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Leonardo e Michelangelo: così diversi così simili

Nel Quattrocento in Italia cominciò a fiorire una nuova cultura che segnò il passaggio tra il Medioevo e l’Età Moderna. Essa fu caratterizzata da un repentino quanto rilevante sviluppo nel campo dell’arte, della letteratura e della filosofia, favorì la riscoperta di opere classiche appartenenti ad autori greci e latini dell’antichità e la valorizzazione dell’uomo, vero protagonista capace di dominare la natura, e proprio per questo venne chiamata “Umanesimo”. Un altro nome con il quale gli uomini che ne facevano parte definirono quest’epoca fu “Rinascimento”, proprio per la rinascita avvenuta dopo il Medioevo, che consideravano un’epoca buia e di barbarie. Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti sono le più grandi menti di questo rinnovamento culturale.

I due artisti, pur nel loro essere diversi, hanno molte cose in comune che condividono: dal vissuto, agli interessi alle realizzazioni. Eppure sono tanto diversi. Leonardo nacque il 1° aprile 1452, figlio illegittimo di un notaio di grande fama, ser Piero di Vinci, che lo affida alle cure di Andrea del Verrocchio, il più importante maestro fiorentino del tempo. In quanto a Michelangelo, egli nacque ventitré anni dopo, il 6 marzo 1475 a Caprese, da Ludovico e Francesca che, non essendo in grado di prendersi cura di lui, mandano il figlio da una famiglia di tagliatori di pietre la cui moglie ci si affezionò tanto da divenire come una vera madre. Sia Michelangelo che Leonardo vissero quindi una vita dura e ricevettero poca cura e amore dai loro genitori, ebbero anche un’educazione disorganica e poco approfondita, ma probabilmente questa non era loro davvero necessaria. Erano infatti uomini le cui abilità sarebbero emerse naturalmente dalla curiosità e dal talento. Vite e destini simili in individui così diversi. Il giovane Leonardo, da parte sua, alla bottega del Verrocchio dimostrerà subito il suo talento e la sua unicità, caratterizzata anche dal fatto di essere mancino e di scrivere in maniera speculare, studiando anatomia per poter disegnare in maniera perfettamente realistica i corpi umani. Dopo  aver realizzato maestosi dipinti come “la  Gioconda”, “la Vergine delle Rocce”, “la Dama con l’ermellino”, “l’Ultima cena”, e disegni a carboncino come “l’Uomo vitruviano”, il suo Autoritratto e disegni di invenzioni straordinarie come l’elicottero e il carro armato, morì il 2 maggio 1519 in Francia, per un ictus. Michelangelo, invece, a soli tredici anni entrò come apprendista nella bottega dei pittori Domenico e David Ghirlandaio e frequentò anche i Giardini Medicei di San Marco per studiare le tecniche della scultura sotto la guida di Bertoldo di Giovanni. Poté inoltre godere dell’appoggio di molti influenti mecenati.

Per le sue sculture era solito utilizzare il marmo di Carrara e vedeva al suo interno una figura nascosta che solo lui era in grado di liberare. Fu anche un ottimo architetto, tanto che progettò la cupola della Basilica di San Pietro in Vaticano. Uomo molto solitario e scorbutico, negli ultimi anni tenebroso anche nei dipinti, si credeva fosse omosessuale e che mettesse un po’ del suo erotismo nella sua arte e nelle sue sculture. Morì il 18 febbraio 1564 a Roma, lasciando incompleta la “Pietà Rondanini”, a cui lavorò fino ai suoi ultimi giorni, avendo tuttavia completato già molti capolavori come “La Pietà vaticana”, la volta della Cappella Sistina, il “Mosè”, “il Giudizio Universale” e il “David”, la sua opera più celebre. La fama di questi due “mostri” dell’arte è universalmente conosciuta, tuttavia ciò che molti non sanno è che, proprio per i loro straordinari talenti, i due furono sempre in grande rivalità, cercando di emergere l’uno sull’altro contendendosi il primato. Avevano inoltre caratteri incompatibili e modi opposti di concepire l’arte. Leonardo aveva infatti una mente scientifica e razionale e metteva al primo posto pittura e invenzioni; Michelangelo, invece, affermava la superiorità della scultura. A confermare questo loro conflitto vi sono molte testimonianze di vario genere, come ad esempio, una parte di un manoscritto stilato nella metà del Cinquecento, chiamato  l’ “Anonimo magliabechiano”, in cui viene descritto un incontro poco cordiale tre i due artisti, uno scambio di battute in cui Leonardo schernisce Michelangelo e questi con ira e disprezzo di tutta risposta, ribatte esclamando: “Dichiarolo pur tu, che facesti un disegno di un cavallo per gittarlo di bronzo (la statua equestre non realizzata di Francesco Sforza) e non lo potesti gittare e per la vergogna lo lasciasti stare”, lasciando così il nemico con le guance rosse per l’imbarazzo. Un altro episodio che fa ben comprendere la competizione tra i due avvenne nel periodo in cui Michelangelo terminò il suo famoso David, quando una commissione, di cui faceva parte anche il rivale, si riunì per decidere dove posizionare la scultura. Molti, come Leonardo, volevano che fosse posta su uno dei contrafforti della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, a circa 80 metri d’altezza oppure sotto la “Loggia dei Lanzi”, per proteggerlo dagli agenti atmosferici ma al contempo per renderlo meno visibile; altri, invece, votavano per una collocazione di maggiore importanza, dinnanzi a Palazzo Vecchio. Questo a dimostrazione di quanto Leonardo nutrisse un forte sentimento di antagonismo nei confronti di Michelangelo. Ed è proprio parlando del David che, sul contrasto tra Da Vinci e Buonarroti, emergono altre prove, come ad esempio la storia dello schizzo fatto da Leonardo su una sua tela riportato alla luce da un gruppo di ricercatori che, attraverso un’indagine multispettrale, sono arrivati ad ipotizzare che rappresentasse il David di Michelangelo, e che Leonardo lo avesse cancellato perché non fosse evidente la sua ammirazione per il più giovane artista. Esiste inoltre la storia della statua dell’ “Ercole leonardiano”, il fallimento dal quale nacque quella di Michelangelo. Si racconta, infatti, che nel 1500 la Repubblica fiorentina, guidata da Pier Soderini, avesse assegnato a Leonardo il progetto di una statua da realizzare che, come visto da uno schizzo ritrovato, raffigurava Ercole. Il marmo con cui crearlo era uno ancora inutilizzato poiché difettoso e sproporzionato, quello con cui poi è stato scolpito il David. L’ultimo episodio, invece, è quello più importante poiché i due grandi artisti arrivano ad uno scontro concreto, ad una vera e propria sfida di cui non fu mai decretato il vincitore. Nel 1503, infatti, le autorità fiorentine indissero una gara per la decorazione interna del “Salone dei Cinquecento” di Palazzo Vecchio, sede principale del governo cittadino. Il duello ebbe aspettative altissime, poiché i due sfidanti erano assai conosciuti per le loro doti. Dopo essersi assicurati di non dover lavorare in stessi luoghi, essi iniziarono i lavori. All’inventore venne affidato il dipinto sulla battaglia d’Anghiari, avvenuta nel 1440; al secondo, invece, toccò la battaglia di Cascina, in cui i Fiorentini vinsero sui Pisani nel 1364. Dopo aver realizzato i cartoni preparatori, entrambi si misero a dipingere, ma purtroppo nessuno dei due riuscì a terminare il progetto nei tempi stabiliti. Leonardo fu costretto a realizzare un nuovo dipinto poiché il suo si rovinò nel tentativo di utilizzare una nuova tecnica di asciugatura del colore: quella dell’encausto, che consisteva nel sottoporre i colori a una fortissima fonte di calore, che l’artista cercò di applicare ponendo sotto all’affresco dei grandi bracieri ardenti. Michelangelo, invece, dovette rinunciare perché venne chiamato da Papa Giulio II a Roma per il rinnovamento decorativo dei Palazzi Apostolici. Tuttavia un’altra delle più grandi differenze tra Michelangelo e Leonardo riguarda l’ambizione. Leonardo sembrava più interessato all’arte in quanto tale, Michelangelo invece era un uomo a cui piacevano anche la ricchezza e la notorietà. Nonostante la loro rivalità, dovuta ai diversi talenti, alla differenza d’età ma soprattutto alle opinioni contrastanti, alle diverse ossessioni e passioni, Leonardo e Michelangelo, questi due giganti dell’arte, hanno segnato la storia del nostro Rinascimento: uno come incomparabile pittore e inventore, l’altro come pittore e scultore impareggiabile. Leonardo e Michelangelo due Grandi uomini entrambi dotati di un talento unico e originale, di una maestria senza pari, antagonisti ma incapaci di oscurare il proprio rivale forse perché, in fondo, nella loro coscienza più profonda ciascuno riconosceva il grandissimo valore dell’altro.

Rita Chiara Scarpaci

Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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