giovedì, Aprile 25, 2024
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ADAMO ED EVA ERANO AFRICANI

Secondo gli scienziati l’antenato dell’essere umano non è Adamo, ma Eva!
Il più antico essere dai tratti umani che è stato ritrovato, infatti, viene dall’Africa ed è di sesso femminile.

Il grande biologo inglese, Charles Darwin, in un saggio pubblicato nel 1871 dal titolo L’origine dell’uomo, ideò la teoria che in tutte le specie viventi, vegetali e animali, si verifica la selezione naturale.

Tutti gli esseri viventi sono perennemente in lotta fra di loro per sopravvivere. Chi va avanti è il più adatto all’ambiente naturale.

Con il passare dei secoli e dei millenni, questa selezione continua ha portato all’evoluzione delle diverse specie animali e vegetali. Darwin applica questo concetto per spiegare l’origine della specie umana.

Le ricerche dell’antropologia (scienza che studia i reperti fossili provenienti da luoghi e da tempi diversi) hanno fornito indicazioni importanti sullo sviluppo dell’uomo.

In questi ultimi decenni, straordinari sviluppi scientifici hanno permesso di scoprire quando e dove ha avuto origine la specie umana. In passato si riteneva che, l’uomo avesse fatto la sua comparsa contemporaneamente in differenti regioni del globo terrestre. Oggi sappiamo che tutto cominciò in Africa, circa due milioni di anni fa, quando l’Homo-Erectus migrò verso altri continenti. Questi spostamenti sono testimoniati dai reperti fossili ritrovati in continenti diversi.

Si può affermare, quindi, che l’Africa è la culla dell’umanità moderna.

Il ritrovamento di Lucy (il più antico scheletro umano mai rinvenuto) è avvenuto nel 1974 a opera di un gruppo di giovani archeologi americani. La scoperta è stata fatta in Etiopia, nel deserto Dancalo, in una regione posta a circa 150 km da Addis Abeba. Mai prima di questa scoperta si era ritrovato uno scheletro quasi intero appartenente a un singolo individuo della specie intermedia tra la scimmia e l’uomo.

Il ritorno alla luce di questo gracile esemplare di femmina, alto poco più di un metro, e dal il teschio non più grande di una noce di cocco, avvenne nella notte indimenticabile del 30 novembre 1974, mentre nell’accampamento gli archeologi ascoltavano un disco dei Beatles:”Lucy in the sky with diamonds” (“Lucy nel cielo tra i diamanti”).

Nell’euforia del momento i ricercatori diedero al reperto il nome Lucy.

L’antropologo Donald Johanson, divenuto famoso per questa scoperta, racconta così la storia di Lucy:

“Doveva avere tra i venticinque e i trenta anni.

Quando morì si era forse distesa, proprio lì dove la ritrovammo, sulla sabbia della sponda di un lago o di un corso d’acqua da tempo scomparsi ed era morta. Se per malattia o annegamento è impossibile dirlo… Rimase a giacere indisturbata nella sua tomba un millennio dopo l’altro, finchè le pioggie di Afar non la riportarono nuovamente alla luce”.

Si racconta che gli operai etiopi addetti agli scavi le avevano assegnato un nome diverso da quello di Lucy:

“Denkenesh”, che significa “meravigliosa”.

Con i suoi tre milioni di anni, la piccola Lucy emoziona ancora…

 

Angelica Scredi, Antonio Di Bella                         

Classe 1A Scuola Secondaria di primo grado “Garibaldi” Milazzo

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