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Il “NO” di Rosa Parks

Rosa Parks è oggi ricordata ed è passata alla storia, americana e mondiale, come la donna che sfidò il razzismo e modificò le leggi razziali.

La sera dell’1 dicembre 1955, infatti, a Montgomery, capitale dell’Alabama, Rosa stava tornando nella sua casa dopo una giornata di lavoro in un grande magazzino, dove era impiegata come sarta.

Si sedette sull’autobus in un posto libero, in cui potevano sedere sia neri sia bianchi. Qualche fermata più avanti, però, salì un passeggero bianco insieme ad altri bianchi, ma restò in piedi perché tutti gli altri posti loro riservati erano occupati. Dato che la donna ne occupava uno dove potevano sedersi anch’essi, ed era privilegio di questi ultimi servirsene, l’autista dell’autobus le chiese di alzarsi. Ma Rosa disse di “no”. Un no che cambiò il mondo. Molte persone pensarono che disse di “no” perché era stanca, ma lei ha sempre affermato: “Non ho ceduto il mio posto non perché ero stanca fisicamente, ma perchè ero stanca di subire”. Rosa non si alza. L’autista decide così di chiamare la polizia che arresta Rosa Parks per condotta impropria. La donna, pur consapevole delle motivazioni, osò chiedere all’agente perché le stavano facendo tutto quello, ed egli le rispose che stavano solo applicando la legge.

Quando ci fu il processo, su iniziativa di un’altra donna nera, attivista anche lei, Jo Ann Robinson, che distribuì dei volantini stampati segretamente, iniziò il boicottaggio dei mezzi pubblici da parte della popolazione di colore che durò per più di un anno, ben 381 giorni. Gli stessi tassisti afroamericani, in segno di protesta, per dare il loro contributo, adeguarono le loro tariffe a quelle dei pullman, mandando in crisi i trasporti cittadini, utilizzati per lo più dalle persone di colore che altrimenti si sarebbero dovute spostare a piedi. In questo boicottaggio ritroviamo affiancata a Rosa anche un’altra figura maschile che si batterà molto per i diritti delle persone di colore: Martin Luther King. Questi era ancora poco conosciuto, ma i suoi discorsi per l’uguaglianza e la sua battaglia non violenta per i diritti dei neri lo porteranno nel 1963 al celebre discorso “I have a dream” e a porre le basi della fine della segregazione razziale in quelle zone degli Stati Uniti d’America dove ancora era radicata.

Il gesto di Rosa Parks non è stato dimenticato e il pullman su cui viaggiava, simbolo della sua ribellione, nel 2003, due anni prima della sua morte, fu restaurato e inserito tra i veicoli in esposizione al museo “Henry Ford”. Successivamente, nell’aprile del 2012, in una delle tappe di propaganda elettorale, anche il presidente Barack Obama si siederà al posto di Rosa, gesto simbolico questo che rappresenta il voler continuare il movimento per i diritti civili negli Stati Uniti. La “donna che non si alzò”, così come è anche chiamata, è conosciuta infatti anche come la madre per il movimento per i diritti civili in generale, non solo della popolazione di colore. Diritti per i quali questa coraggiosa e tenace donna continuerà a combattere fino alla morte, sopraggiunta a 92 anni, il 24 ottobre del 2005, per cause naturali.

 

Giulia Anania

Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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