giovedì, Aprile 18, 2024
Parliamo con...

Percorso d’esame e incontro ”d’autore“: Intervista alla scrittrice Rossana Carne

L’esame di Stato rappresenta per ogni studente la prima importante occasione per saggiare le proprie abilità di approfondimento e ricerca su tematiche che lo hanno particolarmente interessato durante il suo percorso scolastico.

Come studentessa di chimica biosanitaria, sono stata attratta dalla scienza e dalla sua evoluzione nella storia: particolare interesse hanno dunque suscitato in me le sperimentazioni di armi biochimiche utilizzate a partire dal Novecento, su cui mi sono focalizzata al momento della stesura del mio percorso d’esame.

L’approfondimento da me attuato in questa direzione mi ha condotto a conoscere le ricerche della scrittrice Rossana Carne.

Rossana, laureata in lingue Orientali e Scienze internazionali, ha pubblicato la sua tesi “Unità 731”, una notevole testimonianza di ciò che accadde in Cina nel corso della Guerra dei quindici anni.

L’autrice ha rivelato estrema disponibilità nel supportare le mie ricerche  e nel concedere un’intervista per il nostro giornale.

Ecco di seguito il contenuto della nostra conversazione.

  • Cosa ti ha spinto a studiare lingue orientali e a scrivere la tua tesi di laurea sull’unità 731?

La passione per le lingue orientali nasce fin dall’adolescenza. Come tutti i ragazzi e le ragazze ero amante dei cartoni animati giapponesi e ne seguivo parecchi, tra cui alcuni che parlavano proprio della storia del Giappone. Così iniziai a interessarmi sempre di più di quella parte di mondo così “lontana”. Iniziai, per esempio, a leggere libri di scrittori e scrittrici giapponesi, a guardare film e documentari sul Giappone e piano piano decisi di iniziare il percorso di studi di lingue orientali. Mi piaceva studiare le lingue, ma più che la grammatica o il lessico, mi trovai decisamente affascinata dalla storia di questo paese così lontano geograficamente da noi. Durante una lezione di storia del Giappone, l’insegnante ci parlò di alcuni crimini di guerra commessi dai giapponesi e rimasti impuniti e alcuni sconosciuti, tra cui il Massacro di Nanchino. Quello fu il trampolino di lancio che mi spinse a indagare fino a scoprire l’unità 731, argomento totalmente sconosciuto in Italia e nelle scuole… In quel momento decisi che quello doveva per forza essere il mio argomento della tesi di laurea. Nonostante l’insegnante non ne fosse entusiasta a causa della mancanza di materiale, decisi di portare avanti le mie ricerche che oggi si sono  trasformate in  un libro.

  • Sono state particolarmente difficili le ricerche per la stesura della tua tesi?

Le ricerche sono state un po’ faticose purtroppo, proprio a causa della mancanza di materiale. Fortunatamente ho incontrato un insegnante del centro studi sul Giappone di Roma, il quale mi disse di avere tutta una serie di articoli di giornale dell’epoca in cui si parlava, anche se brevemente, dell’unità 731. Iniziai da lì il percorso che mi ha condotto a trovare i libri di Sheldon Harris e di Daniel Barenblatt, che ho tra l’altro conosciuto  personalmente, i due massimi esperti a livello mondiale su questo argomento. Una volta completati gli studi e gli approfondimenti ho potuto iniziare la stesura della tesi.

  • Sei mai stata in Cina o in Giappone? Hai avuto modo di entrare in contatto con le loro culture? Se sì, che reazione hanno queste popolazioni quando si parla di “unità 731”? Hai mai conosciuto qualche testimone?

Ho vissuto in Giappone per un anno e ho avuto la fortuna, durante i primi 3 mesi, di poter fare un corso intensivo per apprendere “sul campo” la lingua giapponese. Durante le lezioni, ho colto subito l’occasione per indagare sull’unità 731 e con immenso stupore, ho potuto notare come quasi nessuno fosse a conoscenza dell’argomento. Non solo gli allievi, ma anche gli insegnanti… Iniziai a cercare sui libri di testo dei ragazzi delle superiori, ma niente: un velo di omertà copre, ancora oggi, questo argomento, probabilmente troppo scomodo per poter essere affrontato come si deve anche nelle scuole. Purtroppo i testimoni sono troppo anziani e moltissimi sono già deceduti. Pertanto non ho avuto modo di incontrare persone che vissero quell’orrore, però ho potuto assistere ad alcune conferenze tenute dai loro eredi: figli, nipoti che hanno avuto modo di ascoltare  i loro racconti ed in seguito hanno custodito il materiale lasciato dalle vittime sopravvissute. Oggi, per fortuna, è nelle nostre mani:  dobbiamo diffonderlo per portare alla luce questa triste realtà . In Cina, invece, non ho ancora avuto occasione di andare, ma è una delle mete che mi sono prefissata di raggiungere in futuro.

  • Qual è la tua opinione sulla sperimentazione delle armi biologiche? Secondo te potrebbero rappresentare un pericolo considerando la situazione internazionale attuale?

Le armi biologiche sono e sono sempre state un pericolo enorme per l’intera umanità. Dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, fino ai giorni nostri, abbiamo visto un lento declino della coscienza umana … l’uomo non è più in grado di porre sentimenti nobili come la pace, l’altruismo o l’amore al primo posto … viviamo in un mondo in cui domina l’egocentrismo e la prevaricazione, viviamo in un mondo in cui tutto viene giustificato da una religione o da qualcosa che, siccome sta più in “alto, va seguito senza porsi troppe domande … ecco nascono tutti questi gruppi che cercano di governare su ogni cosa. In questo contesto assolutamente malato ogni tipo di arma, in particolare quelle chimiche e biologiche sono una minaccia per tutta l’umanità.

  • Qual è stata la tua reazione quando hai sentito parlare per la prima volta di tale unità?

La mia prima reazione è stata fisica,  un brivido che corre lungo la schiena, lo stesso che procura la pelle d’oca: sono rimasta allibita perché ho sempre ritenuto i giapponesi un popolo di samurai e quindi di guerrieri leali. Non potevo credere a una cosa del genere. A mano a mano che approfondivo le letture e le ricerche è subentrato un sentimento di profonda tristezza: come si può essere così crudeli con i propri simili al punto da effettuare esperimenti tanto efferati su cavie umane? Come possono certe persone diventare idoli? Come è possibile anche solo pensare di attuare tali torture e fare simili esperimenti su un’altra persona? Queste sono solo alcune delle domande che mi sono venute in mente appena mi sono imbattuta nell’argomento.

  • A parte “Unità 731” hai scritto altri testi quali “Siria. Il Potere e la Rivolta ” o “Isis, strumenti dell’Islam o mercenari dell’Occidente”. A questo punto che significa per te scrivere libri su temi così caldi e attuali? Che ruolo hanno la scrittura e la lettura in questi contesti?

I temi, per così dire, caldi mi hanno sempre affascinata perché circondati sempre da un certo alone di mistero. Il mistero e la conseguente ricerca della verità sono le motivazioni che mi spingono a scrivere su questi temi molto controversi. Il ruolo della scrittura, per me, è quello di portare alla luce del sole tutti quegli elementi che rimangono in penombra. È necessario tornare a un tipo di scrittura giornalistica e saggistica. Purtroppo oggi si tende troppo a seguire la massa e, di conseguenza, la stampa dettata dai vertici del mondo. Ma perché fermarsi a questo? Dobbiamo cercare di andare oltre per evitare di cadere nel baratro dell’ignoranza e della perdita della coscienza. Ovviamente non possiamo regredire e tornare ai tempi degli uomini delle caverne; tuttavia, spegnere le coscienze certamente  può rivelarsi pericoloso. La scrittura deve elevare la mente, deve far fiorire la voglia di ricerca e di spingersi oltre le semplici apparenze, deve aprire i nostri orizzonti.

La lettura, invece, deve avere il merito di far crescere la fantasia. L’uomo deve poter sognare, deve poter vivere avventure straordinarie accanto a personaggi unici e deve poter elevare lo spirito vivendo con loro i più nobili sentimenti. Questo, forse, renderebbe la nostra Terra un posto migliore.

  • Hai intenzione di scrivere altri libri? Se si hai già qualche idea?

Attualmente sto lavorando ad alcuni progetti che riguardano la stesura sia di  testi, sia articoli di giornale. Recentemente ho pubblicato un paio di articoli, uno dei quali sull’eredità dell’unità 731, sul giornale online Sputnik Italia (una delle maggiori testate russe a livello globale). Sto collaborando, inoltre, con la rivista Hera con cui ho pubblicato un articolo sul complotto Chernobyl e presto ne verrà pubblicato uno su tematiche attuali e la loro connessione alle notizie diffuse dai media. Entro fine anno, infine, dovrei approntare un nuovo testo che, per tematiche, si allontana completamente rispetto ai precedenti, ma riporta l’attenzione su una delle mie passioni… La storia del Giappone antico.

  • Chiudiamo l’intervista con il messaggio di speranza che la stessa autrice ha voluto rivolgere a noi giovani:

<Se mi permettete vorrei dedicare queste ultime parole ringraziando di cuore Federica per la sua disponibilità e per il suo interesse verso l’unità 731. Mi rendo conto che è un tema scottante e molto difficile da affrontare … in un certo senso, serve del coraggio. Ma sono felice che sempre più ragazzi e ragazze mi scrivano per sapere qualcosa di più e perché vorrebbero portare questo argomento all’esame o come ricerca. Sono veramente felice e onorata che Federica abbia scelto proprio questo tema. Vorrei anche dire a tutti i ragazzi e ragazze che il mondo, per come lo conosciamo oggi, sembra un posto orribile, ma credetemi può cambiare. Quello che vi scrivo non è utopia … Dobbiamo essere noi il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo … facendo cose buone, altruiste e non legate all’ego avremo la possibilità di rendere questo pianeta un posto migliore. Cerchiamo di seguire le nostre passioni e i nostri sogni, non lasciamoci distrarre dalla moda del momento, non lasciamoci alienare da pc, videogiochi e cellulari … queste sono cose materiali. Viviamo la vita con pienezza e armonia, cercando sempre la felicità e imparando a conoscere noi stessi attraverso un autoascolto profondo della nostra essenza. Noi siamo nati per questo, siamo nati per essere felici e dobbiamo vedere in ogni cosa, la bellezza collaterale. >

A questo punto consiglio di seguire la pagina facebook “Rossana Carne scrittrice” e colgo l’occasione per ringraziarla di cuore , una giovane donna da ammirare e un esempio da seguire. La mia gratitudine va inoltre a tutti gli insegnanti del “Majorana “ di Milazzo , insegnanti che mi hanno seguita nel corso dei cinque anni. Infine desidero ringraziare anche la mia famiglia per avermi sempre sostenuta.

 

Federica Grasso

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