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Arcipelago MilazzoComprensivo "D'Arrigo"Venetico

Dall’estrazione dell’argilla alla lavorazione dei laterizi. Un’interessante visita didattica per conoscere una risorsa del nostro territorio

Giorno 3 marzo 2017, accompagnati dal professore di tecnologia Giovanni Messina, ci siamo recati presso la fabbrica di laterizi “Spadafora”, situata a Venetico (ME), al fine di conoscere le tecniche di lavorazione dell’argilla, materiale di cui è ricca la nostra zona. Le argille locali vengono usate principalmente per fare mattoni e laterizi. Prima di estrarre l’argilla da una cava, si fanno sul terreno dei sondaggi mediante trivellazioni per estrarre dei campioni. Se i risultati sono positivi, inizia l’estrazione della materia prima.

Così, dopo aver tolto lo strato superficiale del terreno non adatto alla lavorazione, si inizia a scavare con un sistema a gradoni e il materiale estratto viene trasportato nelle fabbriche. Quando il banco di argilla si esaurisce, la cava viene abbandonata e per limitare l’impatto ambientale, l’Ente Minerario e le autorità competenti obbligano gli utilizzatori delle cave a ripristinare l’originario strato erboso del terreno. Per realizzare il pezzo in cotto – come ad esempio il mattone – l’argilla viene lasciata decantare e da qui inizia il processo produttivo. Immessa nel cassone, l’argilla subisce la prima frantumazione e viene ridotta in parti più piccole; successivamente, per caduta, finisce in un macchinario chiamato laminatoio, dove vengono aggiunte acqua e altre sostanze (terra scelta, ossido di ferro ecc.). Poi, tramite nastri trasportatori, l’impasto arriva ad un macchinario chiamato mattoniera e, per compressione e attraverso l’utilizzo di stampi d’acciaio di varie forme e dimensioni, vengono prodotti in serie le varie tipologie di laterizio.

Annessa alla mattoniera si trova la taglierina che è predisposta a tagliare i pezzi di diverse misure con scatti temporizzati con semplici fili d’acciaio. Una volta tagliato il pezzo, questo viene trasferito nelle gabbie e poi ad essiccare; qui viene costantemente ventilato e deumidificato per una durata di tempo che varia in base al prodotto ed alle condizioni climatiche. Per agevolare l’essicazione viene utilizzato, nell’apposito essiccatoio, il calore di recupero del forno, grazie ad un sistema di aspirazione del calore dalla canna fumaria, alla temperatura di circa 300°. Da qui, il materiale prodotto viene sistemato manualmente sui carri che andranno nel forno per la cottura che dura, in media, circa 24 ore. Il forno si divide in 3 parti: zona di preriscaldo (da 0° a 600°), camera di cottura (da 600° a 900°) e zona di raffreddamento (da 900° a 0°). Per cuocere i laterizi, viene usato principalmente olio combustibile che può essere portato a temperature superiori ai 1000°, mediante bruciatori che spruzzano l’olio all’interno della camera di combustione.

I laterizi, per spinta, attraversano le 3 zone del forno ed il tempo di permanenza in ogni zona viene stabilito attraverso la regolazione della spinta, grazie ad un apposito quadro elettrico. Una volta raffreddato, il materiale viene tolto dai carrelli con il sollevatore e poi, manualmente, trasferito nelle pedane per la vendita. Con il processo di lavorazione descritto, si ottengono numerosi prodotti come mattoni pieni e forati, tegole, frangisole e campigiane. La visita alla fabbrica di laterizi “Spadafora” è stata un’esperienza interessante e istruttiva che ci ha permesso di conoscere un’importante risorsa economica del nostro territorio che merita di essere valorizzata. Infatti, il laterizio è un materiale da costruzione antichissimo capace di assicurare un ottimo isolamento acustico e un’adeguata traspirazione ed è anche molto durevole rispetto ad altri materiali, come dimostrano gli acquedotti romani o le chiese gotiche.

Aurora Costa II A

Scuola Secondaria di primo grado “Stefano D’Arrigo” Venetico

 

 

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