giovedì, Marzo 28, 2024
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UNITI DOPO LA MORTE

Non so come mi ritrovai a fare una cosa del genere, per amore? Non so ma mi sento peccatore, sporco e merito di essere finito all’inferno.

Anni fa vivevo in Texas con mia moglie, vivevamo male, non riuscivamo a mantenerci, volevamo creare una famiglia ed avere almeno uno scopo per cui lottare. Dopo molte discussioni ci trasferimmo nella grande e stupenda Londra, lì tutto sembrava perfetto; sarebbe stato difficile trovare lavoro, comprare un appartamento e molte altre cose, ma sapevo che con lei nulla sarebbe stato impossibile.

Ora maledico quella città, maledico tutti gli abitanti, maledico quell’appartamento, e soprattutto maledico lei, Sophia Boyce, che mi aveva stregato con i suoi modi di fare, con la sua rara bellezza.

Con i soldi che ci rimasero riuscimmo a comperare un appartamento in un modesto stabile; lì lavorava una portinaia stupenda, una dea…che mi portò all’inferno.

Si presentò dicendo:” Sono Sophia Boyce, la portinaia di questo stabile, per qualsiasi cosa chiedete a me”, era così dolce, gentile…mi veniva una sensazione strana ogni volta che la vedevo, ma la ignorai.

Diventai suo amico in poco tempo e lei e mia moglie mi aiutarono a cercare lavoro. Due settimane dopo trovai lavoro come autista della metropolitana e le volli dare la bella notizia, ovviamente dopo averlo detto a mia moglie. Era in pausa, stava parlando al telefono e la sentii dire: “Amore, anche tu mi manchi, un sacco…” e altre cose di questo genere; notò che la stavo aspettando per parlarle e mi fece cenno di aspettare. Dopo quelle parole che disse al telefono mi sentii distrutto, anche se non sapevo il perché. Quando terminò la chiamata le dissi: “Sono riuscito a trovare lavoro come autista della metropolitana”, lei mi abbracciò entusiasta e si congratulò mentre io pensavo ancora alla sua conversazione al telefono; in seguito le chiesi in tono ironico, mentre cercavo di coprire la mia delusione: “Parlavi con il fidanzatino?”, lei rispose: “Ad essere sincera sono sposata, ma non ho mai voluto prendere il discorso perché non sono più felice con lui , infatti non porto nemmeno la fede” allora in tono fra serio e arrabbiato le dissi: “Ma ci siamo sempre detti tutto!” e lei rispose semplicemente: ”Mi dispiace!”. Vedevo che si era un po’ offesa per come mi ero rivolto e le dissi: “Almeno posso sapere come si chiama?” e lei mi diede una risposta che non aspettavo minimamente: “Si chiama Sean Heminguay, è del Texas” poi continuò in modo ironico dicendo: “Ce ne saranno molti di Heminguay in Texas visto che avete lo stesso cognome”, mi si gelò il sangue…non era possibile, mio fratello! Mi limitai col rispondere, senza far vedere che ero nervoso, che non conoscevo nessun Sean Heminguay e la lasciai da sola con la scusa che dovevo andare da mia moglie.

Dopo circa un mese che lavoravo in metropolitana Sophia aiutò anche mia moglie a trovare un lavoro e lo trovò come barista. Con il mio lavoro avevo il pomeriggio libero, mentre mia moglie la mattina…ci vedevamo a stento la notte quando la sentivo arrivare per l’una e mi dava la buonanotte. In cerca di un po’ di compagnia, passavo i pomeriggi con Sophia perché anche lei aveva il pomeriggio libero, stavamo davvero bene insieme. Un pomeriggio stavamo camminando per Hyde Park, inciampò su un rametto, la presi e le nostre labbra si sfiorarono e lei mi baciò. Non feci resistenza, e sinceramente, non mi sentivo in colpa più di tanto…a dirla tutta per niente. Iniziammo una relazione clandestina, passarono mesi e mesi…mia moglie fortunatamente non si accorse di niente. Ormai la nostra relazione stava andando avanti da troppo tempo e incominciai a sentirmi in colpa, quindi le dissi:

“Senti, ti devo parlare”

“Dimmi”

“Non possiamo più stare insieme…se mia moglie lo venisse a sapere sarebbe la fine!”

Rimanemmo a fissarci quando a lei venne un’idea!

“Non è molto bello da dire ma a te ci tengo tanto…troppo. Uccidi tua moglie ed io ucciderò mio marito, così non avremo vincoli coniugali e potremmo vivere per sempre insieme”

“Cosa? NO! Non commetterò MAI un omicidio”

“Pensaci”.

In un primo momento rimasi sconcertato…la faceva sembrare una cosa normale, poi suo marito era mio fratello. Tuttavia, pensai comunque alla sua proposta…e dopo molte riflessioni, adesso a parer mio egoiste, decisi la cosa più sbagliata da fare, ucciderla.

Era diventata notte fonda, avevo preparato tutto. Quando mia moglie tornò a casa al suo solito orario, feci finta di dormire, lei mi diede un bacio sulla guancia e la buonanotte come al suo solito, aspettai che si addormentasse. Passai circa due ore a chiedermi se fosse la cosa giusta, alla fine presi un coltello e la uccisi. Dopo aver fatto quello che ho fatto, la guardai immobilizzato, scoppiai a piangere e mi appoggiai sul suo corpo, ormai morto.

L’indomani dovetti comunque andare a lavoro anche se non ero nella mia forma migliore, perché avrei creato sospetti. Arrivai in metropolitana, mi sedetti alla guida ed iniziai il viaggio nei sotterranei della città, quando d’un tratto, m’apparve l’immagine di mia moglie…distesa sulle rotaie…la seconda scena più raccapricciante che abbia mai visto. Sapevo fosse una visione, quindi scossi la testa e proseguì angosciato da ciò che era successo la sera scorsa. Dopo il mio turno tornai nell’appartamento dove mi aspettava Sophia a braccia aperte, le raccontai tutto e mi disse che era normale. Passarono giorni, settimane, sempre con quella visione nella mente che mi metteva sempre più angoscia, ma quel giorno non era come gli altri. Stavo guidando la metro quando saltò la corrente e scomparvero tutti; quel luogo era cupo, mi sentii soffocare. Vidi uno spiraglio di luce in fondo al tunnel, che mi porto alla visione di mia moglie. Scossi la testa, come facevo di solito, ma non funzionò…scesi da treno e provai a toccarla per dimostrare a me stesso che era una visione. Quando avvicinai la mano lei aprì di scatto gli occhi e me l’afferrò…provai ad urlare ma mi tappò la bocca, mi guardò negli occhi e mi disse: “Pure io lo sto facendo per amore”, prese un coltello mentre cercavo invano di fuggire, mi guardò e mi uccise senza pudore…come me quella sera. Ed eccomi oggi, accanto a mia moglie felici e contenti all’inferno, mentre Sophia non sa che fine abbia fatto.

 

Fazio Carolina

I A

I.C. D’ALCONTRES

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