sabato, Aprile 20, 2024
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ALUNNI IN LIBRERIA

Leggere è riuscire a sentire il profumo delle parole.

È poter immaginare le scene, i colori, i visi dei personaggi, le pieghe dei loro abiti e delle loro vite.

È decidere se lasciarsi guidare per mano dallo scrittore fino a un certo punto o per sempre.

È fare un’”orecchietta” alla pagina, per poi tornarci su, di nuovo, magari dopo anni, e scoprire che la rifaresti ancora.

Leggere è sognare, osare, vivere più di una vita e da ognuna ricevere in dono qualcosa.
Leggere è imparare ad attendere, ad ascoltare, a calarti nei panni dei personaggi senza giudicare.

Chi ama leggere, divora voracemente le prime pagine dei libri, per poi rallentare verso la fine, sapendo che quell’ultima pagina, quell’ultimo rigo, lascerà un vuoto, una mancanza reale.

Chi legge lo fa sempre per quell’ultima riga che nelle favole era “e vissero felici e contenti” mentre in quelli più realistici è “to be continued”.

Ed è questo il messaggio che, a parer mio, i proprietari della nota libreria messinese “Ciofalo” durante il progetto “alunni in libreria” desideravano inviare ai miei compagni e a me, la passione che volevano trasmetterci.

Ma torniamo un po’ più indietro.

Sono le 11 del mercoledì 29 novembre.

La nostra classe si trova dinnanzi alla libreria “Ciofalo”.

Due signore ci fanno cenno di entrare, accogliendoci all’interno della libreria.

A prima vista sembra una normale libreria, riesco a percepire il profumo penetrante dei libri, posso udire il dolce rumore dello sfogliarsi di pagine, scorgo in lontananza le migliaia di volumi che occhieggiano dagli scaffali e che chiedono di essere letti e come per magia il frastuono della città impazzita, scompare.

Ci avviamo verso una grande stanza, colma di romanzi che raccontano la nostra terra, la Sicilia.

Tutti attorno ad un tavolo, ascoltiamo le parole della figlia del proprietario della libreria, che spezzano il silenzio. Esponiamo le nostre idee riguardo alla lettura quando, la signora, esce dalla sala e torna con una fotografia in mano. Un’immagine che simboleggia il valore vero e proprio dei libri: in seguito ad una catastrofe, al di sopra delle macerie di quella che era la libreria “Ciofalo”, alcune persone leggono, quasi incuranti del dramma che si è appena consumato. Il valore della lettura va oltre tutto.

Leggere riesce a far dimenticare tutto ciò che di brutto ci sia, riesce a far evadere da qualsiasi problema, anche se per poco, entrando all’interno di un mondo fantastico.

Successivamente, un’altra donna ci fa strada e ci mostra un enorme scaffale contenente testi di vario genere, dall’horror al fantasy, dal romanzo romantico al manga. Ci mostra con orgoglio alcuni romanzi e li dispone con cura su un tavolo. Ne racconta la storia, partendo dai romanzi classici più apprezzati e conosciuti dai più piccoli, (romanzi, ahimè, poco considerati, sebbene abbiano formato i nostri caratteri) fino ad arrivare a libri di narrativa e fantasy, più adatti alla nostra età.

Ascoltiamo incantati le sue spiegazioni, abbiamo proprio il piacere di ascoltare e, seduti sul pavimento, la nostra professoressa di lettere Antonella Colosi, inizia a leggere qualche verso di un libro, “l’arte di essere fragili”, romanzo che contiene la “fragilità” e il “pessimismo” di Leopardi.

In seguito, i proprietari della libreria, ci invitano a muoverci a nostro piacimento per la libreria, permettendoci di scegliere di comprare uno o più libri.

Ognuno di noi si dirige nella zona che preferisce. Qualcuno tenta di trovare un numero del proprio manga preferito, qualche altro rovista fra i libri degli scaffali, in cerca di un titolo che possa attirare la sua attenzione, altri ancora, rovistano confusamente con l’auspicio di scovare un horror abbastanza spaventoso da intimorire personalità già abituate al genere.

Infine, come tutti momenti belli, la visita in libreria volge alla fine.

Ci avviciniamo lentamente alla cassa per pagare il libro scelto, con estrema difficoltà, fra i tanti che dagli scaffali, sembrano schiacciarci l’occhio invitandoci a prenderli in considerazione e, con il nostro prezioso tesoro in mano, ci mettiamo felicemente in posa, per scattare una foto che ci ricordi, per sempre, la magica mattinata trascorsa tra tesori antichi e moderni, tra le parole dette e quelle pensate, tra la vita vissuta e quella immaginata o sognata.

Ora sono a casa, dinnanzi ad un computer e provo a scrivere ciò che ho provato per permettere a chi legge di desiderare di acquistare un libro, l’unico tramite per volare senza staccare i piedi da terra e per camminare senza poggiare i piedi sul suolo.

 

Vincenzo Clemente, III H “Verona Trento”

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