giovedì, Aprile 18, 2024
Comprensivo Boer Verona-Trento, MessinaScienza

AMORE INCONDIZIONATO

Qualche giorno fa, nell’ora di scienze, abbiamo visto un documentario su una peculiare caratteristica biologica di un minuscolo crostaceo Copepode del Lago di Faro, Messina, che per la prima volta al mondo è stato ripreso durante la deposizione delle uova. In questa occasione si è verificato un evento unico di cura parentale, quasi mai riscontrata in un invertebrato. La femmina del crostaceo, infatti, dopo aver deposto le uova, ha curato l’impianto del nido con una sostanza cementante rifinendolo con materiale inerte. Abbiamo avuto l’occasione di rivolgere qualche domanda alla professoressa Simonetta Pisano, che ha curato la ricerca e si è occupata di girare e montare il documentario dal titolo “Mater sic et simpliciter”.

-Professoressa cos’è “Mater sic et simpliciter”?

E’ il racconto di un viaggio affascinante alla scoperta di un mondo microscopico, ancora oggi poco conosciuto…. La protagonista del breve filmato è un piccolo crostaceo, una femmina appartenente alla famiglia dei Copepodi, dal difficile nome Pseucyclops xiphophorus, che ci regala un momento d’amore “unico”, insegnando a noi esseri umani il grande significato della vita e la sua salvaguardia.

-Quali tecnologie hanno reso possibile la documentazione di tale ricerca?

Sono state effettuate delle riprese aeree presso la zona dei laghi di Messina con un drone professionale, che ha consentito di rappresentare efficacemente le meraviglie naturalistiche e paesaggistiche di tali luoghi. Per quanto riguarda l’aspetto scientifico è stata utilizzata una telecamera collegata ad un microscopio per le riprese effettuate in laboratorio e una telecamera ad alta risoluzione per ottimizzare la bellezza degli scorci lacustri, la flora e la fauna ivi residenti. Infine un’altra telecamera subacquea ha permesso di ottenere immagini video coinvolgenti degli habitat e della vita degli organismi acquatici.

-Quali caratteristiche rendono molto interessante il documentario anche dal punto di vista artistico?

Questo documentario è stato realizzato con un’attenta direzione della fotografia che ha evidenziato il meraviglioso panorama di Capo Peloro. Le voci narranti sono state realizzate da attori professionisti che hanno reso accattivante il racconto di questa ricerca riuscendo a coinvolgere ed appassionare anche dei ragazzini. E’ stato premiato dalla Federazione Nazionale Videocineautori con la seguente motivazione “Per aver trasformato un lavoro di ricerca scientifica in un’incantevole fiaba quotidiana” e da Roma CinemaDoc Festival come miglior documentario italiano.

Classe 2 G Scuola Media Verona Trento

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