giovedì, Aprile 18, 2024
Cultura

E se hai bisogno e non mi trovi, cercami in una LIBRERIA

In Italia, la lettura rappresenta per la maggior parte delle persone un semplice passatempo o, nel peggiore dei casi, un’imposizione scolastica. In realtà, dovrebbe essere avvertita come una vera e propria necessità, una sana abitudine.

Partiamo dal principio: negli anni ‘60 soltanto il 16,3 % della popolazione legge, mentre molti possiedono solo la licenza elementare e l’8% è totalmente analfabeta. Negli anni ’80 c’è stato un salto, la percentuale è più che duplicata e la maggioranza è costituita da donne, categoria che mantiene ancora oggi il controllo nelle statistiche. Dagli inizi degli anni ’90, sempre secondo i dati forniti da La Stampa, però il ritmo intraprende un cammino discendente, soprattutto dal 2010 per quanto riguarda i maschi fra gli 11 e i 14 anni (-25%).

Piero Angela afferma: “A volte si dice che i figli dei fumatori tendono a essere fumatori: anche per quanto riguarda i libri, i figli di lettori mediamente tendono a essere lettori più degli altri. Perché sono influenzati dal modello dei genitori, dal livello culturale familiare, dall’esistenza stessa dei libri in casa, dagli stimoli che ricevono per la lettura […]. Sviluppare l’abitudine a leggere non è facile: gli psicologi dicono che […] sono importanti le esperienze del primo periodo di vita. Per esempio il fatto che la madre legga libri di favole ai bambini e metta loro tra le mani dei volumi adatti. Per insegnar loro a ‘fumare’ libri.”

Secondo alcuni studi comunque, la “digitalizzazione” potrebbe essere uno dei problemi per cui non si legge più. L’avvento degli E-book non ha portato tutti questi vantaggi, soltanto il 9% della popolazione li legge – anche se costano meno di un cartaceo – e in generale la tecnologia viene utilizzata per altro. Del resto, se gli italiani non leggono un libro vero poiché preferiscono utilizzare la tecnologia, perché leggere un libro digitale? Sarebbe un’idiozia.

La lettura in realtà, ha una serie di benefici da tenere in considerazione: aiuta ad organizzare il tempo libero, rende più positivi, stimola più parti del cervello contemporaneamente, garantisce migliori capacità mnemoniche e di concentrazione e aiuta a conoscersi meglio.

Ciascuno di noi può contribuire alla riscoperta del piacere della lettura, cominciando da sé stesso. Anche “il Manuale delle Giovani Marmotte” può rappresentare un buon inizio, non per forza bisogna conoscere i grandi classici. Probabilmente, chi non legge non ha ancora trovato il libro giusto e non si è interessato molto a farlo.  La pazienza gioca un ruolo fondamentale, perché non bisogna soltanto cercare un libro da leggere, ma è importante sapere quale genere ci piace: ciò implica la lettura di più libri possibili.

Per concludere, entrare in una libreria con la consapevolezza di sentirsi a casa è una sensazione che tutti dovrebbero provare almeno una volta nella vita. Mettersi davanti allo scaffale del proprio genere preferito, col naso all’insù a leggere i titoli di ogni volume anche se si conoscono a memoria, sentire l’odore della carta appena stampata mischiato a quello dei libri più vecchi, sfogliare le pagine di qualunque libro, anche di quelli che non leggeremo mai, giusto per ridere un po’ facendo passare un’ora senza rendersene conto, magari con una persona importante accanto. Perché leggere è anche questo.

Entrai nella libreria e aspirai quel profumo di carta e magia che inspiegabilmente a nessuno era ancora venuto in mente di imbottigliare.” – Carlos Ruiz Zafón

Giorgia Di Bella 2B CH

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