaganda per generali  delle dittature militari che hanno afflitto questa bella terra nel  corso del  Novecento.

Nei due decenni che vanno dagli anni Sessanta alla fine degli anni Settanta, in molti Paesi latinoamericani si sono registrate svolte autoritarie con colpi di stato guidati dai militari. I regimi militari presero progressivamente il potere anche in quei Paesi con consolidate tradizioni democratiche mentre, nelle Repubbliche centroamericane, l’esercito inaugurò una nuova stagione di colpi di stato militari che si differenziarono dai precedenti per l’intensità e la brutalità dei metodi repressivi. Per le strade non si videro i classici carri armati, non ci furono scontri o morti, non si rese nemmeno necessario sparare un colpo, non ci fu bisogno di ostentare la forza. Nessuno poteva però immaginare ciò che sarebbe accaduto.

Per annientare ogni forma di opposizione, le “patotas” (membri dei vari corpi dell’esercito) inizialmente a tarda notte a bordo di un mezzo rubato, solitamente un Ford Falcon verde, prelevavano dalle loro case gli oppositori, che scomparivano nel nulla, i desaparecidos.

Intorno ai desaparecidos si alzò un muro di silenzio. La Polizia non aveva visto nulla, il Governo faceva finta di non capire, la Chiesa non si pronunciava, gli elenchi delle carceri non registravano le loro detenzioni, i magistrati non intervenivano. Dal momento in cui avveniva il sequestro, la persona restava totalmente isolata dal mondo, depositata in uno dei numerosi campi di concentramento dove veniva sottoposta a torture infernali e lasciata all’oscuro della propria sorte. Tanti furono i desaparecidos vittime dei voli della morte.

 

Fu condotta una sapiente e sistematica strage tra la musica struggente del tango e le urla di vittoria per i mondiali del 1978, quando fu disputata in Argentina l’edizione più drammatica e infame dei campionati mondiali di calcio. Contemporaneamente allo svolgersi del Mondiale continuavano i piani di sterminio, proprio nel periodo della manifestazione calcistica, in Argentina la repressione toccò il suo culmine. Si calcola che più di 30.000 persone siano state eliminate durante la guerra sporca al terrorismo.

Nessuno sapeva, nessuno parlava…a sollevare un urlo straziante di dolore furono le madri.

Il 30 aprile 1977 per la prima volta 14 donne “ingenue, vecchie e molto addolorate” scesero nella Plaza de Mayo di Buenos Aires a chiedere ragione della sparizione dei loro figli; la polizia, chiamandole locas (pazze), tentò di sloggiarle. Così, camminando attorno alla piazza, iniziò la lunga marcia delle Madres dei desaparecidos.

I militari rimasero al potere fino al 1983. Nel dicembre 1983 il presidente Raul Alfonsìn, ristabilisce pienamente le libertà democratiche e le garanzie costituzionali. Il 24 marzo 2004 in una solenne cerimonia rivolgendosi alle Madri, alle Nonne, ai Figli e ai Familiari dei desaparecidos Nestor Kirchner ha chiesto pubblicamente perdono per le atrocità commesse dallo Stato.

Questo orrore deve essere ricordato perchè simili genocidi non si verifichino mai più. “La memoria è la capacità di ricordare il passato e riconoscere nel presente tutte le situazioni che gli assomigliano. La memoria è l’unico strumento che può impedire il ripetersi di errori“.

La storia dell’Argentina sarà per sempre macchiata dal sangue dei desaparecidos e “Nunca Mas” è il grido che risuona ed esplode.

La tragedia delle violenza in Argentina si consumò mentre il Paese si presentava al mondo con i lustrini del suo ballo nazionale, il tango, delle sue ballerine eleganti e lussuose. Mm

III Marica Genovese III C BS

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