sabato, Aprile 20, 2024
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L’istruzione può cambiare il mondo

Al mondo esiste una ragazza pachistana che si chiama Malala Yousafzay. Molti si chiederanno: “Ma perché è tanto famosa questa ragazza?” Beh, Malala è famosa per ben due motivi. Il primo è perché ha cercato, e cerca ancora, di combattere per dare un’istruzione a tutti, ma proprio tutti i bambini che non ce l’hanno. Infatti fa questo perché, quando era ragazzina, anche a lei hanno cercato di togliere la possibilità di studiare. Allora… il fatto è questo… In una regione del Pakistan spesso agiscono i talebani, un gruppo di terroristi che ha cercato, e ci è anche riuscito, di levare quasi tutto a uomini, donne e soprattutto bambini. Malala, per parlare e per non tacere, da donna coraggiosa quale è, andava a scuola, studiava, giocava… Un giorno i talebani fermarono il pulmino sul quale c’era anche lei, se la fecero indicare e le spararono due colpi alla testa. Per fortuna è sopravvissuta e, nel 2014 a Oslo, ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace.

Il secondo motivo per cui questa ragazza è tanto famosa è per una frase che ha pronunciato, la frase che la rappresenta per quella che è, ovvero “un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo”. Io ammiro tanto Malala per queste parole, che per molti non hanno senso ma che in realtà ce l’hanno. Secondo me la frase vuole dire che, se un bambino o una bambina, che abita in una regione minacciata da gruppi religiosi, un giorno raccogliesse tutto il coraggio che possiede e decidesse di andare a scuola e studiare come se niente fosse, sarebbe una rivoluzione per tutta la il mondo, una speranza che toccherebbe tutti i bambini che, purtroppo, muoiono perché vanno a scuola o per tutte quelle donne che sono costrette a rimanere chiuse in casa, a rimanere “ignoranti” per poi, a dodici anni o poco più, sposare qualcuno che neanche conoscono e rimanere schiave. Sì, lo so, sarebbe davvero “la luce nelle tenebre”, però la paura è troppa, è troppa la tristezza che c’è, non solo in Pakistan ma anche in India, in Siria, in Africa… Ogni giorno sentire in TV che bambini muoiono di fame mi fa piangere, però mi fa sentire anche una persona fortunata perché mi fa ricordare che sono nata e cresciuta in una nazione a cui non manca niente. Ed è proprio questo che vuole Malala: che tutti, sia bambini che adulti, siano fieri di dove sono nati e cresciuti e dove hanno combattuto per difendere la loro istruzione.

Chiara Accetta

 Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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