venerdì, Aprile 19, 2024
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La violenza negli stadi

Numerosi sono gli episodi di violenza che si verificano nel mondo dello sport e del calcio in particolare, sia a livello professionistico   che a livello dilettantistico. Ciò assume sempre più i connotati di una grave e allarmante piaga  che si sta diffondendo  a macchia d’olio negli ambienti sportivi e  che riguarda non solo le istituzioni e le società , ma tutti i cittadini.  Si può parlare di siffatta violenza   a proposito dei tifosi che si abbandonano ad atti di vandalismo e arrivano a provocare risse e incidenti anche a volte mortali, ma sicuramente non meno discutibili sono anche quegli atleti che nei campi di gioco, con i loro comportamenti scorretti, spesso incitano i tifosi a imitarli, fornendo esempi negativi.

Come non ricordare per esempio la famosa “indecente testata” del giocatore francese Zidane a Materazzi nella finale dei mondiali del 2006? Gli eroi, che aggrediscono o provocano un avversario, con i loro atti scorretti, spingono i tifosi a diventare anch’essi aggressivi e violenti. Ma ciò che è più allarmante, è il fatto che i tifosi incitati   dai risultati delle partite portano fuori dallo stadio il loro desiderio di vendicarsi di qualche insulto o provocazione della tifoseria avversaria e finiscono a volte per trasformare un momento di sereno divertimento in una vera   e propria guerriglia urbana.

Nel 2012, in occasione di una gara per la qualificazione ai campionati europei tra Italia e Serbia, la rabbia degli ultrà serbi ha scatenato vere e proprie risse e incidenti che hanno coinvolto anche le forze dell’ordine. Purtroppo molto spesso la rabbia sportiva si trasforma anche in altre forme di violenza e assume l’aspetto di intolleranza e razzismo: ne sono amara dimostrazione le autovetture fracassate, gli striscioni e le scritte offensive.

Tutto ciò è inammissibile e   le società e tutti coloro che si ritengono sportivi si dovrebbero unire nel ritenere che ogni forma di violenza sportiva va condannata con interventi seri, perché lo sport è un momento di crescita e non di lotta.

 

Luca Gentile

Istituto Verona Trento

Classe III-M

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