giovedì, Marzo 28, 2024
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LA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

Il cambiamento industriale a cui stiamo assistendo ha una portata epocale, al punto da essersi guadagnato il significativo appellativo di Quarta Rivoluzione Industriale, che vedrà la nascita di nuovi modelli e strategie di produzione tra cui la cosiddetta Industria 4.0.

Pur non esistendo una definizione comunemente accettata, Industria 4.0 viene generalmente considerata come un processo che culminerà in una nuova concezione dell’industria, dallo sviluppo di nuovi prodotti e servizi, alla ricerca e innovazione, fino alla validazione e alla produzione, con il minimo comune denominatore costituito da un alto grado di automazione e interconnessione. Smart factory, brilliant factory, produzione intelligente, Internet of things (internet delle cose), Industria 4.0, Industrial Internet sono alcune delle denominazioni riferite alla progressiva diffusione delle nuove tecnologie che stanno modificando le fabbriche in modo radicale. Il cambiamento non riguarda soltanto il futuro delle imprese ma anche ogni ambito della vita sociale.

Si pensi per esempio alle Samrt City città intelligenti, digitali ed inclusive gestite in modo da alimentare uno sviluppo economico sostenibile ed una elevata qualità della vita, con una gestione saggia delle risorse naturali, integrata con moderne infrastrutture ICT.  E di qualche settimana fa l’annuncio che saranno “migliaia” le vetture Chrysler che verranno fornite alla divisione di auto autonome di Google, per il lancio del suo servizio di taxi senza guidatore. Il primo servizio sarà inaugurato a Phoenix proprio nel 2018. Questo è un esempio di come la tecnologia si stia evolvendo dalla fase di ricerca e sviluppo a quella operativa.

In ogni caso, siamo appena all’inizio di un lungo percorso, che potrebbe portare ulteriori e notevoli miglioramenti nella qualità della vita grazie a tanti piccoli (ma importanti) interventi ben ragionati. E potrebbe portare soprattutto tanto lavoro, specializzato e diffuso su tutto il territorio nazionale. E’ auspicabile un serio investimento nazionale su questo tipo di interventi, ormai inquadrabili come le vere “grandi opere” dei prossimi anni.

Antonio Morabito 3^D

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