venerdì, Aprile 19, 2024
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INTERVISTA IMMAGINARIA AD UNA SOPRAVVISSUTA ALLA SHOAH

La Shoah è considerata la più grande tragedia della storia dell’umanità. Ogni anno, il 27 gennaio, si commemorano le vittime dell’Olocausto e si ricorda ciò che è stato. I sopravvissuti, coloro che sono stati i protagonisti di quei tragici eventi e che sulla loro pelle hanno provato l’odio e la crudeltà senza fine dei loro aguzzini, a volte non vogliono parlare, vogliono solo dimenticare. Ma ciò è impossibile, così per chi è sopravvissuto all’orrore delle persecuzioni diventa un dovere morale dare voce a chi non può averla più. Ecco cosa ci racconta una testimone dell’Olocausto, si chiama Marta Ascoli

Sig.ra Marta, vorrei rivolgerle alcune domande sulla sua esperienza vissuta nel lager, anche se sono consapevole del fatto che ciò rinnova in lei un immenso dolore.

Come cambiò la sua vita dal giorno in cui fu deportata ad Auschwitz?

La mia vita cambiò radicalmente, da quel momento non sapevo più chi ero.

 

Com’era la sua vita prima che tutto ciò accadesse?

Ero una semplice studentessa di 17 anni, originaria di Trieste, che viveva una vita abbastanza spensierata.

Perché fu deportata ad Auschwitz?

Fui deportata ad Auschwitz in modo insensato, non ero ebrea, ero di religione cattolica ed anche la mia famiglia, ma visto che avevo un cognome particolare, che era il nome di una città, venni classificata come ebrea insieme a mio padre e nessuno si interessò di capire quale fosse la verità.

Come sopravvisse?

Io sopravvissi solo per pura fortuna perché le condizioni di vita nel lager erano terribili e resistere alla fame, al freddo … alla spietatezza dei nostri aguzzini…. era impossibile …. Ricordo che ero stata selezionata per andare alle camere a gas, ma ancora oggi non mi spiego come è stato possibile evitarle.

Diventa sempre più difficile continuare l’intervista, anche se immaginaria, a Marta Ascoli, ma sento il dovere di farle ancora una domanda … e provo ad immaginare la sua risposta.

Perché ancora oggi è importante ricordare ciò che è accaduto?

Ricordare è molto doloroso … tanti ricordi e immagini terribili di quegli anni affiorano nuovamente nella mente e ritorno sempre a chiedermi perché.

Mantenere sempre vivo il ricordo dell’Olocausto è per me, come pure per altri testimoni della Shoah, come una missione, perché tutti, soprattutto i giovani, venendo a conoscenza di ciò che è stato, devono a loro volta diventare testimoni perché, come ha detto Primo Levi, “l’unica cosa possibile che conta veramente è ricordare, ricordare sempre per evitare che accada di nuovo”.

Marta Ascoli è morta nel 2014, aveva 87 anni.

 

Carmen Saraò  Classe 3^ D

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