venerdì, Aprile 19, 2024
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Un amore irrefrenabile

Castel Sismondo dei Malatesta

Francesca da Polenta (o da Rimini), era figlia di Guido Da Polenta, signore di Ravenna, e fu data in sposa a Gianciotto Malatesta, descritto sempre come brutto e zoppo, condottiero che combatté con il fratello Paolo per i Da Polenta contro la famiglia dei Traversari per il dominio della città. Paolo Malatesta era, invece, il bellissimo fratello di Gianciotto, nonché colui che si innamorerà della bellissima Francesca. Insieme diventeranno la coppia simbolo della passione irrefrenabile, che non conosce limiti e non può essere controllata dalla ragione. La fine che segnerà la storia di Paolo e Francesca sarà, purtroppo, tragica e solo il silenzio ricoprirà l’evento brutale dell’assassinio dei due cognati da parte dello stesso Gianciotto.

Solo Dante, infatti, con le sue pagine, ha reso immortale il ricordo dei due sfortunati amanti che incontrerà nel V canto dell’Inferno, nel secondo cerchio ancora più precisamente, dove vengono puniti i lussuriosi, coloro che, appunto, non seppero resistere alle seduzioni e alle tentazioni del corpo, e ora sono travolti da una bufera infernale che li percuote e li trascina in tutta la sua violenza. Francesca, inoltre, sarà insieme a Paolo la prima anima dannata con la quale parlerà Dante, e che gli racconterà, su sua richiesta, la storia e i motivi per cui lei e il suo amato arrivarono a rivelarsi la loro passione. Tutto iniziò quando, per diletto, Paolo e Francesca un giorno cominciarono a leggere, senza alcun presentimento dei sentimenti che provavano l’uno per l’altro, la storia di come Lancillotto si innamorò di Ginevra. Durante la lettura per molte volte i due incrociarono lo sguardo, ma fu un solo punto quello che vinse la loro volontà: quando Ginevra e Lancillotto si baciarono, così come, in quel momento, fecero anche i due cognati. Mentre la donna raccontava e Paolo piangeva, per la pietà Dante svenne e capì, grazie a Francesca, che la radice dell’errore sta nella letteratura cortese e cavalleresca dalla quale nasceva l’idea peccaminosa di amore terreno che anche lui condivideva. Ma è proprio da qui che prende consapevolezza del suo peccato. La cosa che più colpisce di questa incredibile storia di passione è che, anche all’Inferno, le due anime non si siano mai pentite dell’amore che hanno provato l’uno per l’altro in vita e che sempre proveranno.

 

Noemi Pelleriti

Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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