giovedì, Aprile 18, 2024
Parliamo di....Scienza

Galileo Galilei, uomo credente e scienziato geniale

 

[aesop_quote type=”block” background=”#0a23d8″ text=”#ffffff” width=”content” align=”center” size=”1″ quote=”"Venite pure con le ragioni e con le dimostrazioni, vostre o di Aristotile, e non con testi e nude autorità, perché i discorsi nostri hanno a essere intorno al mondo sensibile, e non sopra un mondo di carta."” parallax=”off” direction=”left” revealfx=”off”]

Il metodo sperimentale Galileiano costituì una vera e propria rivoluzione per il Seicento e mise in moto quel particolare processo di evoluzione del pensiero scientifico chiamato “scienza moderna”.

Le ricerche di Galileo Galilei vanno infatti intese come un radicale passo verso la modernità, dato che per la prima volta la matematica diventava uno strumento di interpretazione della realtà naturale. Esso era difatti una sintesi di ragionamento matematico e sperimentazione concreta, che prevedeva l’osservazione del fenomeno naturale, l’elaborazione dei dati rilevati sulla base di una dimostrazione matematica e infine un esperimento che confermava il risultato riscontrato.

Tutti i fenomeni naturale che anticamente l’uomo aveva cercato di spiegare attribuendoli alla stregoneria o alla magia o, ancora, imputandoli all’azione delle divinità trovarono finalmente la giusta analisi: secondo il rigoroso metodo galileano tutti gli eventi naturali osservati hanno delle cause precise ed identificabili, esistono degli schemi utilizzabili per descrivere quanto accade in natura, se un evento si verifica con una certa frequenza alla base c’è la stessa causa, ciò che una persona percepisce può essere percepita anche da altri,  si applicano le stesse leggi fondamentali della natura indipendentemente da dove e quando si verificano determinati eventi.

Galilei inoltre definì l’importanza dell’autonomia della scienza rispetto alla religione, dando vita ad un nuovo metodo di indagine svincolato dal limite della Fede, definendola tuttavia necessaria per la salvezza dell’uomo.  Le posizioni che assume Galilei sono arditamente rivoluzionarie e non mancano di creare un profondo turbamento negli animi meno aperti al nuovo e più fortemente segnati dal clima culturalmente oppressivo che il Concilio di Trento stava lentamente creando. Nonostante le tensioni e le resistenze manifestategli da cattolici e protestanti, Galilei rivendica l’autonomia della ricerca scientifica e sostiene audacemente la netta distinzione tra pensiero scientifico e religioso, considerando il primo come chiave di lettura atto a far comprendere all’uomo “il grande libro dell’universo” con tutti i suoi misteri, mentre il secondo, legato alla fede, si classifica come discorso di salvezza che non si preoccupa di “che cosa” ma del “senso della nostra vita “.  La scienza, dunque, deve insegnare “come si vada il cielo” ed è invece compito dello Spirito Santo insegnare “come si vada al cielo”.  Quindi la Sacra Scrittura non è un trattato di astronomia e non ha come compito quello di determinare le costituzioni e i movimenti dei cieli e delle stelle, mentre la scienza, cieca al mondo dei valori e al senso della vita, deve aiutare a capire le leggi che Dio ha imposto al mondo essendone il creatore, sulla base di norme autonome, universali ed immutabili.

Da ciò consegue che fede e scienza sono incommensurabili e che pertanto la loro incommensurabilità non esclude a priori la loro compatibilità. Questo discorso galileiano impostato in tale termine, spaventò la chiesa, che vedendo minacciati i capisaldi del pensiero religioso, reagì condannando il filosofo scienziato come “fervido eretico”.

Nel corso degli anni, Galilei affidò il suo pensiero alle cosiddette lettere “copernicane”, che avevano lo scopo di sostenere la fondatezza e la veridicità delle sue tesi; erano prevalentemente scritte in volgare per permettere a chiunque di venire a conoscenza delle sue idee ma essenzialmente costituivano una pubblica difesa delle sue idee, in modo da confutare alcuni testi delle sacre scritture ed eliminare i vari pregiudizi.

A distanza di quattro secoli la Chiesa con la revisione del Caso Galilei, chiesta da papa Giovanni Paolo II, ritirò nel 1992 la condanna allo scienziato, riconoscendo pubblicamente la validità e verità scientifica delle sue teorie e chiedendo scusa per avere ingiustamente condannato non solo il fondatore della scienza moderna ma indiscutibilmente una delle menti più geniali dello scorso millennio.

 

Ivan Chiofalo IV A MM

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