giovedì, Marzo 28, 2024
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L’indissolubile connubio tra Chimica e Chirurgia

La Chimica è una scienza che si è evoluta nel corso dei secoli, prima lentamente, tra tentativi ed errori, e poi sempre più velocemente, fino a registrare, nel diciannovesimo secolo, una vera e propria esplosione. Ed in questa avanzata inarrestabile, la Chimica ha decisamente contribuito, anzi, è stata l’artefice dell’evoluzione di una scienza che, senza di essa, sarebbe stata per sempre relegata a mera “arte da macello”: la Chirurgia. A dire il vero, le pratiche chirurgiche erano note sin dall’antichità. Nella Preistoria, più precisamente nel Neolitico, si trapanavano i crani, per ridurre il dolore da compressione dovuto ad un trauma. E i “pazienti”, spesso, sopravvivevano; come testimoniano i crani ritrovati, che presentano tessuto osseo ricresciuto intorno ai fori. Questa tecnica, del resto, verrà praticata fino al Rinascimento, per curare l’emicrania e gli attacchi epilettici. Sta di fatto, comunque, che gli interventi chirurgici erano una terribile tortura. Il malcapitato, imbottito di alcol o “seminarcotizzato” comprimendo le carotidi per fargli perdere conoscenza, veniva sottoposto all’intervento, che, spesso, consisteva in amputazioni. E il metro per valutare l’abilità del chirurgo era solo la velocità con cui procedeva. Il dolore era, comunque, inaudito e lo shock , spesso, risultava fatale. Intanto, già nel 1500, si sarebbe potuto dare una svolta a tutto ciò se un alchimista, medico e astrologo svizzero, detto Paracelsus,  avesse condotto fino in fondo le sue ricerche. Egli , mescolando alcol e acido solforico, aveva ottenuto “acqua bianca”(“etere” direbbe oggi un Chimico).E aveva osservato che alcuni polli, bevendone un po’, cadevano profondamente addormentati. Paracelsus annotò il tutto, pensò che si sarebbe potuto fare uso di questa sostanza per il trattamento delle malattie dolorose, ma poi si fermò. Del resto i tempi non erano ancora maturi per una simile scoperta. L’attività del chimico era associata alla stregoneria e alle pratiche diaboliche. Se qualcuno avesse proposto di anestetizzare un uomo per poi operarlo, sarebbe sicuramente finito sul rogo(soprattutto se l’intervento fosse riuscito). Dovranno passare ben tre secoli dalla scoperta di Paracelsus affinchè si compiano dei decisivi passi in avanti. Nel 1796 Priestley e Humphry Davy scoprono le proprietà anestetiche del protossido di azoto(N2O) conosciuto come “gas esilarante”. Nel 1844 le proprietà anestetiche di questo gas vengono dimostrate dal dott. Horace Wells, un dentista britannico, presso la Harvard Medical School. Purtroppo, il paziente a cui viene tolto un dente mostra del fastidio, più per la sorpresa di non provare dolore che per altro. Il pubblico fischia Wells e l’esperimento viene considerato un fallimento. Solo 150 anni dopo Wells verrà riconosciuto come lo “scopritore dell’anestesia”. Nel 1846, William Norton, allievo di Wells, costruisce un macchinario per l’anestesia e riesce a convincere un noto chirurgo del Massachusettes, John Warren Jackson, ad usarlo. Jackson esegue due interventi con successo e l’anestesia prende definitivamente quota. Arriverà anche il cloroformio e, nel 1847 viene eseguito il primo parto cesareo. Nel 1852 la regina Vittoria chiede per sé il parto indolore; eseguito con successo darà origine all’espessione “il parto della regina”. Infine, nel 1929 viene scoperta l’attività anestetica del ciclopropano, un gas, costituito da tre atomi di carbonio legati tra loro in un ciclo chiuso, che verrà utilizzato nei successivi 30 anni nella pratica chirurgica. Da allora ad oggi sono state scoperte molte altre molecole dai chimici; e la chirurgia è divenuta una vera e propria scienza in grado di salvare vite umane. Spesso ci si interroga su quale sia stata la scoperta più grande dell’umanità. Io non ho dubbi e mi ritengo molto fortunata di essere nata in un’epoca in cui si può non avere paura del dolore.

Graziella Signorino

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