sabato, Aprile 20, 2024
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La moda dei Pokèmon esplode quest’estate

Da circa un mese si sta diffondendo a macchia d’olio un nuovo videogame, basato sulla realtà aumentata, per dispositivi smartphone che prende il nome di Pokèmon Go. L’obiettivo principale è andare alla ricerca dei famosi animaletti, meglio ancora dei “mostriciattoli” presenti in tutti i luoghi di ciascun paese e città. Esatto, proprio “luoghi” è la parola corretta, perché per progredire bisogna camminare nella vita reale, oltre a dover tenere il gps e la connessione Internet dello smartphone attivati, in un’interfaccia molto simile alla famosa applicazione di geolocalizzazione Google Maps.

Questi mostriciattoli possono trovarsi in qualunque posto, tant’è che per questo motivo bisogna prestare attenzione quando si va alla ricerca, soprattutto quando compare un Pokèmon in mezzo alla strada, oppure nei dintorni di una fossa. Non è infatti una novità il fatto che il gioco purtroppo abbia causato qualche vittima, nonostante il chiaro avvertimento che figura durante l’avvio dell’applicazione, ossia “Durante il gioco presta sempre attenzione all’ambiente che ti circonda”. Ma la cosa più eclatante è il modo in cui l’applicazione si sta trasformando ormai in un comune stile di vita. Si notano subito appena usciti di casa molti ragazzi, ma anche adulti che ci giocano lasciandosi attirare  come imbambolati o stregati dall’ultima moda.

Essendo una moda potrebbe non durare a lungo o tramutarsi in qualcosa di diverso dal semplice gioco: in effetti potrebbe essere utilizzata  per scopi didattici, magari dentro ad un museo o luoghi d’arte per trovare le opere più importanti, oppure nella nostra scuola sarebbe interessante usare questa applicazione durante il periodo dell’accoglienza: ad esempio per recarsi nei locali del nostro istituto, i laboratori e le classi basterebbe invitare i nuovi visitatori a seguire i Pokemon, non sarebbe male. Altrimenti organizzare una caccia al tesoro. Certamente potrebbe essere un nuovo modo di fare amicizia, di creare community.

Gli utilizzi sono dunque svariati, purchè non si cada nel rischio di trasformarsi in zombies incuranti di automobili o pericoli, o peggio ancora purchè non si confonda la realtà con la finzione.

Gabriele Squadrito 2ACM

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