venerdì, Marzo 29, 2024
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Metodo Analogico per una scuola alternativa

Svegliarsi presto la mattina, riempire lo zaino di un quintale di libri e quaderni, andare a scuola, ascoltare cinque ore di lezioni noiosissime, tornare a casa, trascorrere altre ore a leggere e ripetere più volte gli stessi noiosissimi argomenti, tornare a scuola e ripeterli all’insegnante. Il tutto moltiplicato per cinque anni di elementari, tre anni di medie e cinque anni di superiori, per un totale di tredici anni di “studio” noiosissimo. Be’, magari non è tutti i giorni così tragica, ma la vita di uno studente italiano medio è senza dubbio pesante e monotona, sia che si impegni sia che non lo faccia.

La maggior parte degli studenti, a un certo punto della carriera scolastica, di solito alle medie o alle superiori, avvertendo lo stress fisico e psicologico di questa stancante routine, comincia a gettare la spugna, studiando sempre di meno e maturando in molti casi perfino un vero e proprio odio nei confronti dello studio, delle materie scolastiche e soprattutto dei docenti. È tragico dover ammettere che in Italia, ma anche in gran parte del mondo, la scuola venga percepita dai ragazzi come una nemica, come privazione di libertà e felicità. Così accade che solo una piccola percentuale riesce ad apprendere davvero dai banchi di scuola, sebbene anch’essa alla fine del percorso risulta mantenere solo in piccola parte le informazioni accumulate in anni di studi. Evidentemente c’è qualcosa che non va nell’intero sistema.

La conferma di ciò la si trova in Finlandia: gli studenti finlandesi sono i più istruiti al mondo e il suo sistema scolastico è senza dubbio rivoluzionario! Come spiega l’ex ministra dell’educazione finlandese Krista Kiuru, il fulcro di questo innovativo e originale sistema è l’umanità. Infatti all’interno di ogni scuola di qualunque grado insegnanti e studenti sono posti sullo stesso livello: esiste tra di loro un rapporto di rispetto reciproco alla pari di quello tra amici; gli alunni si rivolgono ai docenti in maniera informale; le lezioni sono svolte alla maniera del dibattito in modo da rendere massima la partecipazione degli alunni alla lezione. In questo modo la tradizionale lezione “frontale” viene abolita, in quanto essa da un lato crea degli alunni passivi, non stimolando dunque l’accrescimento del loro senso critico e delle loro capacità creative e di riflessione; dall’altro rende ogni lezione noiosa ed inefficiente proprio per la mancanza di coinvolgimento emotivo e creativo. Molta importanza viene dunque data all’arte, alla musica e all’attività pratica e laboratoriale.

Nelle scuole finlandesi la libertà di espressione individuale di ognuno viene molto esaltata, ed il parere dei ragazzi è sempre tenuto in considerazione per le scelte d’istituto. Infine la caratteristica più strabiliante è la quasi assenza di compiti per casa! Il tempo dedicato a casa per lo studio è di circa venti minuti e l’orario scolastico è molto ridotto rispetto al nostro: solo venti ore alla settimana! Questo serve a dare ai ragazzi il tempo di essere giovani, coltivare hobby e relazioni. La prova che questo sistema funzioni è anche data dal fatto che gli alunni vanno a scuola felici e motivati, trovando nello studio un divertimento e nei docenti dei maestri di vita. Infatti in Finlandia non basta conoscere una materia per insegnare, ma bisogna avere una buonissima preparazione pedagogica ed una grande umanità. Ma un altro grosso problema della scuola italiana è la quasi inesistente didattica di insegnamento, basata su metodi tradizionali ed obsoleti.

Due colossi dell’innovazione in questo campo sono il pedagogista Camillo Bortolato e la psicologa, ricercatrice presso l’Università di Padova, Daniela Lucangeli. Questi hanno teorizzato e messo in pratica il cosiddetto “metodo analogico”, basato sulla capacità cognitiva innata dell’analogia, che è quella capacità mediante la quale il cervello umano “collega” immagini simili in maniera intuitiva e immediata. Secondo questo metodo bisogna puntare la didattica sul maggiore utilizzo delle immagini visive e sulla riduzione dell’uso della scrittura e del linguaggio verbale, specialmente nella matematica delle elementari, poiché l’intelligenza e la memoria umane sono principalmente basate sulla visuo-spazialità, ovvero sull’immaginazione visiva. Questo metodo ha grande applicazione proprio in matematica (la materia più odiata dalla maggior parte degli studenti per l’eccessiva presenza di enunciati e teoremi da studiare a memoria) perché analogica è proprio l’intelligenza numerica, che è la capacità di riconoscere la quantità immediatamente in ciò che percepiamo, e che è presente fin dalla nascita. Se ben sviluppata essa potrebbe permetterci di compiere calcoli a mente con una velocità strabiliante già in terza elementare, e soprattutto renderci più intelligenti in ogni campo. Purtroppo i bambini vengono abituati al calcolo quasi solamente scritto, dove bisogna utilizzare delle procedure mnemoniche che non contribuiscono assolutamente allo sviluppo intellettivo, allo stesso modo dell’uso passivo di una calcolatrice.

Il metodo analogico e visuo-spaziale potrebbe rendere lo studio di ogni materia semplicissimo e veloce sia perché sfrutta al massimo le nostre potentissime capacità intellettive, permettendo un vero apprendimento dei concetti e non solo di “stringhe verbali messe in memoria”, come li definisce la Lucangeli, sia perché fa uso della memoria visiva, che a differenza di quella fonologica, basata sulle parole e i suoni, è permanente e capace di mantenere anche i concetti logici più complessi come quelli matematici. In definitiva la scuola carica gli studenti di tantissimo materiale da memorizzare, ma non insegna loro come farlo al meglio, né fa in modo che le informazioni non restino semplici parole vuote, ma vengano realmente apprese come concetti. È giunto il momento che essa e i suoi insegnanti vengano aggiornati in modo da renderla efficiente e umana tesa allo sviluppo del calcolo mentale, dell’immaginazione e della creatività, i quali possono creare delle menti libere e pensanti capaci di rendere il mondo un posto migliore.

 Francesco Arcofora IV D Liceo Scientifico

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