martedì, Aprile 23, 2024
I.I.S. "Conti Eller Vainicher" Lipari

Le emozioni delle “Donne di mare”

Venerdì 26 maggio, nell’aula magna dell’Istituto Superiore “Isa Conti Eller Vainicher”, gli studenti hanno incontrato la famosa scrittrice Macrina Marilena Maffei, antropologa che da molti anni raccoglie patrimoni narrativi radicati nell’oralità popolare dell’Italia centro-meridionale. Tra le sue più celebri opere ricordiamo: “Capelli di serpe” (1995, premio Scanno 1996), “I confini irreali delle Eolie” (2002, distribuito con il “Giornale di Sicilia” nel 2006), “La danza delle streghe. Cunti e credenze dell’arcipelago Eoliano” (2008), e il suo ultimo scritto “Donne di mare.

Una storia sommersa dell’arcipelago Eoliano” (2013). Proprio quest’ultimo è stato oggetto di riflessione da parte delle classi coinvolte nel progetto Incontro con l’autore. È un racconto di “donne che hanno pescato di notte e di giorno, varato le barche, tirato le reti, salpato le nasse e trascinato le imbarcazioni a secco. Queste sono le pescatrici e le donne di mare della Sicilia, un luogo particolare dell’Isola: l’arcipelago delle Eolie. Forti, coraggiose, audaci, le donne Eoliane, sino alla prima metà del Novecento, hanno sfidato quotidianamente il mare per mantenere se stesse e le loro famiglie. Sembrerebbe l’intenzione, magari affascinante, di una studiosa, è invece la realtà di un territorio che ha coinvolto i destini di molte generazioni di donne. Pressoché dimenticate dalla storia insulare, le donne di mare ritornano oggi a reclamare il loro destino alla memoria. E lo fanno attraverso questo libro che raccoglie le loro voci, le loro storie. D’altronde, qual è il senso simbolico di un molo, di una caletta, di un porticciolo se svanisce per sempre l’immagine delle donne che si allontanano nel mare Eoliano? Donne che hanno imparato a dare il nome ai venti e a leggere le ore nelle stelle …” [Macrina Marilena Maffei, Donne di Mare]. La scrittrice, con grande disponibilità, ha risposto ad alcune domande poste dai noi ragazzi.

Quali emozioni ha suscitato in lei raccogliere delle testimonianze inedite delle pescatrici Eoliane?

“Questo libro non nasce da un progetto editoriale, ma da un sentimento di ribellione, di indignazione, perché queste donne erano state dimenticate, quindi nasce proprio dall’emozione.”

Siamo a conoscenza del fatto che lei tratti temi sulle tradizioni e costumi dei popoli, ma perché ha deciso di concentrarsi prevalentemente sulle Isole Eolie?

“Qua si tocca un tema abbastanza personale, molto personale. Camminando per le isole, anch’io ho completato la mia vita, sposando un eoliano, ed è anche per questo che mi sono potuta prolungare nelle mie ricerche. C’è anche un altro elemento: scoprire che c’era una ricchezza così ampia di storia ed averla raccolta per prima è molto importante, nel senso che, quando raccogli tante storie, poi ti senti legata a queste, che ti hanno dato tanto, di conseguenza ti senti in dovere di restituire qualcosa. Questo diventa un imperativo per un’antropologa ed etnografa: se vai a lungo nei luoghi, se credi ai rapporti e la gente ti racconta storie così intime, così legate alle sue credenze, che conserva gelosamente e che ti propone, tu devi restituire qualcosa.”

In che modo si esprimeva l’ostilità tra i pescatori Eoliani e i pescatori provenienti da Catania e dintorni?

“Dobbiamo dire che il pescatore, al contrario dei contadini, non ha un appezzamento di mare su cui può fare affidamento. Pensate soltanto al fatto che i pescatori si trasmettevano gelosamente, di padre in figlio, i luoghi dove si sapeva che ci fosse una ricchezza. Arrivò un flusso di pescatori abili, che in qualche modo si insediò in questa loro grande possibilità di pescare ovunque. Ed ecco che ci furono anche loro! Da ciò si deduce che tra Eoliani e Acitani non ci fu subito buon sangue, non ci fu subito un’integrazione. Innanzitutto avevano un dialetto diverso, non si sposavano tra di loro e i due gruppi erano separati. È un tipo di scelta che viene chiama endogamica. Abitarono tutti insieme e si stabilirono lì dove viene chiamato “Sopra la Terra”. Inoltre, le donne eoliane non andavano solo a pesca, ma facevano anche le reti e si mettevano nella piazzetta che viene chiamata “Delle arti e dei mestieri” o sotto San Giuseppe e poi anche a Marina Lunga. Questi sono i luoghi dell’isola di Lipari dove le donne hanno lasciato un segno.”

Se un tempo le “femmine” (secondo la testimonianza di Antonino, operaio del 1947 di Panarea) andavano a pescare in giro attorno all’isola, oggi, a suo avviso, che ruolo rivestono nell’economia dell’isola?

“Questa domanda è molto difficile per un’antropologa, che si occupa di narrativa e memoria. È tutto cambiato rispetto a quando c’erano le pescatrici, il loro ruolo era paritario solo nel lavoro, ma nelle comunità non c’era una parità di genere. Oggi le donne, soprattutto di estrazione borghese, non fanno tutti questi lavori. Siamo nell’era in cui Samantha Cristoforetti è un’astronauta donna! Le donne ci sono! Abbiamo donne ovunque nella società, tutto è cambiato, la struttura sociale e la struttura economica e le donne hanno un ruolo diverso.”

Le è mai capitato di intervistare qualche anziano del luogo che abbia negato questo passato o che comunque abbia tentato di sminuirne l’importanza?

“Io penso che ci sia stata una dimenticanza, una smemoratezza eoliana verso queste donne, proprio perché non si è compresa la portata del loro lavoro. Non mi è capitato soltanto una volta, ma più volte, tanto che ci ho messo molto tempo a scrivere questo libro. Lo considero quasi una poesia nei confronti delle “donne di mare”. Qualcuno dice che i miei testi siano molto pesanti poiché sono arricchiti di note. Questo perché non voglio che delle storie, come quelle delle streghe, vengano considerate solamente come un fatto folklorico e pittoresco. Mi è capitato molte volte, è successo circa un mese fa, quando sono ritornata in nave incontrando un uomo eoliano colto, e vi assicuro che mi ha offesa come donna e anche come studiosa. Oggi, con questa presa di coscienza di questa tradizione da parte della scuola, ritengo che sia stata restituita un’immagine luminosa delle Isole Eolie e delle donne eoliane.”

Gli Alunni della IIA del Liceo Scientifico

IIS “Isa Conti Eller Vainicher” di Lipari

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